martedì 30 settembre 2008

Il brasiliano del Milano

Ma alla brava Simona Marchetti hanno detto che il club non si chiama più così dal dopoguerra?

lunedì 29 settembre 2008

Cose che non resteranno/4

Succede solo al Milan. Succede solo al Milan che in occasione della partita più importante, quando bisogna dimostrare che siamo i più forti, questo avvenga con una frequenza impressionante. Che Ronaldinho, prematuramente giudicato un brocco, un ex-giocatore, una "figurina" da tanti giornalisti e tifosi risorga con una prestazione maiuscola e un goal bellissimo, per giunta sotto la curva sud, per giunta decisivo per la vittoria. Che Seedorf, faro di questa squadra, tiri fuori una prestazione da Olanda anni '70 e annichilisca praticamente da solo ogni azione dell'Inter. Che la difesa tanto vituperata dagli addetti ai lavori si trasformi in un Tassotti-Costacurta-Baresi-Maldini e chiuda tutto. Che Abbiati pari tutto. Che una squadra data per morta distrugga, umili, cancelli l'avversario, già ritenuto più forte di tutto e di tutti. Che Galliani e Berlusconi, a fine partita, si abbraccino forte. Mancava solo che Ancelotti si mettesse a cantare in mezzo al campo come dopo la finale di Champions del 2007.

Come nel più classico film degli anni ottanta, dove il buono ha la meglio sul cattivo, alla fine ieri è stato il Milan a spuntarla. E l'esempio buoni/cattivi adottato non è casuale. Certe sensazioni, certe frasi, certi abbracci, certi visi, certi sorrisi, certe dichiarazioni appartengono solo al Milan. Pensate alla bontà di Ancelotti, alla correttezza di Gattuso e Ambrosini, all'onestà di Maldini, ai sorrisi di Kakà, Ronaldinho e Pato, all'intelligenza di Seedorf. E' vero, il Milan compra prima degli uomini, e poi dei giocatori. Il Milan fa pochi falli, il Milan non fa mai risse, il Milan non fa mai polemica.
E i cattivi? I cattivi perdono. Perdono perché non sanno perdere. E così perdono la faccia. Quella cattiva, rabbiosa, violenta di Ibrahimovic, Stankovic, Burdisso, Materazzi. Quella da rosicone di Mourinho, capace di dire a fine partita che "il Milan non ha meritato di vincere". Quella da teppista di Ibrahimovic, capace di dire a fine partita che "l'arbitro ha vinto la partita". Quella da finto buono di Cambiasso, capace di dire a fine partita che "è strano che non abbiano espulso anche Stankovic, per come è stato l'arbitraggio". I buoni, più forti dell'invidia, della cattiveria, della sfortuna e dell'ingiustizia, vincono. L'happy ending è tutto nostro e nessuno può levarcelo.
Il racconto della partita.
Il derby nasce e finisce in modo surreale. Nei giorni antecedenti il match queste (e ora vorrei mandargli un e-mail) sono le idee che vanno per la maggiore. Insomma, sembra proprio che il Milan debba fare la parte di Isacco. In più, l'infortunio di Borriello e la condizione fisica di Ronaldinho e Shevchenko non aiutano certo a decifrare quale sarà la formazione anti-Inter, così un po' tutti pronosticano una facile e larga vittoria dei nerazzurri.
Poi si scende in campo.
Il Milan si presenta con un 4-1-2-2-1. Quell'uno davanti alla difesa è il più grande centrocampista degli ultimi vent'anni, cui Ancelotti concede le chiavi della regia del gioco. Come ai tempi dell'Ajax, quasi quattordici anni fa. Tanto tanto tempo, ma Clarence non si è dimenticato nulla, e da subito fa capire che ogni ripartenza dell'Inter verrà contrastata con largo anticipo. Partita un po' chiusa nei primi dieci minuti, in cui le squadre si studiano, si annusano, cercano soprattutto di non commettere errori. Poi il Milan inizia a giocare. I rossoneri controllano il gioco, fermano ogni iniziativa interista e avanzano il proprio baricentro. Al sedicesimo Kakà e Dinho si inventano uno show cui Julio Cesar si oppone dimostrando una reattività pazzesca. Nei minuti seguenti, il pressing del Milan aumenta, così come aumentano le occasioni. Un tiro di Kakà viene spedito in angolo da Maicon, uno scatto bruciante di Pato su Chivu viene fermato da Julio Cesar, un tiro di Zambrotta accarezza la traversa. Arriva il minuto trentasette. Dinho supera la metà campo, vede Kakà largo a destra. Con un campanile che sembra disegnato da Giotto gli consegna il pallone. Kakà scende verso l'area, si ferma. Da fermo, con due nerazzurri che si frappongono dinanzi a lui, inventa una parabola morbida che attraversa l'area. Sembra innocua, finché non arriva l'incornata vincente di Ronaldinho. Julio Cesar resta fermo. La curva sud impazzisce. Il gaucho balla la samba. Il primo tempo si chiude così.
Nella ripresa ti aspetti una reazione dell'Inter. Che non c'é. Per merito nostro. Il Milan sfiora in più occasioni il raddoppio, i nerazzurri ci provano malamente col nuovo entrato Cruz e con Ibrahimovic da fuori area, ma la mira non è granché. A centrocampo il Milan sovrasta l'Inter, soffocando ogni sua azione e cancellando ogni velleità offensiva dei cugini. Poi la partita si innervosisce. Burdisso viene espulso per aver agganciato Kakà in contropiede, Stankovic viene graziato quando calcia da dietro Ricky che si sta involando in solitaria verso la porta nerazzurra, Materazzi e Oriali si fanno infine espellere per aver inscenato una polemica con urla e parolacce dalla panchina. Il numero dei cartellini gialli aumenta. Ed è vero, solo da una parte. Perché? Perché solo una delle due squadre fa fallo. L'altra, in vantaggio, cerca di far passare il tempo e ci prova in contropiede. Come quando Shevchenko, sfortunatissimo, fa partire un missile che Julio Cesar devia in angolo con le unghie. L'unico vero brivido, ma poi neanche tanto, nel terzo minuto di recupero, è quando Adriano di testa la mette a lato. Ma, non so perché, sapevo che non sarebbe entrata. Per una sorta di equilibrio universale.

