lunedì 30 novembre 2009

Secondo... me

Nell'intervallo della partita di ieri sera a Catania, nello studio di Mediaset Premium si è scatenata una gara tra Graziani e Pistocchi a chi parlasse peggio del Milan: "Se fossi io l'allenatore le mie urla si sentirebbero fin fuori dallo stadio tanto stanno giocando male" (Graziani); "Dopotutto, il Milan non ha queste grandi qualità tecniche" (Pistocchi); "E' evidente come Huntelaar sia stato un acquisto sbagliato" (tutti e due). A quel punto, che voi ci crediate o no, ero CERTO che se Klaas fosse entrato avrebbe segnato. Ho pregato tutto il secondo tempo, ho supplicato Leonardo e Tassotti di dare questa possibilità all'olandese e, addirittura, masochisticamente ho sperato che non segnassimo prima del suo ingresso in campo. Poi, quando a meno di cinque minuti dalla fine l'ho visto alzarsi dalla panchina, non ci speravo più neanche io. Eppure, sapete tutti come è andata a finire, con due suoi goal in meno di un minuto ed il secondo in particolare degno di Sua Maestà Marco van Basten... Credo che per non svegliare la famiglia che era già a letto ho tirato fuori le urla "afone" più forti della storia, saltando come un pazzo da una parte all'altra della sala! E avete visto come tutti i compagni e Leonardo hanno festeggiato Klaas a fine gara? Sono cose che possono succedere solo da noi. In più, il Milan ora è pure secondo davanti alla Juventus fermatasi a Cagliari: che si può volere di più?

giovedì 26 novembre 2009

Lavori in corso

Riemergo da qualche giorno particolarmente impegnativo e mi limito ad osservare come il pareggio di ieri in Champions sia in realtà molto più positivo di quanto letto in giro.
L'Olimpique si è dimostrata squadra tenace, tosta e, almeno sotto il profilo della mera forza fisica, a noi superiore, grazie ai vari "negroni" sparsi tra difesa e centrocampo che non ci hanno fatto respirare per quasi tutti i novanta minuti. In più, come sottolineato dallo stesso Leonardo, avevano due giorni in più di riposo rispetto ai nostri ragazzi e il loro finale arrembante con i due legni colpiti è stato quindi facilmente spiegabile.
Dal canto nostro, un encomio particolare mi sento di spenderlo per Marco Borriello, in dubbio fino all'ultimo per un fastidioso dolore al ginocchio, eppure autore del magistrale goal del nostro momentaneo vantaggio e capace di stringere i denti fino alla fine della partita.
Ora ci toccherà andare a prenderci la qualificazione in casa dello Zurigo, cosa che, considerando il valore degli avversari e il fortunoso sgambetto da loro fattoci nella partita di San Siro, non dovrebbe essere un "problemone". Fatti i debiti scongiuri, ovvio.

mercoledì 18 novembre 2009

Pippo Superstar

Per chi se lo fosse perso ieri, direttamente dal Chiambretti Night.

sabato 14 novembre 2009

Il ritorno di Franco Rossi

Stavolta, però, condivido le sue parole.

domenica 8 novembre 2009

Anche oggi, easy

Ci sono partite che, se annusate, provocano quel forte di odore di squadra che può vincere lo Scudetto. Lazio - Milan è stata una di queste. I motivi? Tanti. Dal goal di Thiago Silva, difensore che ne farà e tanti, a quello meraviglioso di Pato su assist al bacio di Ronaldinho. Dal fatto che la squadra addormenta la partita e poi segna quando ne ha voglia. Dal fatto che gli avversari vengono schiacciati nella propria metà campo. Dal fatto che la difesa sembra impenetrabile. Dal fatto che quando gli avversari riaprono la partita, sono più le occasioni per il Milan che quelle per la Lazio. Dal fatto che il Milan sembra avere in pugno il match per almeno ottantacinque minuti. Dal fatto che la squadra gioca a memoria. Dal fatto che la fortuna assiste la squadra. Dal fatto che una squadra disperatamente bisognosa di punti come la Lazio non può nulla contro i nostri. Dal fatto che poi, poche ore dopo, si scopre di aver rosicchiato due punti alla capolista Inter. Ora a più sette.
Sette punti sono ancora tanti, ma questo mese si conclude con molte certezze. E se non fosse stato per un goal sciocco subito durante il recupero contro il Napoli e per una decisione arbitrale assurda in occasione della segnatura di Pato contro il Real Madrid, sarebbero sette vittorie su sette. Molto bene, guardiamo avanti con estrema fiducia.

