martedì 15 marzo 2011

Papaveri e paperi

Ibra ha un caratteraccio, si sa. Accentratore di attenzione, ego spropositato, indolente in campo se le cose non girano come vuole lui, facilmente irascibile. La reazione avuta proprio nell'ultima partita contro il Bari che ha portato alla sua espulsione e conseguenti giornate di squalifica che gli faranno saltare il derby, ad esempio, è di una rara gravità e, soprattutto, non ha giustificazione alcuna. Sì, puoi essere stato provocato quanto vuoi tu, le cose in quel momento non andavano bene e ti eri anche visto annullare un goal che probabilmente era regolare, ma: 1) eravamo sotto di uno a zero; 2) hai lasciato la squadra in dieci; 3) nel momento decisivo della corsa scudetto, ti becchi tre giornate di squalifica. Detto questo, però, allo stesso tempo non bisogna essere ipocriti e dire quanto dobbiamo a lui se adesso come adesso ci troviamo dove ci troviamo in classifica. Almeno fino a gennaio, Ibra ha disputato un campionato semplicemente strepitoso, come mai forse lo si era visto in passato, caricandosi letteralmente la squadra sulle spalle e togliendoci le castagne dal fuoco in più di una occasione. Tutto questo fino a gennaio, appunto, quando è rientrato Pato, detto "il papero". A quel punto qualcosa si è rotto, inutile girarci intorno. Semplicemente, Pato non passa la palla, tant'è che, per dire, da allora sto ancora aspettando di vedere non dico un assist, ma un suo passaggio decente ad Ibra. E quest'ultimo, che già ha i suoi bei "difettucci" caratteriali come detto, dal punto di vista psicologico l'ha subito, eccome. Non so naturalmente cosa si siano detti dalle parti di Milanello, ma fossi stato nei panni di Allegri avrei messo un po' più "a posto" il papero e non mi sarei limitato a dire che è nelle sue caratteristiche quella di essere più un finalizzatore che un uomo assist. Ultimamente, ho visto ancora una volta il Barcellona e questi non tirano in porta se non dopo esserci arrivati dopo una serie infinita di passaggi, triangoli e uno-due assortiti, perfino quando si ritrovano da soli davanti al portiere. Perché Pato questo non l'ha ancora capito? E, soprattutto, perché non glielo si fa capire chiaro e tondo? Ecco perché ad Ibra girano le balle e ultimamente "ciondola" in campo, al di là della pur comprensibile stanchezza. Adesso, a bocce ferme, alla luce dell'ultima sciagurata prestazione in campionato e in attesa della difficile trasferta a Palermo, spero che le cose si chiariscano e si rasserenino. Non si può gettare alle ortiche tutto quanto di buono fin qui fatto.

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