Le pagelle che non resteranno.
Abbiati - 7: gran partita per Christian, con un paio di interventi su Ibrahimovic e Stankovic degni di applauso. Deve solo imparare, certe volte, a non respingere il pallone di pugno, ma a cercare di controllarlo.
Zambrotta - 6,5: buone cose, senza mai strafare. Del resto, anche lui ha bisogno di tirare un po' il fiato.
Kaladze - 7: nella serata del dentro/fuori, nel derby più importante, nel momento più cruciale della stagione sfodera dal cilindro una partita perfetta e chiude, insieme a Maldini, una difesa che ha concesso e rischiato pochissimo. Domanda personale a Kakhaber - potevi svegliarti anche contro Bologna e Genoa?!
Maldini - 7,5: gioca l'ultimo derby con la fame, l'agonismo e la voglia di un diciottenne. Fa impazzire Ibrahimovic, annulla Quaresma, soffoca Adriano e Cruz. La saracinesca alzata dinanzi ad Abbiati ricorda quella del Milan di Capello. Immenso.
Jankulovski - 7: anche lui decide di fare il fenomeno, spingendo e coprendo per novanta minuti, nella partita più delicata che ci fosse. Cancella dai tabellini quel giocatore pagato trenta e passa milioni di euro che in novanta minuti riesce a fare una sola trivela - che poi sarebbe un cross d'esterno, se lo fanno gli altri.
Gattuso - 7: lui e Ambrosini garantiscono costante superiorità a centrocampo ed erigono una diga semplicemente invalicabile. Il siparietto con Ancelotti, con urla a scena aperta, mostra quanto valga per Rino la maglietta che indossa. E' tornato quello di tre anni fa.
Ambrosini - 7: si spinge meno in avanti e quindi ad alcuni potrebbe essere sembrato di averlo visto sottotono. In realtà il futuro capitano rossonero fa il proprio mestiere perfettamente e proprio per questo motivo ogni azione dell'Inter viene soffocata sul nascere.
Seedorf - sv: non ho diritto di dare un voto al più grande centrocampista degli ultimi vent'anni, come non ho diritto di dare un voto all'Incredulità di San Tommaso del Caravaggio. I capolavori non si giudicano, si ammirano estasiati. Mughini ha chiesto a Galliani di aumentargli lo stipendio, Galliani ha detto che è stato il migliore in campo, i compagni lo hanno osannato durante le interviste. Messo nella posizione in cui giocava nell'Ajax, Clarence corre, difende, lotta, strappa palloni, si inserisce, sforna assist, salta, recupera... Personalmente, e Crow sarà probabilmente d'accordo con me, il prossimo capitano del Milan dovrebbe essere lui.
Ronaldinho - 7,5: il gaucho ha giocato, a dispetto di quanto detto e scritto da moltissimi, una gran partita. Ha corso, ha difeso, ha inventato palle d'oro (quella per Pato in fuorigioco millimetrico era commovente), ha tirato (e Julio Cesar ha compiuto un miracolo), ha passato a Kakà, si è incuneato nella solida e muscolosa difesa interista dove ha saltato più di tutti e ha infilato all'angolino un colpo di testa alla Bierhoff. Che dire? Anche il suo risorgimento passa da questa partita.
Kakà - 7: non ha segnato, ma ha sfornato tre-quattro assist deliziosi, ha coperto quando c'era da coprire, ha causato l'espulsione di Burdisso, l'ammonizione di Stankovic e, most of all, ha inventato una parabola pazzesca (da fermo) per Dinho.
Pato - 6,5: non può fare goal ad ogni occasione, ma è stato comunque bravo ad inserirsi, a spingere, a dare fastidio alla difesa nerazzurra che non ha mai capito dove fosse.
Flamini - sv
Shevchenko - sv
Ancelotti - 9: ogni anno rischia il posto e ogni anno si dimostra il migliore allenatore del mondo. Si inventa Seedorf regista difensivo, tenta la carta Ronaldinho quando nessuno ci crede più, conferma Pato al posto di Shevchenko quando tutti gli danno dell'aziendalista. Che dire? Carlo, ti vogliamo bene.
Galliani - 8: e Ronaldinho sarebbe una figurina? Bene ha fatto a bacchettare i tanti giornalisti che negli ultimi tempi avevano screditato lui, Ancelotti e il Milan. Grazie Adriano.

sabato 27 settembre 2008

Milan - Inter, Stadio Meazza, 28 Settembre 2008

Ecco la probabile formazione per il derby di domani sera:

Abbiati - Zambrotta, Kaladze, Maldini, Jankulovski - Gattuso, Ambrosini, Seedorf - Kakà - Shevchenko, Pato
Dida, Antonini, Bonera, Favalli, Flamini, Emerson, Ronaldinho

In tribuna: Kalac, Darmian, Cardacio, Viudez
Indisponibili: Nesta, Senderos, Pirlo, Inzaghi, Borriello

Nota: espugnato il Granillo con il minimo sforzo, i rossoneri si presentano all'appuntamento col derby carichi di motivazioni e sempre più a posto fisicamente. L'infortunio di Borriello, al momento l'attaccante più in forma, non ci voleva. Tuttavia, anche una brutta notizia quale questa può portare a qualcosa di buono. Mi riferisco all'inserimento di Shevchenko. In effetti, benché l'ucraino sia discretamente fuori forma, in una partita quale il derby servono esperienza e maturità. E in questo senso Sheva è molto più adatto ad una sfida del genere di quanto non lo sia Borriello. Ad ogni modo, Ancelotti non ha lasciato trapelare alcuna informazione sulla presenza o meno del biondo di Kiev, quindi prepariamoci ad un'eventuale mossa dell'ultima ora - ad esempio, Flamini al posto di Shevchenko e Milan schierato col 4-3-2-1 con Seedorf e Kakà alle spalle di Pato. O, coupe de theatre, Ronaldinho al fianco di Kakà.
Nota/2: questa partita vale tantissimo dal punto di vista psicologico, molto meno dal punto di vista della classifica. Andare a meno uno dall'Inter, quando mancano ancora trentatre giornate alla fine del campionato, significherebbe solo ed esclusivamente che non siamo meno forti dei nerazzurri. Andare a meno sette dall'Inter, quando mancano ancora trentatre giornate alla fine del campionato, significherebbe che il campionato è apertissimo, ma che per ora loro sono più forti. Ad ogni modo, Milan e Inter si presentano entrambe con squadre incerottate, con una partita di coppa molto importante alle porte (Zurigo e Werder Brema) e con la consapevolezza di dover dare il massimo. Il Milan per continuare sul sentiero intrapreso, l'Inter per non abbandonarlo. Serviranno il Seedorf e il Kakà che abbiamo visto contro la Lazio. E una difesa più agguerrita. Essere la squadra meno fallosa della serie A è un vanto, ma subire un goal a partita è da fessi, soprattutto quando scendono in campo giocatori come Zambrotta, Maldini, Bonera, Kaladze, Jankulovski. Fortunatamente per noi, anche l'Inter delle ultime settimane subisce quasi sempre goal, quindi almeno siamo in buona compagnia.

Update/1: prende sempre più corpo l'idea di inserire Flamini per irrobustire il centrocampo, avanzando Seedorf ed escludendo Shevchenko.
Update/2: coupe de theatre, ma neanche troppo. Ronaldinho, tenuto precauzionalmente a riposo contro Zurigo, Lazio e Reggina viene gettato come San Daniele nella fossa dei leoni. Ovviamente non conosco le sue condizioni, ma conosco Ancelotti e so che non l'avrebbe fatto scendere in campo qualora le sue condizioni fossero state tali da impedirgli di giocare bene. Pronostico personale, tanto per cambiare. Pareggio. Due a due.

