giovedì 31 dicembre 2009

Il decennio che si chiude (parte 1/2)

E così, tra poche ore, si chiude il primo decennio di questo nuovo millennio. Un decennio innominabile (gli "anni zero"?) che ha visto il Milan dominare la scena del calcio mondiale per quasi cinque anni. Per chi, come me, è nostalgico, vale la pena riperorrerli insieme.

Il 1999-2000 è uno di quegli anni che si vogliono dimenticare velocemente. A Zaccheroni, fresco vincitore della Serie A, vengono consegnati Shevchenko (capocannoniere al suo primo anno in Italia), Gattuso, Josè Mari, Serginho, Coloccini, De Ascentis, West e Chamot. All'epoca, una campagna acquisti abbastanza ricca. Il Milan però delude le aspettative, terminando ultimo nel proprio girone di Champions League, alle spalle di Chelsea, Hertha Berlino e Galatasaray, e conquistando un magro terzo posto in Campionato a ben dieci punti dalla Lazio campione. In Coppa Italia l'Inter elimina i rossoneri nei quarti di finale, rossoneri poi sconfitti anche dal Parma nella finale di Supercoppa Italiana. L'anno che doveva sancire - dopo il periodo buio '96-'98 - il completo rilancio del Milan è da gettare nel cestino.

Il 2000-2001 è il primo dei tre anni di transizione rossonera che stanno per modificare radicalmente lo scacchiere del calcio europeo negli anni a venire. Arrivano Kaladze, Redondo, Roque Junior, Dida, Pablo Garcia, Julio Cesar e Coco. Una campagna acquisti molto low profile. Il Milan zoppica in Campionato (finendo sesto), collezionando una serie di sconfitte orrende, tra le quali quelle contro Perugia (1-2 in entrambi i match), Fiorentina (0-4 e 1-2), Juventus (0-3) e Vicenza (0-2). La squadra viene eliminata nella seconda fase della Champions League, (dopo aver vinto il proprio girone nella prima fase) pareggiando per uno a uno a San Siro contro il Deportivo La Coruna. In Coppa Italia i rossoneri sono sconfitti dalla Fiorentina in semifinale. La società esonera Zaccheroni a Marzo, sostituendolo con Cesare Maldini, traghettatore ad interim affiancato da Mauro Tassotti, che comincia così la sua carriera da vice allenatore dei rossoneri. L'unico ricordo positivo è il sei a zero inflitto all'Inter nel derby di ritorno. Troppo poco per una squadra come il Milan. La società decide di dare una brusca sterzata.

Il 2001-2002 è l'anno del crocevia milanista del decennio. La dirigenza spende più di cento miliardi per ingaggiare Inzaghi, Rui Costa, Donati, Javi Moreno, Pirlo (per Guglielminpietro), Contra, Laursen, Kutuzov, Brocchi, Umit, Donadel, Simone. La squadra è affidata a Fatih Terim, da molti giudicato un nuovo Sacchi, che caratterialmente ricorda molto Mourinho - duro, pungente, sicuro di sè. La squadra parte male, impattando per due a due contro il Brescia fuori casa in una partita che vede il contemporaneo esordio ed infortunio per Rui Costa. Poi tre vittorie e tre partite senza vittorie. Poi vittoria per quattro a due nel derby. Il Milan sembra rinato. Eppure, il quattro Novembre, il Milan perde a Torino contro il Toro e Fatih Terim viene esonerato. Il Milan passa nelle mani di Carlo Ancelotti, tra i malcontenti e i mugugni dei tifosi, causati dell'etichetta di eterno secondo e di perdente di successo che il mister di Reggiolo porta sul groppone. In Campionato il Milan alterna prestazioni positive (memorabile il goal di Shevchenko contro la Juventus a San Siro) e negative, quando ad esempio crolla all'inizio del girone di ritorno, in cui non vince per ben sei partite consecutive riuscendo ad ottenere i tre punti in una sola occasione nelle prime nove, per giunta contro un Venezia fanalino di coda. Alla fine, nonostante tutto, il quarto posto viene raggiunto all'ultima giornata. In Coppa UEFA brucia la sconfitta per quattro a zero subìta all'andata contro il Borussia Dortmund, contro il quale però, nella partita di ritorno a San Siro, il Milan riesce quasi a sfiorare l'impresa, tirando fuori un carattere che mancava da anni. Il sogno di una finale Milan - Inter (eliminato a sua volta dal Feyenoord) svanisce. In Coppa Italia, poi, la Juventus ha la meglio sui rossoneri in semifinale. Eppure, dopo sei stagioni travagliate in cui il Milan ha vinto solo uno Scudetto, qualcosa sembra essere cambiato. Ciononostante, la Juventus, l'Inter e le romane (alternandosi) sono ancora un gradino sopra i rossoneri.

