venerdì 27 febbraio 2009

Pensieri europei/1

Noi pareggiamo due a due ed è il tramonto di un'era, l'apocalisse, il giorno del giudizio, l'armageddon. Loro pareggiano zero a zero ed è un buon risultato che si può rovesciare al ritorno. Mah.

Astoria ha sempre ragione

Non vi è dubbio alcuno: mentre qualche settimana fa (diciamo dopo Bologna?) il sottoscritto quasi si crogiolava nel suo convincimento che questa squadra avrebbe potuto raggiungere entrambi gli obiettivi della stagione (Scudetto e Coppa UEFA), il buon Astoria aveva visto (ancora una volta) giusto nell'affermare che questo era un anno di transizione. E, infatti, di lì a poco sono arrivati i pareggi in casa in campionato, la sconfitta nel derby, fino al tracollo di ieri sera che ci ha eliminati dalla competizione europea.
Inutile stare qui ad individuare le cause di tutto questo, a parlare della interminabile ed incredibile sequela di infortunati o delle responsabilità di Carletto nostro, il quale - poveraccio - ieri sera nel dopo partita non ha avuto difficoltà alcuna nel prendersele.
Ci sono annate che iniziano male (le due sconfitte nelle prime due partite) e che finiscono peggio (arrivare già a febbraio con gli obiettivi falliti, se non con i soli piazzamenti Champions ancora a disposizione). Bisogna prenderne atto e farsene una ragione, pensando appunto che, sempre come diceva Astoria, è proprio da annate come questa che si riparte per costruire i successi futuri, così come ha ampiamente dimostrato in passato la nostra società.
Onore quindi a 'sti tedeschi, capaci di venire a San Siro a correre come dei matti per novanta minuti tondi tondi. Il doppio vantaggio maturato a nostro favore nel primo tempo oltre ad essere stato illusorio, era stato immeritato, se vogliamo dircela tutta. E questo nonostante l'ennesima prodezza di Pato. Ma i ragazzi non c'erano. O, meglio, troppa era la differenza di forma (mentale e fisica) con gli avversari. Poi, se a questo aggiungiamo che l'unica lucina nostra ancora accesa è stata brutalmente spenta con l'infortunio di Clarence, l'unico che poteva ancora inventare qualcosa nel nostro "pestato" centrocampo (vedi Pirlo e Ambrosini), beh, allora pazienza, non c'è stato più nulla da fare.
Ripartiamo da qui. Ci aspetta un finale di campionato che va affrontato con serenità e non con rassegnazione. Poi, quel che sarà da giugno in avanti, si vedrà.

mercoledì 25 febbraio 2009

Grande impresa della Pro Patria

Non è per noi abituale parlare nel MFH di squadre calcistiche che non siano il Milan, ma sono sicuro che i nostri frequentatori saranno concordi che in questo caso si possa e, anzi, si debba fare un'eccezione. Sto parlando della squadra capolista della 1a Divisione Girone A della Lega Pro che, ieri sera, trovatasi alla ribalta europea al cospetto dei campioni d'Europa, nonché del mondo, ha sfoderato una prestazione maiuscola, inchiodando sullo 0 a 0 i suoi avversari, grazie ad una fantastica barricata eretta per tutto il primo tempo e, addirittura, riuscendo a battere il suo primo calcio d'angolo verso il minuto sessantesimo.
Pare che il centravanti della squadra di Busto Arsizio sia anche uno dei possibili candidati al prossimo Pallone d'Oro, così come lo è ormai da qualche anno grazie alle sue strabilianti finezze tecniche sfoggiate nel (solo) campionato. Peccato, però, che ieri sera l'emozione gli abbia giocato un brutto scherzo, così come (sempre) gli capita quando la sua squadra varca i confini nazionali.
Alla fine della partita, comunque, a ragione - e voglio sottolinearlo - il capitano ha parlato di match "molto equilibrato", mentre il mister se l'è presa - fatto per lui inusuale soprattutto di questi tempi - con l'arbitro che, a suo dire, avrebbe favorito la prestigiosa squadra ospite.
Unica nota stonata per entrambi il non essersi ricordati di elogiare Gesù Bambino che, a sorpresa, ieri sera è stato schierato in porta e grazie al quale è stata evitata una sconfitta di almeno 4/5 a 0. Va beh, piccoli dettagli.
Sono certo che nella partita di ritorno i "nostri" avranno modo di mettere in evidenza ancora una volta le loro "qualità" e, perché no, disputare un altro match "molto equilibrato" come quello di ieri sera.

martedì 24 febbraio 2009

Sottili differenze

Prima della sfida tra Milan e Manchester del 2007, Kakà aveva dichiarato di voler battere i Red Devils attraverso il bel gioco. Oggi, Adriano (in una intervista al giornale rosa), si propone di farlo "a spallate". Perché non a calci, sputi e tirate di capelli?

lunedì 23 febbraio 2009

I veri tifosi

Sono questi.