giovedì 25 settembre 2008

Lista della spesa

La partita contro la Reggina non l'ho vista (anche se ho visto gli highlights), ma scriverò ugualmente una breve lista della spesa:
i) Abbiamo sempre più un attaccante. Peccato per il suo infortunio, anche se (almeno) cade a fagiolo, date le due settimane di sosta della serie A;
ii) Dieci giorni fa Pato era, secondo la maggior parte degli addetti ai lavori, un oggetto misterioso, un giocatore che si era perso, una scommessa mai vinta. Come al solito gli addetti ai lavori ci hanno preso.
iii) La Lazio umilia la Fiorentina degli schemi d'attacco. Caro signor Gilardino, come mai questa volta non ne avete provati tanti?
iv) Abbiati è sempre più un ottimo portiere;
v) Kaladze inizia a starmi antipatico;
vi) Grandissima squadra il Bologna, non faticherà ad ottenere un piazzamento in Champions;
vii) Ka-Ro-Pa nel derby, anche se non ci scommetterei troppo. Vogliamo lasciar fuori Clarence?
viii) Il passaggio smarcante di Clarence a non so quale minuto di quale tempo;
ix) Flamini ha bisogno di un punching ball su cui sfogarsi. Ieri non è stato espulso nella ripresa per pura carità cristiana;
x) Se la sfiga non ci avesse preso di mira contro il Bologna e se Borriello avesse segnato a tu per tu con il portiere contro il Genoa, chissà.

martedì 23 settembre 2008

Reggina - Milan, Stadio Granillo, 24 Settembre 2008

Ecco la probabile formazione di domani, in parte svelata da Ancelotti:
Abbiati - Zambrotta, Bonera, Kaladze, Favalli - Flamini, Ambrosini, Seedorf - Kakà - Shevchenko, Pato
Dida, Antonini, Maldini, Gattuso, Emerson, Ronaldinho, Borriello

In tribuna: Kalac, Darmian, Cardacio, Viudez
Indisponibili: Jankulovski, Nesta, Senderos, Pirlo, Inzaghi

Nota: dopo l'orgasmico ed orgiastico trionfo contro i biancocelesti, il Milan si presenta a Reggio Calabria un po' incerottato (Gattuso e Borriello stanchi, Jankulovski rimasto a Milano per un pestone) e con un solo pensiero in testa: il derby di Domenica sera. Per questo ci sarà un ampio turnover, con Favalli, Bonera e Shevchenko titolari. Inoltre, benché Ancelotti l'abbia negato, è possibile che Antonini venga utilizzato al posto del diffidato Zambrotta - che non possiamo rischiare di perdere contro l'Inter.
Nota/2: inutile nascondersi. La Reggina vale poco, non è più la squadra dei tempi d'oro di Mazzarri. A differenza della Lazio si chiuderà in difesa, cercando di portare a casa uno zero a zero che le servirebbe come l'oro. Il 3-6-1 di Orlandi, in tal senso, è simbolico. Sarà una partita durissima, da sbloccare as soon as possible per poi contenere gli amaranto e ripartire in contropiede. Il Milan sta migliorando, non si può negare. Ma queste sono le partite da vincere con tanta rabbia, tanta voglia e poche cavolate in difesa.
Update/1: Ancelotti stupisce tutti, togliendo capitan Ambrosini e Shevchenko ed inserendo Gattuso e Borriello. Mi piace questa stagione, dove nessuno è titolare e tutti si giocano le proprie opportunità Domenica dopo Domenica.

Giornalismo alle vongole

Dopo aver massacrato, umiliato, pubblicamente distrutto il povero Carlo Ancelotti per anni - definendolo un debole, un aziendalista, uno che non si fa rispettare dalla società - è da un paio di giorni che su ogni giornale, su ogni sito internet, in qualunque show televisivo il tecnico emiliano è improvvisamente stato riabilitato e rivalutato. Addirittura, alcuni blog e alcune fanzine rossonere lo definiscono "un grande", dopo averne chiesto la testa per mesi. Ora, voi mi chiederete quale sia il problema nel definire "un grande" Ancelotti. Nessuno, figuratevi. Io lo difendo da sempre e anche se scendessimo in serie B non avrei che parole positive per lui. Il punto è che la difesa di Carlo viene sfruttata per attaccare la società, la dirigenza, il Presidente. Fateci caso - tutti stanno sottolineando il fatto che Ancelotti, contro la Lazio, abbia fatto accomodare Shevchenko e Ronaldinho in panchina. Come a dire, uno schiaffo ai vertici rossoneri.
E' il solito giornalismo alle vongole all'italiana. Anziché cercare motivazioni prima di pubblicare le proprie tesi, tale processo avviene ex-post. E spesso, modellando le informazioni e i fatti e fregandosene completamente della palese distorsione della realtà. E se Ancelotti, nel derby, schierasse Ronaldinho e Shevchenko dall'inizio, si aprirebbero due scenari. Nel primo caso, Ancelotti sarebbe di nuovo marchiato a fuoco e bollato come "servo dei padroni". Nel secondo, tutti direbbero che l'ha fatto per mostrare i limiti del Milan derivanti da un'impossibile coesistenza dei due palloni d'oro.
Nota/1: riescono ad attaccare la società anche grazie a Flamini. Il povero Mathieu, dopo aver giocato sempre, è stato fatto accomodare in panchina contro la Lazio per rifiatare. Beh, anche tale evento è stato vissuto come "un attacco neanche troppo velato" di Ancelotti alla società. Dimenticandosi del fatto che Flamini l'ha voluto proprio lui, dopo averlo visto in azione negli ottavi di Champions del Febbraio scorso.

lunedì 22 settembre 2008

GOL!

OK, l'iniziativa è del "giornale rosa che trovate al bar sul bancone dei gelati", ma stando almeno alle premesse sembrerebbe davvero ghiotta. E' uscito oggi, infatti, il primo DVD di un'opera titanica che ambisce a raccogliere oltre 3.000 gol del Milan, dal 1953 ad oggi. Pare che abbiano visionato migliaia di ore di materiale video direttamente dagli archivi della RAI, per realizzare "il più grande videocatalogo calcistico mai prodotto in Italia". Insomma, io l'ho preso e mi piaceva informarvene, nel caso vi fosse sfuggita la notizia. Se volete saperne di più, andate a questo indirizzo. Per quanto mi riguarda, se trovo un minuto libero, magari riesco pure a vederlo...

domenica 21 settembre 2008

Cose che non resteranno/3

Il Milan torna a vincere e a convincere in campionato con una prestazione d'altri tempi. Il direttore d'orchestra Kakà e il compositore Seedorf ammaliano la platea con la loro sinfonia, mostrando di cosa è capace il Milan (senza Nesta, Senderos, Pirlo, Flamini, Ronaldinho, Shevchenko, Inzaghi) quando le gambe iniziano a girare e la fortuna non ti volta le spalle. La Lazio, a differenza del Catania, si schiera a San Siro con un 4-3-1-2 molto offensivo, che non lascia spazio a dubbi: i biancocelesti vogliono i tre punti. E non ci mettono molto a farlo capire agli avversari e al pubblico. Ma è il Milan a giocare meglio e così, da un rimpallo fortunoso, Seedorf si ritrova a tu per tu con Carrizo che può solo sentire il vento che gli accarezza i capelli mentre una saetta lo trafigge. Lazio spaventata? Macché. Pochi minuti e la meravigliosa coppia Zarate-Pandev inizia a incunearsi sempre più spesso nella difesa rossonera, oggi più attenta delle ultime uscite. Attenta ma non troppo, come quando il macedone imbecca l'argentino sul filo del fuorigioco. Stilettata rasoterra e tutto da rifare. Il Milan va in confusione per una decina di minuti che sembrano interminabili, minuti in cui la Lazio fa quello che vuole. Occorre una cannonata di Zambrotta per riportare i rossoneri in vantaggio. La ripresa si apre con un veloce uno-due Kakà-Pato che chiude i giochi. Prima Ricky si inventa una traiettoria che ricorda il suo goal di due anni fa all'Anderlecht, poi Pato in torsione la infila di testa. Seguono altre occasioni sciupate da una parte e dall'altra, ma la partita sostanzialmente si addormenta fino ai titoli di coda.