Il 2002-2003 è il primo anno del terzo ciclo rossonero (dopo quelli di Sacchi e Capello). Il Milan, guidato per la prima volta da inizio stagione da Carlo Ancelotti, acquista l'estroso Rivaldo dal Barcellona, il quale però tradisce le aspettative. Con lui Tomasson, eroe del Feyenoord vincitore della Coppa UEFA e i giovani promettenti Simic e Dalla Bona. Ritorna Dida, prima in prestito al Corinthians. Le grandi operazioni riguardano però Nesta, pagato trenta milioni di euro dalla Lazio, e Seedorf, ceduto dall'Inter in cambio di Coco. Con una formazione tipo con Dida, Costacurta, Nesta, Maldini, Kaladze, Gattuso, Pirlo, Seedorf, Rui Costa, Shevchenko e Inzaghi il Milan in Campionato disputa un ottimo girone d'andata (in cui conquista ben trentanove punti che lo portano a guidare la classifica dopo diversi anni), seguito però da un pessimo girone di ritorno, in cui colleziona la miseria di ventidue punti, portando ai rossoneri solo un terzo posto alle spalle di Juventus ed Inter. Non è però il Belpaese il vero palcoscenico dei trionfi rossoneri, che esportano un nuovo calcio totale in tutta Europa. In particolare grazie all'invenzione del modulo ad albero di Natale, necessario a causa dell'infortunio di Shevchenko e alla geniale invenzione di Pirlo playmaker. La Champions League comincia così così per il Diavolo, che supera il turno preliminare contro lo Slovan Liberec solo grazie ai goals segnati in trasferta ad opera di Filippo Inzaghi. La fase a gironi, invece, è totalmente diversa. Il Milan batte il Lens, demolisce il Deportivo in Spagna con una tripletta di Inzaghi e sconfigge il Bayern Monaco, sempre grazie ad Inzaghi, in entrambe le occasioni. Anche nel secondo turno arriva una grandiosa vittoria, contro il Real Madrid, grazie ad un goal stupendo di Shevchenko. Anche qui qualificazione ottenuta dopo sole quattro partite, con tanto di rivincita immediata ottenuta contro il Borussia Dortmund. I quarti di finale sono da brivido. Dopo un pareggio in Olanda a reti bianche, Milan ed Ajax si sfidano a San Siro. I rossoneri, largamente favoriti, passano in vantaggio ma vengono subito raggiunti. Di nuovo sotto di un goal, i lancieri riescono ad agguantare il pareggio verso la metà del secondo tempo. Ma è nell'ultimo minuto di recupero che Inzaghi fa impazzire San Siro. E' semifinale, è derby. La prima volta nella storia. Derby piatto, all'andata, che si conclude sullo zero a zero. Il ritorno, però, è dolcissimo. Shevchenko segna alla fine del primo tempo, rendendo inutile il pareggio di Martins a dieci minuti dalla fine. E' Manchester. E' Juventus. Dopo otto lunghissimi anni, è finale. I bianconeri hanno appena vinto il Campionato e vogliono fare il double. Il Milan vuole riconquistare la coppa più prestigiosa. Partita tesa, tesissima. Sporadiche occasioni, un palo per il Milan. La paura di perdere prevale sulla voglia di vincere. Dopo centoventi minuti vissuti come una partita a scacchi, si va ai rigori. Dida fa il fenomeno, ma l'eroe della serata è Shevchenko, autore del penalty decisivo. Dopo quarant'anni, nello stesso stadio, un altro Capitano rossonero di cognome Maldini alza al cielo la Coppa dei Campioni. Il perdente di successo Ancelotti si prende una rivincita epica contro la squadra che lo aveva cacciato e porta il Milan sul trono d'Europa. E poi, il trentuno Maggio, la conquista della Coppa Italia contro la Roma. E' nato qualcosa di speciale.