Power Rankings

Ispirandomi all'NBA, apro uno spazio mensile in cui valutare le condizioni delle squadre di Serie A, tanto per farci un'idea di come stia evolvendo il campionato in corso.
Nella suddetta analisi, saranno prese in considerazione l'ultimo blocco di cinque partite. Il primo numero indica i punti conquistati durante l'arco temporale oggetto dell'indagine. Tra parentesi, i punti e la posizione in classifica alla settima e alla dodicesima giornata. Infine, il risultato degli ultimi cinque incontri.

Stato di forma
Inter +13 (16 - 1; 29 - 1) V, V, V, V, P
Milan +13 (9 - 12; 22 - 3) V, V, P, V, V
Cagliari +12 (7 - 14; 19 - 8) S, V, V, V, V
Napoli +11 (7 - 15; 18 - 9) V, V, P, V, P
Bari +10 (8 - 13; 18 - 10) V, V, S, P, V
Juventus +10 (14 - 3; 24 - 2) P, V, V, S, V
Parma +9 (11 - 9; 20 - 7) V, S, V, S, V
Fiorentina +7 (14 - 4; 21 - 4) P, S, S, V, V
Genoa +7 (13 - 5; 20 - 6) S, S, V, P, V
Palermo +7 (9 - 10; 16 - 11) V, V, S, P, S
Atalanta +6 (3 - 19; 9 - 17) V, V, S, S, S
Bologna +6 (6 - 16; 12 - 15) S, S, V, S, V
Livorno +6 (3 - 20; 9 - 18) S, V, V, S, S
Sampdoria +5 (16 - 2; 21 - 5) P, V, S, P, S
Catania +4 (4 - 18; 8 - 19) V, S, S, S, P
Chievo +4 (11 - 8; 15 - 13) S, S, V, P, S
Roma +4 (11 - 8; 15 - 14) S, S, S, V, P
Udinese +4 (11 - 7; 15 - 12) S, S, V, P, S
Lazio +2 (9 - 11; 11 - 16) P, S, S, P, S
Siena +1 (5 - 17; 6 - 20) S, S, S, P, S

Balzo in avanti del mese
Milan 9 posizioni (12 - 3)
Cagliari 6 posizioni (14 - 8)
Napoli 6 posizioni (15 - 9)

Balzo indietro del mese
Roma 6 posizioni (8 - 14)
Chievo 5 posizioni (8 - 13)
Lazio 5 posizioni (11 - 16)
Udinese 5 posizioni (7 - 12)

sabato 7 novembre 2009

L'importanza di domani

Ci sono partite anonime che rappresentano, tuttavia, moltissimo per i destini di una squadra. Quella contro la Lazio di domani è esattamente una di queste partite. I motivi. Il Milan deve confermarsi dopo la strepitosa partita di Martedì. Ci sarà una sosta di due settimane, e chiudere in modo positivo il blocco di partite cominciato tre settimane fa contro la Roma sarebbe fondamentale, in particolare per lo spirito. Juventus e Sampdoria dovranno confrontarsi contro Atalanta e Cagliari, squadre molto in forma. Un'eventuale frenata da parte di bianconeri e/o blucerchiati significherebbe quanto meno terzo posto. L'Inter, provata dopo la trasferta di Kiev, potrebbe aver vita dura contro la Roma, assetata di punti. Rosicchiare qualcosina ai nerazzurri già da domani sarebbe fondamentale.

mercoledì 4 novembre 2009

Il mio Milan

La pentola dei miei pensieri bolle e ribolle freneticamente, non aiutandomi nella scelta dell'argomento con cui cominciare. Pertanto, mi scuso con voi se questo post risulterà più il flusso di coscienza di un anarchico che una disamina a mente lucida degli eventi vissuti ieri sera.