La vittoria contro la Lazio può essere secondo me raccontata attraverso quattro semplici fotografie.
i) Il bellissimo abbraccio tra Seedorf e Ancelotti, al cambio del giocatore olandese;
ii) Il recupero sulla linea di fondo di difesa da parte di Borriello, quando la partita era ancora aperta;
iii) I continui passaggi di Kakà per Ronaldinho, segno di una volontà di integrare il più possibile il nuovo arrivato;
iv) La grinta negli occhi di Gattuso in qualunque istante della partita.

Top five degli argomenti di cui discutere.
i) La strepitosa condizione di Kakà;
ii) La sicurezza che Abbiati infonde nei suoi compagni e nei tifosi;
iii) Clarence Seedorf;
iv) Ci siamo levati un ingrato (e per giunta pippa) dalle scatole per quindici milioni di euro e abbiamo comprato una gran bella punta pagandola meno di dieci milioni di euro;
v) La difesa, ancora non perfetta.

Le pagelle che non resteranno.
Abbiati - 6,5: partita molto buona, con diversi interventi degni di nota ed uno particolarmente spettacolare su Zarate nella ripresa. Finalmente abbiamo un portiere. Ed ora aiutiamo Dida a ritrovare sè stesso.
Zambrotta - 6,5: stasera ha lavorato poco, soprattutto perché la Lazio attaccava quasi esclusivamente dal centro e da destra. Finché ha deciso che a lui l'uno a uno non piaceva come punteggio e allora, da metri trentuno, ha segnato il suo personale goal dell'anno.
Maldini - 6: il Capitano gioca la sua partita, senza particolari sbavature, con qualche intervento positivo.
Kaladze - 5: il georgiano, di questi tempi, non riesce ad azzeccare una partita. Ogni rischio che corriamo, anche sul quattro a uno, scaturisce da sciocchezzuole nella sua zona di competenza.
Jankulovski - 6,5: mamma mia quanto ha corso stasera il ragazzo! Speriamo continui così, sembra essere del tutto rigenerato.
Gattuso - 7: puoi rompergli un braccio, sparargli, legarlo, ma non c'è nulla da fare. Quando Rino entra in campo lo fa per dare il sangue e così è anche stasera. Il voto è un po' alto, ma giustificato dal fatto che il povero Ringhio si è distrutto un braccio neanche due settimane fa.
Ambrosini - 6: partita scialba per il pesarese che giustamente ha bisogno di rifiatare.
Seedorf - 7: non mi sento in diritto di commentare un genio di tale caratura. Che posso dire? Standing ovation.
Kakà - 7,5: sembra essere tornato quello di due anni fa. Crea, inventa, corre, recupera, salta, dribbla, passa. Tira. Segna. Un goal strepitoso che fa impazzire lo stadio.
Pato - 6,5: goal (di difficile esecuzione) a parte, il papero ha giocato una buona partita, mostrandosi determinatissimo a convincere Ancelotti che lo scambio con Inler dell'Udinese non s'ha da fare.
Borriello - 7: strepitoso. La punta che ci mancava. Lotta, corre, recupera, soffre, fa salire la squadra, tira, ci prova, aiuta. Potrebbe diventare indispensabile se inizia pure a segnare con regolarità.
Ronaldinho - 6,5: il ragazzo, anche se solo per venti minuti, ci mette l'anima. Vuole trascinare questo Milan alla vittoria, vuole diventare parte di esso, vuole dimostrare di essere ancora lui. La sua caparbietà e grinta vanno sottolineate ed apprezzate.
Emerson - sv
Flamini - sv

Live blogging/1

3.27 pm - L'Inter beneficia della terza autorete consecutiva e si porta in vantaggio contro il Torino. Il giornale rosa, il va sans dire, attribuisce il goal a Mancini.
3.29 pm - L'Inter raddoppia. Immagino la gioia del Direttore (di cosa non so) Cannavò.
3.31 pm - Nella sede del giornale rosa, spumante in mano, hanno deciso che dato che si vince due a zero si può anche attribuire il primo goal al povero Pisano.
3.36 pm - Telecronaca Mediaset Premium: "Mourinho appunta i suoi appunti da mettere, appunto, a punto".
3.37 pm - Gilardino, dopo aver dichiarato che al Milan non si provavano schemi offensivi (e Ancelotti ha fatto bene a rispondergli affermando che con un titolare quale Inzaghi basta l'istinto), ha segnato il suo quarto goal in viola. Sono sempre più convinto che averlo venduto sia stato un bene.
4.11 pm - Telecronaca Mediaset Premium: "L'Inter non gioca bene, ma gioca un contropiede da manuale". Insomma, stile Bologna.
4.31 pm - Diretta Stadio su 7Gold: "La Juventus è la squadra più in forma d'Europa, e lo dico soprattutto perché ha battuto lo Zenit, la squadra più in forma d'Europa". A parte la geniale contraddizione, la Juve è stata schiacciata dallo Zenit per più di metà partita. Inoltre, quest'anno lo Zenit è ottavo in classifica a campionato quasi finito. Tanto per farsi due conti, oggi ne ha presi tre in casa dal CSKA, terzo in classifica.
4.38 pm - Diretta Stadio su 7Gold: "Possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che l'Inter e la Juventus sono in fuga. Per Milan e Roma sarà difficile raggiungerle". Domanda. Perché sei punti di vantaggio, a tre giornate dalla fine del campionato, non sono tanti ma tre-quattro, quando di giornate ne mancano trentacinque, sono un'enormità?
4.47 pm - Telecronaca Mediaset Premium: "L'Inter si salva con Julio Cesar. Il Torino sta schiacciando l'Inter con un forcing senza soluzione di continuità". Sempre più stile Bologna.
4.48 pm - Telecronaca Mediaset Premium: "La Juventus come l'Inter. Continua a subire il forcing del Cagliari e ci prova in contropiede". Cavolo, almeno noi le partite le dominiamo.
4.49 pm - Telecronaca Mediaset Premium: "La Fiorentina non è da meno. Il Bologna sta costringendo i viola nella propria metà campo da troppo". Appunto.

sabato 20 settembre 2008

Milan - Lazio, Stadio Meazza, 21 Settembre 2008

Ecco la probabile formazione per domani, posticipo della terza giornata contro la Lazio:

Abbiati - Zambrotta, Bonera, Kaladze, Jankulovski - Gattuso, Flamini, Ambrosini - Kakà, Shevchenko - Borriello
Dida, Maldini, Antonini, Emerson, Seedorf, Ronaldinho, Pato

In tribuna: Kalac, Pasini, Darmian, Cardacio, Viudez
Indisponibili: Nesta, Senderos, Pirlo, Inzaghi