Il 2003-2004 si apre all'insegna delle grandi aspettative. Il Milan, fresco campione d'Europa, vuole puntare al double, impresa riuscita ai rossoneri dieci anni prima sotto la guida di Fabio Capello. In estate le fortune sono alterne, giacché il Milan perde la Supercoppa Italiana contro la Juventus ma sconfigge il Porto per uno a zero a Montecarlo nella finale di Supercoppa Europea. Arrivano Cafu, Pancaro e Borriello. Soprattutto, arriva un ragazzo di appena ventun anni. Un ragazzo con la faccia pulita che viene da Brasilia. Ha un soprannome per cui viene inizialmente preso in giro. E' Ricardo Izeicson dos Santos Leite. E' Kakà. A Milanello, allenatore, dirigenza e giocatori si stropicciano gli occhi dinanzi alla sua bravura, ma molti addetti ai lavori lo ritengono solo una discreta riserva di Rui Costa. In Campionato, dopo cinque lunghissimi anni, il Milan parte subito fortissimo. E proprio grazie a Kakà, che sfodera un assist al bacio per Shevchenko contro l'Ancona alla prima giornata. E poi il goal nel derby. Nessuno lo schernisce più, è nata una stella. I rossoneri volano. Shevchenko, alla fine capocannoniere per la seconda volta in carriera, segna dodici reti nelle prime undici partite, coadiuvato da Tomasson, divenuto titolare a causa dei gravi problemi fisici che assilleranno Inzaghi in questa e nella successiva stagione. A Dicembre il Milan è in testa insieme alla Roma, ma i rossoneri partono per il Giappone, obiettivo Coppa Intercontinentale, e vengono così staccati dai giallorossi. Il paese del Sol Levante è amaro per i rossoneri, superati ai rigori dal Boca Juniors. Al ritorno, la prima sconfitta in campionato, a San Siro, contro l'Udinese. Il Milan crolla a meno sei e si prepara alla durissima sfida contro la Roma, all'Olimpico, che lo attende al ritorno dalle vacanze. Grandissima prestazione, il Milan vince e si porta a meno tre dai giallorossi con una partita da recuperare contro il Siena - decisa da un rigore parato da Dida, quell'anno stratosferico. La Domenica successiva, il Milan stacca la Roma. A Febbraio, guadagna quasi dieci punti sui giallorossi. Il resto del Campionato è in discesa, e il Milan trionfa stabilendo il record di punti, perdendo solo un altro incontro, a Reggio Calabria, alla penultima giornata. Memorabili, tra le altre, le partite contro Inter (andata, con primo goal di Kakà in Serie A e ritorno, con favolosa rimonta), Empoli (goal di Kakà quasi da centrocampo), Sampdoria (una strepitosa combinazione Serginho-Pirlo-Serginho-Tomasson-Serginho-Shevchenko), Lazio (goal di Ambrosini che avvicina lo scudetto), Juventus (ritorno epico), Roma (andata, con doppietta e goal incredibile di Shevchenko, e ritorno, con goal di Shevchenko che rende il Milan campione). In Champions League, invece, è tutto diverso. Il Milan passa abbastanza agilmente la fase a gironi, in cui Kakà (contro il Bruges) comincia a farsi conoscere da tutto il mondo. Negli ottavi demolisce lo Sparta Praga e poi sfodera una partita maestosa contro il Deportivo La Coruna, a San Siro, vincendo per quattro a uno. Il ritorno sembra una mera pratica, ma gli spagnoli dimostrano una grinta incredibile ed eliminano i rossoneri con un quattro a zero che non lascia spazio a commenti. Dati gli avversari rimasti - Porto e Monaco, sarebbe probabilmente arrivata un'altra vittoria in Coppa se il Milan avesse difeso quel quattro a zero. In Coppa Italia, sconfitta contro la Lazio in Semifinale.
Si chiude in questo modo la prima parte del decennio, partito male e concluso con il Milan dominatore in Italia e in Europa. Domani la seconda parte.