Quel che ho visto

Non ho visto la partita, ma gli highlights. Qualche considerazione.
i) Grande Abbiati;
ii) Ottimi Pirlo e Beckham;
iii) Bravo Inzaghi.
Ulteriori note. Ancelotti aveva a disposizione pochissimi giocatori. Nonostante questo il Milan ha giocato, ha creato occasioni, ha segnato, ha vinto. Nonostante questo, fischi per lui. Io li manderei tutti a quel paese. E Seedorf ha fatto benissimo ad esultare in quel modo.

venerdì 20 febbraio 2009

Il ruolo dell'informazione

In Italia, purtroppo, è quello di destabilizzare - salvo poi far finta di nulla.

giovedì 19 febbraio 2009

Note da Brema

Non tutto il male viene per nuocere.
Nella primavera del 2007 il Milan era in campo a Manchester. Minuto ottantacinque. Risultato, due a due. Speravo di vincere, sia chiaro, ma in quel momento chiesi ai Red Devils di segnare un altro goal. Perché? Perché sarebbero venuti a Milano forti di una vittoria in casa, più rilassati, con la finale ad un palmo dal naso. Al contrario, avessero pareggiato, avrebbero affrontato la trasferta italiana con il coltello tra i denti. Sappiamo tutti come è andata. Ieri sera, paradossalmente, il goal di Diego a pochi minuti dallo scadere è stato un toccasana. Ci costringe ad affrontare la sfida di ritorno con grinta, rabbia, determinazione, voglia di vincere. Certo, se Inzaghi avesse segnato il due a zero sarebbe stato meglio. Ma un uno a zero fuori casa, a meno che tu non stia disputando una stagione eccellente, è un risultato pericolosissimo. Ti fa abbassare la guardia, perché pensi che basti un pareggio per passare il turno. Ma se poi vanno in vantaggio loro? Devi esporti al contropiede avversario e rischi. Insomma, prendetemi per pazzo ma io sono contento così. Ad ogni modo, dovessimo passare il turno, occhio al St. Etienne che ne ha dati tre all'Olympiakos fuori casa e che ha quel Bafètimbi Gomis là davanti che fa paura.
Note positive e negative.
Buona prova di Dida, benché l'Abbiati visto fino ad oggi sia un'altra cosa. Prestazione scialba di Zambrotta e Bonera, mediocre di Favalli, pessima di Senderos per lunghi tratti del match. A centrocampo grande Flamini (finalmente), Ambrosini come al solito, Pirlo un po' meno. Seedorf ad alti livelli, Ronaldinho discreto, Inzaghi l'é semper lu.

martedì 17 febbraio 2009

300

OK, la mazzata presa nel derby è stata tremenda per le nostre ambizioni tricolori, ma non posso credere che i valorosi frequentatori del MFH se ne restino rintanati e si siano abbattuti a tal punto da non avere più la forza di proferire parola.

Prigioniero, Mavalà, Cuore, Coccy, che fine avete fatto? 

Il prode Astoria è l'esempio da seguire.

Undici punti sono un'enormità e tra infortuni ed acciacchi assortiti siamo rimasti con un manipolo di uomini, con in più l'imminente e tostissima trasferta in terra teutonica. Ma ricordatevi che...

QUESTA

E'

SPARTAAAAAAA!!!