Nota: dopo tanto tempo, finalmente abbiamo recuperato definitivamente Kaladze e Jankulovski in difesa, Gattuso a centrocampo, Borriello in attacco. In particolare, voglio soffermarmi per scrivere due parole sul napoletano, da me vituperato per lungo tempo. Giustamente, date le sue prestazioni nel Milan. Ingiustamente, per ciò che ha fatto vedere l'anno scorso a Genova e Giovedì sera contro lo Zurigo. Il ragazzo sembra ritrovato, il feeling col goal sembra esserci (il goal più bello contro lo Zurigo lo ha segnato lui) e la condizione fisica sta tornando. Questo è il momento della fiducia: deve giocare tanto ed essere appoggiato anche se non segna. Stesso discorso vale per Pato. Ecco, diciamo che io vedo Shevchenko e Inzaghi come chioccie di Pato e Borriello. Mi auguro che sappiano seguire le loro orme.
Nota/2: un paio di ballottaggi. In difesa Maldini potrebbe giocare al posto di Bonera, mentre in attacco Shevchenko potrebbe concedersi un turno di riposo e lasciare spazio a Seedorf o Pato. Ad ogni modo, incontriamo un avversario sulle ali dell'entusiasmo per il primo posto in classifica, che non verrà a San Siro a farsi tritare. Anzi, è probabile che i biancoazzurri partano subito in quarta per metterci in difficoltà e non farci ragionare. L'assenza di Pirlo, in tal senso, è una tegola pesantissima. In compenso, giocheremo con tre mediani difensivi che ci permetteranno di essere più coperti del solito.

venerdì 19 settembre 2008

La virtù sta nel mezzo

Finalmente siamo riusciti a portare a casa un risultato che, come minimo, rispecchia quanto mostrato dalla squadra sul campo. E di questi tempi non è poco, ne converrete.
Per come ho visto la partita io, la squadra ha fatto sicuramente un passo avanti rispetto a Genova, pur senza raggiungere la bella e sfortunata prestazione offerta in casa contro il Bologna, con l'unica differenza registrata ovviamente nel tabellino finale. In tal senso, mi è piaciuto molto l'equilibrio mostrato da Galliani nel dopo partita, ricordando - col sorriso sulle labbra - come non bisogna farsi influenzare troppo dal risultato e vedere maggiormente l'andamento delle partite prima di aprire "crisi" e "tragedie" assortite. Cose ai confini del lapalissiano, ripetute ad esempio fino alla nausea anche da queste parti, ma per le piccole menti giornalistiche che purtroppo ci circondano sempre utili da ricordare.
Tanto per ripetere ancora una volta il concetto, così come ha ricordato anche il nostro AD, se convalidavano il goal dello Zurigo nel primo tempo (presumibilmente regolare, dato che non mi è sembrato di scorgere alcun fallo su Ambrosini), a quest'ora forse staremmo parlando di un tunnel di crisi nera nel quale si era cacciato il club rossonero. E, invece, la squadra ha giocato bene, non benissimo come dicevamo, segno che comunque a livello psicologico si sta superando il senso di "ingiustizia" (se mi passate il termine) dovuto al risultato delle prime due partite di campionato. In tal senso, aiutano sicuramente gli episodi favorevoli registrati ieri come il goal di Jankulovski, con tiro che sarebbe finito dieci metri fuori dalla porta se non si metteva in mezzo il difensore avversario (e palla passata in mezzo alle gambe del portiere!), ed il palo colpito dallo Zurigo agli inizi del secondo tempo, con Dida pietrificato.
Per il resto, ottimi Antonini ed il citato Janku che si sono proposti costantemente sulle fasce, con il primo alla fine stremato ed in preda ai crampi; bene Bonera, benino Kaladze, con nel complesso una discreta prova del reparto difensivo, salvo un paio di note amnesie sui calci da fermo; bene il centrocampo ed in particolare Flamini nel ruolo di vice Pirlo: certo la differenza tra i due considerevole, ma il francese ha avuto il merito di sopperire all'assenza di Andrea con corsa e volontà; un tantinello appannato Ambro (e lo credo bene) ed un filo sotto ai suoi (enormi) standard Clarence, mentre Ricky nel recupero della sua piena forma si è mosso tanto, accendendo anche un paio dei suoi celeberrimi "affondo" in velocità supersonica (che tale al momento ancora non è) nella ripresa; in attacco, Sheva Superstar, con la traversa colpita nel primo tempo che probabilmente sta ancora tremando adesso ed una magnifica rovesciata parata da Leoni, resa inutile da una "lesa maestà" dell'arbitro nei confronti di Andriy, che aveva visto un suo gioco pericoloso nel bellissimo gesto atletico (figuriamoci); infine, Pato e Borriello: seppur per diversi motivi (uno ha appena compiuto 19 anni, l'altro viene da un lungo infortunio), si sono visti entrambi sulla giusta via e le due cannonate fatte esplodere per il 2 (il primo su punizione) ed il 3 (il secondo dal limite dell'area avversaria) a 0 stanno lì a dimostrarlo. Capitolo a parte, Dida: impacciato in più di un'occasione, il nostro omone brasiliano ha riabbracciato San Siro dopo una lunga sosta forzata e, seppur con qualche episodio fortuito, ne è uscito illeso, ulteriore segno che forse lassù c'è ancora qualcuno che ci ama. Dida c'è ed io ne sono sinceramente felice.
Domenica a San Siro verrà a farci visita la "capolista" Lazio ed è la giusta partita per scrollarci di dosso quelle fastidiose ansie che ci hanno accompagnati in questo inizio di campionato.
Forza ragazzi.

Rassegna stronza

La partita non la posso commentare, giacché hanno tolto la luce a tutto il quartiere dove mi trovavo al quarantasettesimo secondo del primo tempo, per farla tornare al novantaduesimo minuto della ripresa. Ad ogni modo, finita la partita ho visto i goal, dato una guardata alle statistiche della partita... finché non mi sono trovato davanti questo articolo. Vi prego di leggerlo, fornisce notevoli prove, per chi ne avesse ancora bisogno, sulla qualità dei giornali sporivi italiani. Il bello è che invece la Fiorentina che fa due-tiri-due-goal e subisce per 85 minuti è "punita oltremodo", mentre l'Inter spenta di uno spento Quaresma "macina già risultati".
Ah, ultima cazzata. Per non essere da meno, Tuttosport (al cui confronto i giornali controllati da Goering erano fonti di informazione libere ed indipendenti), ieri sera ha lanciato una notizia che vale da sola l'abbonamento per secula seculorum al quotidiano di Torino. Il Milan a Gennaio scambierà Pato con Gokha Inler dell'Udinese. Non sto scherzando.

mercoledì 17 settembre 2008

Milan - Zurigo, Stadio Meazza, 18 Settembre 2008

Ecco la probabile formazione che affronterà lo Zurigo domani sera all'esordio in Coppa UEFA:

Dida - Antonini, Bonera, Kaladze, Jankulovski - Seedorf, Flamini, Ambrosini - Kakà - Pato, Borriello
Kalac, Darmian, Favalli, Gattuso, Emerson, Ronaldinho, Shevchenko

In tribuna: Abbiati, Zambrotta, Pasini, Maldini, Cardacio, Viudez
Indisponibili: Nesta, Senderos, Pirlo, Inzaghi