mercoledì 30 dicembre 2009

Il grande giornalismo italiano

Il nuovo allenatore del Manchester City, Roberto Mancini, è stato fermo per un anno e mezzo. Nessuno l'ha chiamato. Non la Juventus, non il Milan, non la Roma. Neanche il Real Madrid, che gli ha preferito lo sconosciuto Pellegrini. Così come il Bayern, lo Zenit, il Chelsea, il Lione, l'Olympique Marsiglia. Proprio nessuno. Bene, viene chiamato ad allenare la seconda squadra di Manchester e tutti impazziscono. Addirittura Mario Sconcerti dalle colonne del Corriere lo definisce "un genio". Ora, il Manchester City sconfigge due squadre in zona retrocessione (una delle quali neopromossa, tra l'altro) e i giornali italiani sprecano fiumi di inchiostro masturbandosi sulle grandi capacità dell'allenatore di Jesi. Uno capace di vincere due scudetti - il primo con la Juventus in Serie B e defraudata dei suoi due giocatori più forti (Ibrahimovic e Vieira). Il secondo, sempre senza concorrenza, vinto all'ultima giornata chè sennò la Roma riusciva a strapparglielo. Con un gioco inesistente, per la mancanza del quale veniva deriso in ogni sede. Negli anni precedenti, la sua Inter arrancava per raggiungere il terzo-quarto posto e veniva costantemente cacciata dalla Champions League (Milan, Villarreal, Valencia, Liverpool). E in Italia ci facciamo le pippe su Mancini. Non li capisco, davvero non li capisco.
Ps Nel 2001-2002, al suo esordio da allenatore, ha portato la Fiorentina in Serie B. La Fiorentina di Adriano, Nuno Gomes, Chiesa, Morfeo, Mijatovic. In Serie B. Così, subito, onde evitare illusioni.

lunedì 21 dicembre 2009

Auguri dal Milan Football Hall!