(boom, calcio in pieno petto)

Ahahah...

lunedì 16 febbraio 2009

Ogni maledetta domenica

Come il mio amico Astoria sa, ho da qualche tempo problemi di connessione per aver cambiato ISP e sono quindi in attesa che mi attivino la nuova ADSL. Ergo, cercherò di essere il più "essenziale" possibile.
Dunque, come ben sa chiunque abbia letto quanto da me scritto qui negli ultimi mesi, se c'è una cosa che non mi ha mai abbandonato è l'ottimismo. E non certo quello sciocco con gli occhi bendati, ma quello che scaturisce dalla consapevolezza di avere una grande squadra, potenzialmente una delle migliori che la mia ormai vecchia memoria milanista ricordi.
Eppure, arrivati a questo punto della stagione e con ancora nel cuore la bruciante sconfitta del derby di ieri sera, bisogna essere franchi: qui c'è qualcosa che non va.
Ho letto molto attentamente i tuoi bellissimi post, caro Astoria, dove parli di "anno di transizione", avendo anche la lungimiranza di vedere al futuro e di non soffermarti alle "miserie" del momento. Vero, verissimo. Ma io continuo ad essere insofferente, è più forte di me.
Quale la mia analisi, allora? Posso essere sincero? Non lo so, è una situazione per certi versi inspiegabile. Quel che è certo è sono stati troppi, troppi i punti persi per strada. Ha ragione Galliani quando dice (prima del) che il problema non è il derby, ma tutte le altre partite che non siamo riusciti a vincere con le "piccole". Solo sfiga? Può darsi. Non si può giocare un campionato come quello dell'anno scorso con un bamboccio in attacco (che ora segna caterve di goal a Firenze), oppure come quello di quest'anno quando, trovato finalmente un vero bisonte d'area come Borriello, ecco che si rompe per mesi e mesi. Non si può avere la sfiga di uno come Nesta, poveraccio lui e noi con lui, perseguitato per quasi tutta la carriera da un infortunio dopo l'altro. Ancelotti, da me considerato il miglior tecnico in circolazione senza se e senza ma, ci ha messo del suo (quanti cambi ha sbagliato fin qui?). La società, la più GRANDE società che la storia del calcio ricordi, pure, perché non si può essere perseguitati "solo" dalla sfiga, quando si rompono i titolari, le riserve e le riserve delle riserve. Ho orrore solo a pensarlo, ma, evidentemente, qualcosa non deve essere stato considerato nel migliore dei modi. Abbiamo avuto la fortuna di avere per due mesi (e chissà se non di più) il miglior "crossatore" al mondo qual è Beckham e in attacco chi siamo stati costretti a schierare? Pato, la migliore "seconda punta" dei prossimi dieci anni. Scopriamo ora che le "piccole" ereggono muraglie in difesa quando vengono a San Siro? E tra queste ci metto pure l'Internazionale che ieri sera negli ultimi venti minuti ha giocato con sette, dicasi sette difensori...
Perché Dinho che non giocava da mesi e mesi, è partito (quasi) a razzo ad inizio stagione ed ora, dopo la sosta invernale, deve ancora smaltire la mini preparazione di Natale? Che significa?
Vogliamo parlare della stampa, la rosea in primis, che come una bomba ad orologeria si è divertita per tutta la settimana a destabilizzare con le voci su Ancelotti? Meglio di no.
Vogliamo parlare degli arbitri? Di quello che è successo ieri sera? Meglio di no.
Come ha detto anche il buon Astoria, al di là di una terna arbitrale da arresto immediato, l'Inter in fondo ha meritato la vittoria e, fortunatamente, ad un certo punto ha solo sfiorato la goleada.
Ed ora? Non lo so, sono confuso. Lasciatemi solo con la mia sofferenza.