Nota. Tante novità in vista di questa partita europea. Intanto, la grande chance concessa a Dida, che proverà a riscattarsi dopo nove mesi di inattività e di allontanamento coatto dai campi di gioco. Il debutto di Antonini e il recupero di Kaladze e Jankulovski, preziosi in vista dei numerosi impegni ravvicinati. L'esperimento (manco tanto) di Seedorf regista al posto di Pirlo. L'ingresso in campo, dal primo minuto, per i nostri due giovani attaccanti Pato e Borriello. Questa, più o meno, la formazione di domani. Gli unici ballottaggi dovrebbero essere Pato-Shevchenko e Ambrosini-Gattuso (recupero-record), ma non credo che Ancelotti, in un momento così delicato, rinunci ai suoi uomini più in forma.
Nota/2. Questa non è e non sarà la partita del riscatto. Perché non c'é nulla da riscattare. Perché l'avversario non è tale da giustificare un riscatto. Perché il prossimo giudizio sul Milan, salvo scenari apocalittici (fuori al primo turno di Coppa e non più di due punti nelle prossime quattro partite) potrà essere dato solo alla fine di Cagliari-Milan, i.e., prima della sosta per le Nazionali. Ad ogni modo, partita da non prendere sottogamba perché lo Zurigo è una buona squadra e non verrà a San Siro con un 4-6-0. Segna tanto, è forte fisicamente ed è piena di giocatori che corrono come ossessi. Il che implica di cercare di segnare as soon as possible per poi addormentare la partita e colpirli in contropiede.

Update/1. Sembra che Shevchenko possa partire titolare al posto di Borriello, probabilmente unica punta supportata da Kakà e Ronaldinho Domenica sera contro la Lazio.

martedì 16 settembre 2008

Bravi, continuate così

Comunicato ufficiale AC Milan di ieri:
"La notizia diffusa da Sky Sport 24, secondo cui l'allenatore del Milan Carlo Ancelotti sarebbe stato salvato nel mantenimento del suo incarico da Leonardo contro il parere di Adriano Galliani e di Ariedo Braida è totalmente priva di fondamento".

E del fatto che, alla vigilia della partita, secondo quei fuoriclasse di Sport Mediaset la panchina di Ancelotti sarebbe saltata in caso di sconfitta a Genova "secondo indiscrezioni trapelate dalla dirigenza", vogliamo parlarne?

Anche Pirlo

Pirlo si è fatto male. Pure lui. Un mese di stop. Di chi è la colpa?

lunedì 15 settembre 2008

Perseveranza

Quella di un avvio di campionato che prosegue il trend degli ultimi mesi, dove - ripeto - veniamo puntualmente puniti ogni oltre nostro demerito.

Quella delle "piccole" squadre che - sempre puntualmente - ogni volta che giocano contro di noi lo fanno "alla morte" e alla fine trovano trovano pure il modo di batterci grazie agli episodi a loro favorevoli. Sarò cieco, ma io non vedo lo stesso atteggiamento loro con le altre "grandi" (vedi Catania a San Siro ed il suo 4-6-0 descritto da Astoria).

Quella della stampa sportiva che, da calciopoli in poi, sta sistematicamente sempre con i fucili spianati nei nostri confronti, fa di tutto per mettere scompiglio e poi naturalmente gode delle nostre sconfitte.

Quella dei nostri stessi tifosi che, non sapendo con chi prendersela ed "imbeccati" dalla stessa stampa di cui sopra (e loro, da imbesuiti quali sono, non capiscono che fanno proprio il gioco che la stampa vuole), di volta in volta tirano fuori dal cilindro il colpevole di turno: una volta la società, una l'allenatore ed un'altra ancora questo o quel giocatore, reparto o squadra nel suo complesso. Quando invece dovrebbero togliersi il cappello di fronte a questi colori, tirare fuori il petto gonfio di orgoglio, mostrarli al mondo intero ed essere loro riconoscenti in eterno per tutte le gioie che ci hanno regalato fino a neanche un anno fa.

Quella di questo stramaledetto calcio moderno nel quali i giocatori, pur pagati tanto oro quanto pesano, sono solo carne da macello, da spremere fino all'osso in un calendario di eventi fatto a forma di tritacarne ed ormai completamente fuori controllo, con partite su partite (amichevoli estive, Olimpiadi e Trofeo di Vattelapesca inclusi) e voli transoceanici che si susseguono senza soluzione di continuità.

Ieri sera ho visto la partita registrata e dopo i primi dieci minuti, conoscendo - purtroppo - già il risultato, avrei potuto anche spegnere la TV. Ma, intendiamoci, mica perché non so accettare le sconfitte, ci mancherebbe. Semplicemente perché di partite come questa nella mia vita ne ho viste tante - ma non così tante, fortunatamente - molte delle quali concentrate soprattutto nell'ultimo sciagurato campionato da noi disputato. Quindi, magari presuntuosamente, avevo già negli occhi il film dello svolgimento della gara: squadra fatta di meravigliosi campioni (ma purtroppo, chi per un motivo, chi per un altro, imbambolati in mezzo al campo), il pallino del gioco comunque in mano grazie alla superiorità tecnica, avversari che si difendono in undici dalla trequarti (loro) in giù (ma se fossero in trenta, si difenderebbero comunque con tutti e trenta) ed alla loro prima azione degna di nota, zac, 1 a 0 per loro. Ed infatti così è stato.
Nel secondo tempo, i nostri - poveracci - hanno cercato da par loro di ribaltare le cose, ce l'hanno messa tutta, ho visto un Kakà al 40% sputare sangue e rincorrere gli avversari, ma figuriamoci se in periodi come questi le cose possono una volta volgere a tuo favore, nossignore. Anzi, a tempo scaduto ci siamo beccati pure il rigore dello 0 a 2, ma sì. Mica siamo la Internazionale di "special one", eh? Mica abbiamo in squadra un fenomeno come Quaresma, sapete? Nella prima mezz'ora di gara contro il Catania è stato capace di mettere in area avversaria tre cross uno peggio dell'altro. Andati in svantaggio, subito dopo ha messo in area il quarto cross, il più sbagliato di tutti, ma un difensore dei siciliani ha pensato bene di deviarlo imparabilmente alle spalle del suo portiere. Beh, lui sì che è un fenomeno, capace addirittura di andare in goal già nella gara di esordio a San Siro, secondo la stampa sportiva che si è immediatamente premurata di assegnargli la marcatura. Mica è un brocco come il nostro Dinho, tzé. Così come fenomeni sono quelli dell'Inter che lo hanno portato a casa pagandolo il triplo di quanto invece noi abbiamo buttato nel cesso per acquistare Ronaldinho.

Avete visto il Bologna che ci ha battuti in casa due settimane fa contro l'Atalanta? Altra squadra di fenomeni, naturalmente.

Insomma, avete letto tutte le "perseveranze" elencate sopra? Bene: dobbiamo averne una ancora più grande di tutte queste messe insieme ed essere in grado di risollevarci da questo periodo nero. Il tempo ci dirà l'effettivo valore di questa squadra, così come ci ha mostrato nel corso degli ultimi vent'anni. Non può non essere così. Vedrete.

domenica 14 settembre 2008

Calma?