Con la bocca ancora asciutta per la cancellazione della partita di Firenze insieme ad altre tre della Serie A a causa delle fredde temperature di questi giorni (cose che accadono solo in un Paese surreale come l'Italia), mi sarebbe invece piaciuto chiudere l'anno con una scintillante vittoria e così mandare un messaggio chiaro e forte a chi pensa di aver già vinto il campionato. Ma a pensarci bene, forse, è stato meglio così: i nostri ragazzi autori fin qui di una strepitosa serie di risultati hanno mostrato il rosso della riserva nella sfortunata gara persa in casa con il Palermo e di conseguenza l'inaspettato stop di sabato ha dato loro la possibilità di ricaricare le batterie in vista di un 2010 che fin da ora esige di vederli nuovamente protagonisti.
Il 2009, comunque lo si voglia guardare, è stato un anno epocale per i nostri colori: mai era accaduto negli oltre venti anni di presidenza Berlusconi (a proposito, auguri per una pronta guarigione, Presidente!) che si fosse venduto il giocatore più forte della squadra come è successo a giugno con Kaka'; mai ci era capitato di vedere la nostra società così "debole", incapace di gestire anche mediaticamente (loro che in questo sono maestri) il trasferimento del brasiliano al Real; mai ci saremmo sognati di leggere la parola "fine" alla storia che ci ha legato fraternamente con mister Carlo Ancelotti per quasi otto anni e, sopra ogni altra cosa, mai avremmo voluto vedere l'addio al calcio di capitan Paolo Maldini, probabilmente l'ultimo di una tipologia di giocatori-bandiera che non rivedremo mai più.
Eppure, nonostante tutto e quando tutto sembrava sull'orlo del collasso, siamo ancora qui più vivi e combattivi che mai. Grazie a Galliani che ha saputo fare quadrato intorno alla squadra, grazie a Leonardo che si è dimostrato ancora una volta persona - prima che allenatore - fantastica e di rara intelligenza e grazie soprattutto ai nostri ragazzi che ci hanno creduto ancora una volta e che continuano a crederci.
Auguri a tutti voi, cari amici di Milan Football Hall, per delle serene Feste di Natale e per un nuovo anno sempre più colorato di rosso e nero!
E come sarà il nostro 2010? Basta leggere l'eccellente post (come sempre) prima di questo ad opera di Astoria, che conosce il calcio e, soprattutto, il Milan come pochissimi.
Ci "rileggiamo" presto!

L'anno che verrà

Cari amici, il 2009 si spegne con un weekend magro di emozioni, con la cancellazione di quattro partite su dieci e con poche novità. Partiamo dall'alto.
L'Inter si conferma la squadra più forte del Campionato. Non gioca così bene, non segna così tanto, non subisce così poco, ma alla fine, ogni Domenica, si trova sopra agli altri.
Il Milan è secondo, a otto punti e una partita in meno dai nerazzurri. Ha sofferto un pessimo inizio di stagione, riscattandosi alla grande da Ottobre in poi. A parte la sconfitta nel derby, il Milan ha perso punti contro Livorno (2) Udinese (1), Napoli (2), Palermo (1). Insomma, avessimo pareggiato con Palermo e Udinese e avessimo battuto Livorno e Napoli - e serviva davvero poco - saremmo a meno due dall'Inter con una partita da recuperare. Purtroppo questi conti lasciano il tempo che trovano, ma sono ormai diversi anni che il Milan parte male perdendo punti vitali nel primo mese di Campionato.
La Juventus si sta dimostrando per ciò che avevamo pronosticato quest'estate. Una squadra senza idee, molle, guidata da un tecnico che costituisce esclusivamente la longa manus di Marcello Lippi. Piazzato lì per tenere calda la panchina e fornire informazioni al tecnico della Nazionale, il povero Ciro si è ritrovato una squadra senza capo nè coda. I due acquisti faraonici, Melo e Diego, fanno rimpiangere Zanetti e Nedved. Cinque sconfitte in sei partite sono troppe, di questo passo anche il terzo posto è a rischio.
Sotto c'è il grande blocco Champions League - Europa League, formato da Roma, Napoli, Palermo, Fiorentina e Genoa. Ometto deliberatamente Parma, Bari, Chievo e Cagliari, che cercheranno di ottenere una salvezza il prima possibile per poi cullarsi fino a Maggio. La Fiorentina, ottima in Champions League, si spegne spesso in Campionato. Ha però tutte le carte in regola per puntare al quarto posto, soprattutto qualora il Bayern la estromettesse dalla coppa a Febbraio. Delle cinque sorelle, la Roma è in un momento caldo, caldissimo. Gli addetti ai lavori stanno incensando le opere dei giallorossi manco fossero il Barcellona - e verranno puniti per questo. La Roma è una buona squadra ma difetta di riserve, e quei pochi giocatori non possono reggere nove mesi. Il Napoli è guidato da un grande allenatore ma cicca troppe partite. Difficile ambire alla Champions League, molto più probabile un sesto posto dietro ai giallorossi. Il Palermo e il Genoa sono sostanzialmente simili. Due buoni allenatori, alcuni ottimi elementi, tanta discontinuità.
Sotto alle cinque sorelle, abbiamo detto Parma, Bari, Chievo e Cagliari. Punteranno alla famosa soglia dei quaranta punti entro Marzo, poi si rilasseranno.
Infine, la zona caliente. Lazio, Udinese ed Atalanta ne usciranno fuori a breve, a meno di improvvise tempeste societarie e di squadra. Restano, come da pronostico, Livorno, Bologna, Catania e Siena. Il Siena è indubbiamente la più debole, per diversi motivi. Le altre tre, più o meno, se la giocheranno alla pari. Il mercato di riparazione farà maggiore chiarezza.