Cose che non resteranno/22

Non nascondiamoci dietro a un dito.
E' vero che il primo goal di Adriano era irregolare, ma neppure Maldini e Kaladze che si trovavano lì se ne sono accorti. E' vero che c'erano due rigori (di cui uno solare su Inzaghi) per il Milan, ma il Milan non può riporre le proprie speranze di vittoria nei rigori. E' vero che abbiamo giocato alla pari e che avremmo meritato il pari, ma è anche vero che nei primi venti minuti del secondo tempo un po' di culo e un po' di Abbiati ci hanno risparmiato una goleada che sembrava quasi inevitabile. Insomma, non facciamo i piangina. Nel profondo dei nostri cuori, sappiamo di non aver visto il miglior Milan. Il Milan che demolisce le grandi squadre. Il Milan che insegna calcio in tutto il mondo.
De-fence, de-fence, de-fence.
La superiorità dell'Inter fino ad oggi e ieri sera? La difesa. E non pensate che quella nerazzurra sia una retroguardia degna di un dieci e lode, anzi. Il Milan ha avuto numerose occasioni di andare in vantaggio prima e di pareggiare poi. Eppure, la nostra difesa riesce ad essere peggiore di quella dei cugini. Punto. E gli otto punti lasciati contro Torino, Lecce, Genoa, Reggina sono unicamente frutto di una retroguardia che non vale più quanto cinque-sei anni fa. I famosi cicli di cui ho già parlato in altre sedi. Se poi ieri sera l'unico a raggiungere (a detta di tutti) la sufficienza è stato il quarantunenne Maldini, qualche domanda bisognerà pur porsela. Zambrotta non è quello di un tempo, Jankulovski a Milano non è mai esploso, il povero Kaladze è garanzia di errore. E chissenefrega se poi contro il Cagliari non prendiamo goal e i due terzini galoppano per novanta minuti. La verità è che il Milan ha sempre costruito le proprie vittorie sulla difesa. Ai bei tempi del Tassotti-Costacurta-Baresi-Maldini, gli avversari vedevano la porta una volta ad incontro. E certo non rinunciavamo al bel gioco, ai piedi buoni, alla qualità. Anzi. Gullit, Van Basten, Donadoni, Lentini, Papin, Massaro, Savicevic, Raducioiu, Virdis erano sinonimo di esportazione del cosiddetto calcio champagne.
Cosa resterà.
Undici punti sono tanti, ma non troppi. La Roma dell'anno scorso li recuperò. Abbiamo una squadra eccellente, nulla è precluso. E ora concentriamoci sulla partita di Mercoledì sera a Brema. Possiamo alzarla questa Coppa!

sabato 14 febbraio 2009

Note positive

Nonostante una lunghissima intervista rilasciata alla Stampa di Torino, in cui afferma di voler rifiutare (e di aver già rifiutato in passato) le avances di altre squadre, Chelsea in primis, ogni quotidiano, ogni sito internet, ogni radio e ogni televisione dà per certo l'addio di Ancelotti a fine stagione. Per quanto mi riguarda, preferisco fidarmi delle parole del diretto interessato più che delle speculazioni dei media, desiderosi di catturare l'attenzione delle folle inventando notizie o comunque parlando di eventi futuri e, pertanto, ancora incerti.
Tornando alla realtà dei fatti, invece, vorrei fare qualche considerazione su questa stagione. Ho sostenuto - e tuttora sostengo - che questo sia un anno di transizione. Aggiungo che anche il prossimo sarà probabilmente un anno di transizione. Non nel senso che non vinceremo, ma nel senso che non saremo al top. E' come nei cicli economici. Ci sono fasi di espansione, fasi di rallentamento, fasi di recessione, fasi di assestamento e poi l'economia riprende a marciare. Il calcio è molto simile, per tanti motivi. L'ultimo decennio rossonero ha rispecchiato perfettamente tale ciclicità. Dal 2001 al 2003 ci siamo lentamente rialzati da un biennio negativo, dal 2003 al 2006 siamo andati alla grande, dal 2006 al 2007 abbiamo rallentato, dal 2007 al 2008 siamo peggiorati, dal 2008 al 2009 stiamo risalendo nuovamente la china. Pertanto, se ci volessero ancora uno o due anni per tornare ai massimi livelli, non dobbiamo preoccuparci né lamentarci. E' puramente endemico per una squadra di club avere alti e bassi. Nel caso del Milan, poi, gli alti hanno abbondantemente superato i bassi. Negli ultimi ventitré anni, infatti, i cali sono stati pochissimi. Dal 1990 al 1991, dal 1994 al 1995, dal 1996 al 1998, dal 1999 al 2002, dal 2007 al 2008. Otto stagioni così e così e quindici stagioni di trionfi. Se tracciassimo un parallelo con qualunque altra squadra europea, saremmo fulminati da un sorriso improvviso.
Questa stagione, a detta di molti, non è stata positiva come ci si aspettava. Per carità, l'Inter è a più otto e domani potrebbe andare a più undici. Però, se ci fermiamo ad osservare i motivi per cui il Milan non sia primo, qualche dubbio circa la negatività del campionato corrente mi vengono. Torino, Lecce, Genoa, Reggina. Otto punti persi in modo ridicolo. Ne ho già parlato altrove, ma voglio insistere perché ritengo che il terzo posto del Milan sia unicamente frutto di queste quattro partite gettate alle ortiche. Le cause sono tante - arbitri, errori difensivi, sfiga, poca lucidità in attacco, cambi sbagliati, ecc. Aggiungete poi la mancanza, per l'intera stagione, di una prima punta (Borriello) e del nostro miglior difensore centrale (Nesta), nonché quella di tanti giocatori che costituiscono l'ossatura del gioco rossonero (Gattuso, Pirlo, Kakà) e vedrete come il gap con l'Inter sia questione di bruscolini.
Insomma, via il musone e ricominciamo a sorridere. E ricordiamoci che Lecce e Genoa non pareggeranno sempre al novantesimo.

lunedì 9 febbraio 2009

Countdown -6

Credo ancora nello Scudetto, ma soprattutto credo che questo sia una anno di transizione.