Oggi Galliani ha detto una cosa che sintetizza il vero spirito rossonero.
'I giocatori sanno che sono in una società di un certo tipo, che ha creato le sue vittorie nel sapere accettare le sconfitte, senza perdere la testa. Io penso che la vera dote dei forti sia la calma assoluta, naturalmente lavorando e cercando di migliorare. Quindi continuiamo e guardiamo avanti. Forza Milan'.
Ecco, credo anch'io che sia la strada giusta da percorrere. Istanbul docet.
Intanto, volendo analizzare la partita,
1) Ancelotti, dopo la partita contro il Bologna, è stato saggio a schierare Ronaldinho dal primo minuti. Non avrebbe potuto fare altrimenti.
2) Così come è stato ancora più saggio e coraggioso a farlo tornare in panchina nel secondo tempo, mossa che pochi allenatori al mondo avrebbero avuto le palle di fare.
3) Sprazzi di Pato e Borriello, non male. Tra un paio di settimane potremmo averli recuperati del tutto. In particolare, il tanto vituperato Borriello mi è stato decisamente simpatico quest'oggi.
4) Favalli e Maldini, ahimé, non possono coesistere. Il problema non è l'età, bensì la velocità. Oggi Gasbarroni e Sculli hanno fatto ciò che volevano.
5) Shevchenko ha bisogno di rientrare nel mondo-Milan.
6) Abbiamo un portiere. At last.
In sintesi, la continua mancanza di preparazione atletico-tattica (Ancelotti ha avuto a disposizione l'intera rosa per sei giorni su sessanta) si fa sentire. Così come si fanno sentire gli impegni con le Nazionali. Tradotto in soldoni, il gioco latita, i notri corrono poco, hanno poche idee e spesso vengono sovrastati fisicamente dagli avversari.
Il Genoa ha fatto una partita modestissima, sfruttando qualche contropiede e segnando un goal fotocopia di quello di Di Vaio di quindici giorni fa e poi guadagnandosi un rigore con Milito quando Maldini aveva esaurito l'ossigeno. In mezzo, un rigore gigantesco su Kakà non dato (a dire il vero è stato ammonito Kakà) e novanta minuti di falli dei genoani, anch'essi non fischiati. Un pareggio sarebbe stato più giusto.
Infine, una mia personale considerazione. Giocare con due trequartisti e una seconda punta, come abbiamo fatto oggi, può andare bene con le grandi squadre ma certo non contro le piccole che si chiudono per novanta minuti. Perché non torniamo a giocare con Kakà e Seedorf dietro a due punte?

sabato 13 settembre 2008

Ancelotti via, squadra già bollita, partenza in salita

Noi costretti già ad inseguire? Beh, intanto la Roma ne ha presi tre (3) in quel di Palermo.
Vediamo cosa succede stasera a San Siro.

Update #1 - Il Manchester City degli sceicchi, che nei prossimi anni vincerà tutto, ha appena strappato - offrendo quarantadue milioni di euro - Robinho al Real Madrid. Soffiandolo al Chelsea che ne offriva trentacinque. Una corazzata, quella dei Citizens. Forti, predestinati. Pensate che Robinho, proprio all'esordio, proprio oggi, proprio contro il Chelsea ha fatto goal. Uno a zero, e palla al centro. Tremiamo, che la squadra povera di Manchester a breve diventerà il club più titolato al mondo.
By the way, il Chelsea ha asfaltato per tre a uno il Manchester City - e fuori casa, oltretutto.

Update #2 - Il Barcellona delle grandi spese (Hleb, Daniel Alves, Keita, ecc.), dopo aver perso contro una neopromossa Domenica scorsa, oggi ha pareggiato contro il Racing Santander, altra compagine che fa su e giù con la serie B. Il Manchester campione d'Europa col fenomeno Berbatov appena sbarcato ha perso a Liverpool. L'Inter ha creato tanto ma è riuscita a vincere solo per due a uno contro un Catania schierato col 4-6-0. Il Siviglia, mentre scrivo, sta perdendo in casa con una neopromossa, lo Sporting Gijon.

Genoa - Milan, Stadio Marassi, 14 Settembre 2008

Ecco la formazione che dovrebbe scendere in campo Domenica contro il Genoa.

Abbiati - Zambrotta, Senderos, Maldini, Jankulovski - Pirlo, Flamini, Ambrosini - Kakà, Ronaldinho - Shevchenko
Dida, Bonera, Kaladze, Cardacio, Seedorf, Pato, Borriello

In tribuna: Kalac, Favalli, Pasini, Darmian, Antonini, Cardacio
Squalificati ed indisponibili: Nesta, Gattuso, Viudez, Inzaghi

Nota. L'infortunio di Inzaghi (si parla di un paio di settimane) non ci voleva, in particolare vista l'assenza di Borriello e la condizione psicofisica di Pato. Del resto, Kakà sta tornando in forma, Shevchenko ha segnato due reti con l'Ucraina in pochi giorni e Ronaldinho ha già dimostrato, contro il Bologna, che la serie A non lo spaventa e che ha ancora le capacità e la voglia di far innamorare le platee. Insomma, non stiamo messi poi così male. I due maggiori rischi che correremo, contro il Genoa, saranno il pensiero rivolto alla partita di Coppa UEFA (sì, proprio perché contro una squadretta come lo Zurigo che si chiuderà in difesa per novanta minuti) e la carica che avranno i nostri avversari, considerato il fatto che hanno perso all'esordio e che stavolta il pubblico sarà interamente per loro.
Nota/2. Il Genoa è una bella squadra, rinforzata durante la campagna estiva di bei giocatori. Come scritto nel post precedente, sono arrivati Potenza, Ferrari, Biava, Bocchetti, Papastathopoulos, Modesto, Milito, Palladino, Gasbarroni, Jankovic, Olivera. Il turn of the screw (rovescio della medaglia) per i rossoblu potrebbe proprio essere questa corposa inoculazione di volti nuovi. Cambiare sei/sette undicesimi di una formazione (Inter docet) non garantisce risultati, specie nel breve periodo.

martedì 9 settembre 2008

Genoa per noi

Domenica pomeriggio si torna a Marassi, questa volta senza tifosi ospiti, per una classica del calcio quale Genoa-Milan.
I nostri avversari si sono ampiamente rafforzati in ogni reparto, aggiungendo come botto finale di un mercato sontuoso la perla Milito. Di volti nuovi, nella squadra di Gasperini, ce ne sono parecchi. Potenza, Ferrari, Biava, Bocchetti, Papastathopoulos, Modesto, Milito, Palladino, Gasbarroni, Jankovic, Olivera. Di certo sulla carta non sembra una compagine destinata alla retrocessione, anzi. A me sembra la favorita per un posto Intertoto.
Noi abbiamo recuperato tutti (tranne Nesta) e perso Gattuso - ma non per un mese, secondo me tra due settimane già sarà pronto per giocare (si è rotto un braccio, non una gamba, e per il suo mestiere il braccio sinistro non serve troppo). Senderos e Borriello verranno provati durante il test contro il Lugano, con lo Svizzero fisicamente più a posto.
Al momento, la formazione che dovrebbe scendere in campo a Marassi è la seguente. Abbiati - Zambrotta, Senderos, Kaladze, Jankulovski - Flamini, Pirlo, Ambrosini - Kakà, Ronaldinho, Inzaghi. In panchina si dovrebbero accomodare Dida, Bonera, Maldini, Antonini, Seedorf, Shevchenko, Pato. Personalmente terrei il nostro "Uomo di Coppa" Inzaghi in panchina, in vista della partita contro lo Zurigo, ed alternerei Shevchenko e Pato che hanno bisogno di mettere minuti nelle gambe.
Qualcuno mugugnerà per la formazione, ma ricordo a tutti che il Milan giocherà, dopo Domenica, Giovedì 18 a San Siro contro lo Zurigo, poi Domenica 21 a San Siro contro la Lazio, poi Mercoledì 24 a Reggio Calabria, poi Domenica 28 a San Siro contro l'Inter, poi Giovedì 2 a Zurigo, infine Domenica 5 a Cagliari. Un tour de force che ci consentirà di vedere tutti i nostri magnificos all'opera.