Milan e Real Madrid si sfidano per contendersi il primo posto nel girone. I rossoneri scelgono il loro assetto preferito, un 4-2-1-3 che sta dando enormi soddisfazioni (sei risultati utili consecutivi, goals, spettacolo e dimostrazione di superiorità contro chiunque) alla squadra nell'ultimo periodo. Leonardo rinuncia ad Inzaghi, re di Coppa, per inserire il redivivo Borriello. Per il resto, formazione annunciata. Pellegrini, al contrario, modifica molto schierando un 4-3-2-1 che per lunghi tratti della partita risulta in realtà essere un 4-4-2 - se non addirittura un 4-5-1. Insomma, sembra che i blancos vengano a San Siro per aspettare il Milan e poi bruciarlo nelle ripartenze.
Non è così, tuttavia. Se nei primi dieci minuti le squadre si equivalgono, infatti, dal minuto dieci al minuto trenta il Real Madrid schiaccia il Milan nella sua metà campo. Gli attacchi degli spagnoli non sono efficaci come dovrebbero, ma il Milan un po' affannato non riesce comunque ad arginare i madridisti. Così si arriva al minuto ventinove, quando Kakà lascia partire un tiro non forte ma insidioso che Dida riesce solamente a ribattere, Benzema (in probabile posizione di offside) raccoglie la sfera e infila.
Uno si aspetta un Real Madrid fiero dopo il goal, ma le cose stanno diversamente. Il Milan improvvisamente si risveglia e comincia una serie di attacchi che portano al rigore (nettissimo, benché alcuni giornali italiani abbiano detto il contrario) per fallo di mano di Pepe su incursione di Zambrotta dalla sinistra. Ronaldinho, sorriso stampato sul volto, calcia un penalty d'antologia - portiere in basso a destra, palla in alto a sinistra - e si ritorna in parità. Parità solo di risultato, perché da qui alla fine del primo tempo è dominio Milan. I rossoneri potrebbero segnare almeno altre due reti in dieci minuti, ma vengono fermati una volta da Casillas ed un'altra dal pessimo arbitro svizzero Brych che annulla, inspiegabilmente, un goal pazzesco di Pato. E con quello di Thiago Silva a Madrid fanno due. Si torna negli spogliatoi con la garanzia di un secondo tempo al cardiopalma, con l'idea che sarà una vera battaglia.
Invece il secondo tempo si apre con due minuti due di Real Madrid. Poi gli uomini di Pellegrini si spengono e il Milan fa la partita per quasi quaranta minuti. Ci provano Pato, Ronaldinho, Borriello, Pirlo, Ambrosini, Seedorf, Thiago Silva. Il Real si blinda in difesa e riesce a non subire goal, sebbene ogni azione rossonera porti i brividi a Florentino Perez, seduto in tribuna con l'amico Galliani. Inzaghi rileva Borriello, entrando subito in partita e sfiorando due volte la rete in pochi minuti.
Nel finale scendono sul terreno di gioco Raul e Van Nistelrooy. Pellegrini capisce di essersi salvato per un'ora, vuole tentare il colpaccio. Colpaccio che quasi riesce, se Dida non tirasse fuori due parate strepitose, di cui una ai limiti dell'umano su Raul - cosa che a me ha ricordato un po' la vendetta di Atene sul Liverpool.
I cinque minuti di fuochi d'artificio spagnoli sono però interrotti da altre due azioni rossonere che portano quasi al goal. La partita si chiude sull'uno a uno. Il Milan è al comando del girone, gli basterà ottenere gli stessi punti del Real per confermare il primo posto.

Se qualcuno all'andata aveva parlato di un Milan miracolato, dopo le ultime prestazioni dei rossoneri e dopo la gara spettacolare di ieri sera occorre ricredersi. Il Milan ha giocato la sua miglior partita dalla gara di ritorno con il Manchester United di due anni e mezzo fa. Intensità, corsa, pressing, giocatori che si sacrificano, colpi spettacolari. Se la partita fosse finita tre a zero, nessuno avrebbe avuto nulla da dire.

Dida. 7. Poco impegnato per tutto'arco della partita, si dimostra miglior portiere del campionato (qualcuno ha dei dubbi?) salvando il risultato per ben due volte negli ultimi cinque minuti.
Oddo. 6. Pulito, tranquillo, sicuro. Peccato che i suoi cross siano così rari.
Nesta. 7. Non sbaglia un pallone.
Thiago Silva. 7. In costante crescita, si dimostra una saracinesca.
Zambrotta. 6. Qualche errore, ma sostanzialmente una buona prova.
Pirlo. 6,5. Anche lui in crescita.
Ambrosini. 8. Uso le parole di Pellegatti - "la miglior partita della sua carriera". Semplicemente fantastico, ecco il Capitano del Milan.
Seedorf. 5. Ieri sera un po' annebbiato, del resto questo Real Madrid rispetto al Milan sembra il Chievo e sappiamo tutti che Clarence si impegna solo contro avversari di vero valore.
Ronaldinho. 7. Se va avanti così, potrebbe addirittura tornare ai fasti del 2005, quando vinse il Pallone d'Oro. Aiuta anche in difesa quando c'è da farlo.
Pato. 7,5. Fa ammonire un paio di giocatori, non riescono mai a fermarlo. Segna anche un goal maestoso, ma l'arbitro glielo annulla. Ancora qualche anno e sarà forse più forte di Ronaldo.
Borriello. 6,5. Continua a stupirmi, disputando un incontro fatto di sacrificio, tenacia, coraggio e anche di un paio di dribbling e bei tocchi.
Inzaghi. 6. Ci prova seriamente, ma ha pochi minuti a disposizione.

Leonardo. 7. Ha cambiato l'identità del Milan, che ora ha una visione di gioco nuova e funzionante. Sceglie sempre le pedine giuste, mai timoroso di essere deluso dai suoi uomini che lo vedono come un trascinatore.