Pensate a quanto sia migliorato il Milan in campionato rispetto alle stagioni passate. Abbiamo quarantatre punti, molti in più di quanti non ne avessimo negli ultimi due campionati a questo punto. Se la stagione 2006/2007 è stata caratterizzata dall'ingresso in un tunnel (quarto posto), la stagione 2007/2008 ha rappresentato invece l'attraversamento del tunnel (quinto posto). Finalmente abbiamo visto la luce. Stiamo uscendo dal tunnel. Potremmo farlo a breve o più lentamente, ma la cosa importante è che questa squadra abbia ritrovato alcuni elementi-chiave che mancavano e una filosofia di gioco ben precisa.
Figure che mancavano.
i) Un portiere. Sapete tutti quanto io abbia difeso e quanto continui a difendere il povero Dida. Va però detto che Abbiati sta facendo una stagione pazzesca, e che ci ha aiutato a portare a casa molte vittorie.
ii) Un centrocampista che crossi. Sembrava impensabile rimpiazzare quel Concorde di Serginho. Invece è arrivato Beckham, che oltrettutto corre come un pazzo, recupera palloni, difende come Gattuso.
iii) Una seconda punta. Anche qui, dopo l'addio di Shevchenko sembrava difficilissimo trovare un suo equivalente. Invece abbiamo scoperto Pato. Più di venti goals nel suo primo anno al Milan, a soli diciotto-diciannove anni. Numeri che non ricordo in altri calciatori a quell'età. Questo qui fra due-tre anni vincerà il suo primo Pallone d'Oro. Altri ne seguiranno. Un mostro. Veloce, furbo, intelligente, ha una maturità calcistica superiore a tanti attaccanti più esperti ed anziani di lui.
Figure che mancano.
iv) Due difensori centrali. Il Capitano abbandonerà. Favalli seguirà. Senderos non ce l'ha fatta, per ora. Il fisico di Nesta non dà garanzie. Restano Bonera e Kaladze. Troppo poco per una squadra che gioca un calcio offensivo e spettacolare. Per supportare un gioco quale il nostro, servirebbero Baresi, Costacurta e Filippo Galli. Speriamo che Thiago Silva (e chi con lui) riporti in auge un reparto difensivo che è stato, a suo tempo, il migliore della storia di questo sport.

La filosofia di gioco.
Da quant'è che non vedevamo il Milan dominare in campionato - seppur solamente in alcune partite - come quest'anno? Personalmente, dalla stagione 2003/2004. Davvero, sembra che quello spirito, quella grinta, quel desiderio di vincere le partite giocando bene sia tornato. Non corrughiamoci per i pareggi con Torino, Lecce, Genoa e Reggina. Sono otto punti in meno, ma è come se non ci fossero. Sono pura sfortuna. Per me sono partite vinte. Anche perché con il Torino il rigore per loro non c'era, ma ce n'era un per noi; con il Lecce, altro rigore per noi e la punizione in occasione del loro goal non c'era, con il Genoa, pareggio immeritato; infine, con la Reggina sappiamo tutti come è andata.

Insomma, state tranquilli. La fine del tunnel è vicina. E la cosa più emozionante è che non sappiamo cosa ci aspetti fuori. Ma con un pizzico di fortuna in più, sarà sicuramente qualcosa di molto piacevole.

sabato 7 febbraio 2009

Buone notizie

Finita dieci secondi fa. Partita spettacolare. Tra otto giorni saremo a meno cinque.

I love this game

A fine primo tempo, magistrale prova del Milan che disputa uno tra i migliori quarantacinque minuti degli ultimi anni. Incredibilmente, però, vince uno a zero la Reggina. Goal di Di Gennaro, uno del Milan. Amo questo sport. Non sto scherzando. Comunque secondo me gliene facciamo tre nella ripresa.