domenica 7 settembre 2008

Weekend News

i) "L'infermeria è piena, l'infermeria è piena. MilanLab è una vergogna, la società prende in giro il pubblico" si è urlato negli ultimi giorni. Tifosi, giornalisti, commentatori, opinionisti, editorialisti. Eppure, a quanto ne so io, contro il Genoa (a meno di infortuni nei prossimi giorni) avremo a disposizione la rosa al completo, con l'eccezione di Nesta.
ii) L'Inter ha giocato contro il Locarno. Ha debuttato Quaresma. Ho visto gli highlights, tanto per sapere perché l'Inter abbia pagato il portoghese più di Ibrahimovic. Due-tre dribbling a centrocampo, un paio di tiri ad effetto, qualche finta, due colpi di tacco. Un quinto di quello che ha fatto Ronaldinho all'esordio in serie A contro il Bologna. Però Quaresma è il Messia.
iii) L'Italia ha vinto al 167' contro Cipro, il cui miglior risultato credo sia uno 0-13 contro Andorra. Vedere esultare i nostri neanche avessero battuto il Brasile in finale è stato uno spettacolo decisamente disgustoso.
iv) Il Manchester City è stato comprato dagli arabi. Che, coi loro zilioni di petroldollari, sono pronti ad investire somme massicce per acquistare Buffon, Cristiano Ronaldo, Kakà, Messi, Eto'o, Drogba, Ibrahimovic, Cannavaro e Nesta. Il primo anno. Poi gli altri. Neanche a dirlo, tutti (ma proprio tutti) hanno tirato giù pagine e pagine di articoli grondanti di stronzate tipo "la squadra del futuro" e "gli arabi pronti a comprare tutto", facendo finta di ignorare che gli arabi nel calcio ci sono da una vita, che esistono i bilanci da rispettare (soprattutto in Inghilterra - vedi l'esempio Leeds) e che in Italia c'è una squadra gestita da un petroliere che, nonostante un pozzo di soldi infinito, è riuscito a vincere in tredici anni solo ed esclusivamente una Coppa UEFA.
v) Balotelli. Il ragazzo è bravo, ha fisico, scatto, tiro, potenza, reattività. Ma chiamare un diciottenne "SuperMario" (neanche Ronaldo alla sua età era definito "il Fenomeno") finirà per creargli grossi problemi psicologici. Inoltre, a dirla tutta, Totti e Del Piero alla sua età se lo mangiavano. E questo italo-ghanese, per aver segnato un paio di goal in Coppa Italia e un altro paio in campionato, è stato già ritratto come il prossimo salvatore della patria italiana. Siamo tutti ubriachi o sono solo i giornali che devono vendere?

giovedì 4 settembre 2008

Rassegna stampa

La maggiore sobrietà da chi non te l'aspetti.
http://www.sportmediaset.it/controcampo/articoli/15379/

martedì 2 settembre 2008

Giù il sipario

Terminati i fuochi d'artificio, le chiacchiere da bar e le polemiche della prima giornata, penso che una cosa, almeno una, la si possa dire sul campionato cominciato l'altro ieri.
Sarà una serie A estremamente equilibrata. Ci sono le cosiddette cinque "grandi" - una elite da cui però personalmente escluderei la Fiorentina. Ci sono cinque medio-grandi che si sono rinforzate rispetto all'anno scorso - in ordine alfabetico Lazio, Napoli, Palermo, Sampdoria, Udinese. Ci sono cinque squadre medie, anch'esse però più forti della stagione passata. Anche qui in ordine alfabetico abbiamo Atalanta, Bologna, Chievo, Genoa, Torino. Infine, ci sono le cenerentole (almeno sulla carta) della serie A, ossia Cagliari, Catania, Lecce, Reggina, Siena. Anche queste ultime, del resto, non hanno rose da squadre già battute in partenza. Qualche nome? Acquafresca, Jeda, Mascara, Dica, Cacia, Tiribocchi, Corradi, Vigiani, Calaiò, Kharja. Insomma, a ben vedere, sembra che il livello medio della serie A si stia alzando. Mentre all'estero (Inghilterra e Spagna soprattutto), il divario tecnico tra le prime cinque e le altre quindici è netto, finalmente nel Belpaese si sta creando l'opportunità di vedere partite e tornei più equilibrati, più interessanti, più vivi. Mi aspetto che la squadra campione vinca questa serie A con un'ottantina di punti, forse anche qualcosa di meno. I due campionati-farsa appena alle nostre spalle sono un brutto ricordo, al di là di chi (e di come) li abbia vinti.

lunedì 1 settembre 2008

Quando il dio del calcio si fa beffa di noi

Nel corso del pomeriggio di ieri, lontano da casa, mi ero ripromesso di non ascoltare nulla delle notizie che sarebbero arrivate da San Siro, per godermi poi la registrazione della partita al rientro in serata. Ma per via di "care" persone a me vicine munite di radio (leggi "rompicoglioni") mi è stato impossibile. Potete immaginare, quindi, quello che ho potuto provare verso le cinque meno un quarto nell'apprendere il risultato finale: un 2 a 1 per il Bologna che così, freddamente, non lasciava scampo ad equivoci.
Come è stato possibile? Che è successo? Che razza di scherzo è mai questo? Non capivo. Non potevo capire. E, rifiutandomi di ascoltare qualsiasi commento in merito, tutto ad un tratto, un radioso pomeriggio di fine agosto si è trasformato in notte fonda.
Tornato a casa, credo di aver giusto grugnito un mezzo saluto, avendo come unico interesse il percorso che mi portava davanti alla TV, pacchetto di sigarette e Budweiser al fianco. E allora ho capito. Ho capito che c'è una volontà superiore che per quanto tu possa fare non ti concede scampo. Ho capito che il destino è a volte davvero beffardo, pur se in campo c'è suo figlio - l'eroe del destino, appunto - che al 60% della sua condizione fisica, pur senza nulla togliere alla prova encomiabile degli altri, da solo ha creato più palle goal di quante ne possa anche solo immaginare un Robinho qualsiasi. Mi sono commosso davanti alla sua luce: mai visto tanto splendore. Mi è quasi scesa una lacrima all'ingresso in campo di Sheva e so solo una cosa: sull'1 a 1, senza lo stinco di Antonioli, al goal di Sheva sull'inimmaginabile passaggio filtrante di Ronnie sarebbe venuto giù San Siro. Anzi, mi correggo, so anche un'altra cosa e la so per certa.
Dopo la partita di ieri, vinceremo lo scudetto.