Due parole sul Milan. Alla fine Galliani aveva ragione. Leonardo aveva ragione. Berlusconi aveva ragione. Io avevo ragione, anche se è brutto da dire. Il Milan di quest'anno non ha nulla da invidiare a quello delle passate stagioni, anzi. Diversi giocatori sono esplosi, altri sono stati rigenerati da un Generale che sa comunicare e trasmettere la sua passione come pochi altri. Il gioco c'è. Gli avversari, in un modo o nell'altro, vengono schiacciati e la superiorità dei rossoneri si palesa incontro dopo incontro con maggior enfasi. Ronaldinho sta dando più di quanto Kakà possa dare ai suoi. Pato è incontenibile. La difesa è impenetrabile. Dida sta tirando fuori una serie di conigli dal cilindro che non si vedevano spuntare da un lustro. La squadra è coesa, compatta, desiderosa ed affamata di vincere tutto. Se fino a ieri sera una nostra vittoria in Champions poteva apparire anche a me come un'impresa ai limiti dell'impossibile, ora sono convinto che questa squadra possa tranquillamente arrivare in fondo e giocarsela alla pari con Chelsea, Manchester United e Barcellona.
Il mio Milan, il nostro Milan è rinato. Come solo pochissimi si aspettavano. Ora immagino che il popolo rossonero invochi Ronaldinho e Dida, che non fischi più Seedorf, che applauda Leonardo e che rimpianga molto meno Kakà. Forse qualcuno scriverà anche articoli per tessere le lodi della dirigenza. Sono felice di non aver mai dubitato, neanche per un attimo, di questa squadra. Di questi uomini. Di questi colori. Forza, vecchio cuore rossonero!

martedì 3 novembre 2009

domenica 1 novembre 2009

Nove punti sono tanti, però...

Però il Milan di ieri sera mi è davvero piaciuto. Ha attaccato con velocità, fluidità e una certa dose di consapevolezza per buona parte della gara, ha difeso e ha sofferto quando c'era da farlo, ha di nuovo costretto l'avversario ad adattarsi al proprio modulo di gioco.
Il modulo di Leonardo, prima vera innovazione di questo nuovo ciclo rossonero. Un 4-2-1-3 con due mediani, un trequartista, due attaccanti esterni e una punta centrale. Aggressivo, spregiudicato, senza timori o indugi. In questo senso, è il primo Milan che mi ricorda lo stile sacchiano di fine anni ottanta.
E poi, oltre ad aver finalmente trovato un'identità, un gioco, delle fondamenta, va ricordato che ci sono alcuni elementi che davvero stanno sbloccandosi. Partiamo da Dida, anche ieri decisivo in almeno due o tre occasioni. Thiago Silva, che con una discesa alla Baresi e una traversa sfortunata sta raccogliendo il pesante fardello lasciatogli da Maldini. Antonini, che quando c'è da impegnarsi non si tira mai indietro. Seedorf, che per la prima volta da quando è al Milan sembra trovare stimoli anche nelle sfide di Campionato. Ronaldinho, autore ieri di due spendidi assist, di dribbling, corse, giocate e sempre più leader di questo Milan. Borriello, che dopo anni di insicurezze, infortuni e dubbi sta pian piano rubando il posto ad Huntelaar ed Inzaghi dimostrando a Leonardo di essere quasi indispensabile.
Insomma, tante buone notizie. Tredici punti su quindici nelle ultime due settimane e un mese molto delicato che vedrà il Milan sfidare nell'ordine Real Madrid, Lazio, Cagliari, Marsiglia, Catania e Sampdoria. Diciotto punti sembrano quasi un'utopia, ma credo che ottenerne dodici (otto in Campionato e quattro in Champions) sarebbe più che buono. E' vero, l'Inter è a più nove. Ma l'Inter, come tutti sappiamo, svolge una preparazione che la fa rendere al massimo in autunno e nella prima parte dell'inverno. Dopodiché inizia un lento ed inesorabile declino. Dunque, non tutto è perduto. Certo, l'ideale sarebbe arrivare alla sfida di ritorno avendo rosicchiato almeno tre o quattro punti. Vedremo.
Nota. Il Milan ha appena acquistato il ventenne Dominic Adiyiah. Capocannoniere ed MVP dell'ultimo Mondiale Under 20 disputato in Egitto, è una sorta di Adebayor più basso. Sulle sue tracce, mezz'Europa. Ha scelto il Milan, il Milan ha scelto lui. Forse la politica "verde" sta cominciando a dare frutti.
Update: il Milan sta perfezionando anche l'acquisto del talento ghanese sedicenne Edmund Hottor, un centrocampista offensivo che milita nella Triestina. Anche in questo caso diverse squadre, tra cui Juventus e Barcellona, erano sul giocatore. Lui ha scelto il Milan, il Milan ha scelto lui.