Cronachette

Ho appena finito di vedere (seppur mentre lavoravo) Lecce - Inter. Non inganni il tre a zero, fino al secondo goal il Lecce spingeva e l'Inter si limitava all'ordinaria amministrazione. Poi Figo (peggiore in campo, anche a detta di Piccinini) ha fatto un golletto fortunoso e la partita è finita. Poi Balotelli, che alcuni folli paragonavano a Pato (e ora tutti accusano il giovane interista, come se il suo iter calicstico non fosse anche colpa del loro atteggiamento), è entrato in campo. Dieci minutini, un'ammonizione. Squalificato, salterà il derby. Derby che se giochiamo come sappiamo giocare, secondo me lo vinciamo per due a zero.

mercoledì 4 febbraio 2009

Cose da vedere

Per chi fosse interessato, questa sera contro i Glasgow Rangers potremo vedere all'opera i neoacquisti Thiago Silva e Felipe Mattioni, nonché il promettentissimo difensore centrale della Primavera Michelangelo Albertazzi, da molti paragonato al grande Franz. Sapete ovviamente a chi mi riferisco e sapete quanto io odi i paragoni, ma non ho mai visto giocare un sedicenne in quel modo. Anzi sì, rivedendo vecchie immagini della fine degli anni settanta, quando esordiva nel Milan un ragazzino scartato dall'Inter che preferì suo fratello.

lunedì 2 febbraio 2009

"Campagna acuisti"

Se lo dice lui...

Cose che non resteranno/21

I campionati si vincono così.
Non mi sto riferendo al punteggio. Mi sto riferendo a quel qualcosa che c'è nell'aria quando vinci tre a zero fuori casa, all'Olimpico contro una Lazio desiderosa di punti, in quel mese meraviglioso quale Febbraio, crocevia di tante ambizioni e delusioni. Quando scendi in campo appesantito, quando vieni costantemente messo in difficoltà per quarantacinque minuti, quando il tuo portiere fa un paio di miracoli e ti sembra che stasera non sia la serata giusta. E poi, come d'incanto, a pochi secondi dalla fine del primo tempo, ecco il goal che spezza le gambe agli avversari. Il tutto in modo così fulminante, così improvviso, così inaspettato da farti tremare dall'emozione. Neanche il tempo di osservare se ci siano stati cambi durante la ripresa, che arriva anche un raddoppio furtivo, paraculo, quasi rubato. E poi, un secondo tempo in cui la squadra ha ormai le redini del gioco, in cui le occasioni fioccano come neve d'inverno, in cui potresti farne cinque. E poi, quando si capisce che la partita è vinta e ci si rilassa, ecco il terzo goal - come gli altri improvviso, non previsto, inatteso. L'arbitro fischia la fine, e si capisce che tutti hanno voglia di scendere in campo ad abbracciare i propri eroi. Qui, qualcosa è cambiato.

Le pagelle che non resteranno.
Abbiati - 7: in questo momento è il portiere più in forma del campionato, possiamo dormire sonni tranquilli.
Zambrotta - 6,5: contro la Lazio (come all'andata) disputa la sua migliore prestazione da quando è al Milan.
Bonera - 7: acciacchi e febbre sono parole sconosciute per il ragazzo che dirige la difesa senza far rimpiangere l'assenza di Maldini.
Senderos - 5,5: meglio del solito, ma ancora lontano da una condizione fisico-mentale adeguata.
Jankulovski - 6,5: dalle sue parti la Lazio non attacca con tanta enfasi, quindi è libero di svolazzare in avanti costantemente.
Pirlo - 6: commette un fallo da cartellino arancione, per il resto prestazione discreta.
Ambrosini - 7: terzo goal alla Lazio e prestazione da incorniciare, merita quella fascia sul braccio.
Beckham - 8: quinta partita al Milan, quinta prestazione da miglior giocatore in campo - stavolta due assist pazzeschi e tanta, tanta corsa.
Seedorf - 6,5: nel nuovo modulo ancelottiano Clarence si occupa prettamente della fase difensiva e lo fa alla grande.
Kakà - 5,5: totalmente fuori partita per ottantanove minuti, sbaglia due goal facili facili ma si fa perdonare con il tre a zero che spegne le luci dell'Olimpico.
Pato - 7: a diciannove anni è il maggior hot prospect del calcio mondiale, cosa dire di più?

Nota/1.
La terza giornata di ritorno, sfavorevole ad Inter, Juventus e Roma, è invece favorevolissima ad un Milan formato Champions che sbanca l'Olimpico, mostra i denti alle avversarie dirette, scavalca i bianconeri in classifica e si piazza a meno sei dai cugini. Il prossimo turno prevede Milan-Reggina, Lecce-Inter e Catania-Juventus. Partendo dal presupposto che l'Inter vinca e che la Juventus non perda, dobbiamo necessariamente acchiapparci i tre punti in vista del derby.
Nota/2.
Beckham è stato inserito nella lista UEFA a scapito di Emerson e Cardacio. Una scelta coraggiosa ma saggia, visto che il Werder Brema è avversario tosto e che, dovessimo passare il turno, incontreremmo una tra Saint-Etienne e Olympiakos, squadre di valore decisamente inferiore. E probabilmente, dovessimo passare anche gli ottavi, nei quarti ritroveremmo Gattuso a chiudere la cassaforte rossonera.
Nota/3.
Quaresma sta per essere regalato al Tottenham, dopo che i giornali l'hanno dipinto come un fedelissimo di Mourinho e una specie di Caravaggio del calcio solo pochi mesi fa. Critiche dai giornali? Nessuna. Mi domando cosa sarebbe successo se fosse capitato lo stesso a Ronaldinho. Quanto inchiostro sarebbe stato versato.

"Lo hanno fischiato, gli stolti"

Carlo Pellegatti ieri sera in relazione al trattamento riservato dai "soliti noti" a Clarence Seedorf mercoledì a San Siro. E proseguiva verso la fine della partita con le pagelle ai nostri ragazzi: "Stasera per tutti non si parte al di sotto dell'otto: non vogliamo dare otto ad Abbiati? Non vogliamo dare otto a Zambrotta? Otto a Jankulovski? Non vogliamo dare dieci a Beckham? Venti a Seedorf?".

domenica 1 febbraio 2009

Nulla di cui parlare

Questa storia della fuga dell'Inter a me non convince. Per tre ragioni.
i) L'Inter non sta giocando bene, a dispetto di quanto detto recentemente. La realtà dei fatti è che in un mese i nerazzurri hanno faticato contro la Sampdoria e il Cagliari, hanno perso contro l'Atalanta e si sono sbarazzati di un Catania nettamente in crisi (si è fatto superare in casa anche dal Bologna, tanto per dirla tutta). Insomma, tutta questa grandeur io non la vedo.
ii) Il Milan ha dovuto affrontare una serie di sfide molto più complesse (Roma, Fiorentina e Genoa), e se non sono arrivate quattro vittorie è stato semplicemente perchè contro giallorossi e rossoblu ci siamo fatti fregare come polli nella seconda parte della gara. Insomma, gran gioco e gran tenuta fisica, a dispetto dei numerosi infortuni.
iii) L'Inter ha una doppia sfida con il Manchester United da onorare. Si sa che la Champions, per i nerazzurri, è il vero obiettivo. Specialmente in una stagione di transizione come questa, in cui il Milan sta ricostruendo, la Juventus cerca di assestarsi e la Roma deve ripartire. La sfida di Champions di cui dicevamo, by the way, cade proprio in un periodo terribile per l'Inter, che dovrà affrontare Milan, Roma, Fiorentina e Juventus nello spazio di un mese. Ovviamente i nerazzurri potrebbero trovarsi a battere il Manchester e a vincere tutte queste sfide, o viceversa, o una combinazione delle due cose. Certo è che il momento migliore per il Milan per recuperare terreno sarà proprio quel Febbraio-Marzo che ogni anno decide i campionati.

Note sparse.
Mesi fa dicevamo che il Napoli, a differenza di quanto titolavano i giornali che ci si masturbavano, non valeva granché. Lavezzi accostato a Kakà e Gargano affiancato a Gattuso erano bestemmie. Finalmente la realtà dei fatti è emersa. Ovviamente, nessuno fa ammenda per le cazzate scritte.
Solo sette giorni fa tutti i quotidiani (ma proprio tutti) parlavano di un possibile scudetto bianconero. Oggi, come se nulla fosse, la Juventus viene definita "in crisi" e si parla già di rivoluzione. Di terzo posto a rischio, con la Roma che incombe prepotentemente. Un po' di equilibrio nelle notizie? No, eh?