venerdì 18 dicembre 2009

Uno sguardo agli ottavi

Allora, destini incrociati e sfide particolari. Il Milan che torna a Manchester per la quarta volta (una volta in finale nel 2003, poi nel 2005 e nel 2007) in sette anni. Mourinho che sfida il "suo" Chelsea in un derby con il nostro compagno rossonero Ancelotti. Il ritorno di Benzema a Lione. Insomma, tanta carne al fuoco.
Gli ottavi di finale:
Stoccarda - Barcellona
Olympiakos - Bordeaux
Inter - Chelsea
Bayern - Fiorentina
Lione - Real Madrid
Porto - Arsenal
Milan - Manchester United
I miei pronostici, come due anni fa.
Barcellona, Bordeaux, Chelsea, Bayern, Real Madrid, Arsenal, Milan.
Le sfide più aperte sono, chiaramente, Porto - Arsenal e Milan - Manchester United. Sorteggio duro, cazzuto e di fuoco per il Milan che andrà a sfidare i Diavoli Rossi di Ferguson che, privi di Cristiano Ronaldo, sono comunque una squadra eccellente. Un passaggio del turno potrebbe far scattare una certa molla. Mancano due mesi, io ci credo.

Tempo di sorteggi

Un'ora e mezza e conosceremo l'avversaria del Milan in Champions League.
Nell'urna uno (quella delle vincitrici dei gironi) ci sono Bordeaux, Manchester United, Real Madrid, Chelsea, Fiorentina, Barcellona, Siviglia ed Arsenal. Viceversa, nell'urna numero due troviamo Bayern, CSKA Mosca, Milan, Porto, Lione, Inter, Stoccarda ed Olympiakos. Tranne Real Madrid e Fiorentina, il Milan può incontrare tutte le altre.
A me non dispiacerebbe una rivincita contro l'Arsenal. Per il resto, i calcoli da tifoso di squadretta provinciale non li sopporto, pertanto ben vengano Chelsea, Manchester United e Barcellona. San Siro li aspetta. Il Milan li aspetta.

mercoledì 16 dicembre 2009

110 di questi anni!

Auguri al club più glorioso (e titolato) del pianeta e naturalmente a tutti voi, meravigliosi rossoneri, per tanti, tanti, tanti anni ancora di successi!
Stay Hungry, Stay Foolish.

martedì 15 dicembre 2009

Buone notizie

Gennaro Gattuso ha rinnovato il suo contratto per altre due stagioni. Decurtandosi l'ingaggio del trentacinque percento. Galliani e Leonardo hanno poi ammesso l'interesse del Milan per una punta esterna, un qualcuno "a metà strada tra Ronaldinho e Pato". I nomi? Krasic, Di Natale, Pandev, Cavani.

domenica 13 dicembre 2009

Note pomeridiane

Metà del secondo tempo. Dopo aver annullato il Palermo nel primo, il Milan perde due a zero. Anzi, Cavani ha appena sbagliato il facile facile goal del tre a zero.
Ora, sapete quanto detesti chi fa l'allenatore (diciamo il 99,9% degli italiani). Però, e questo proprio non lo capirò mai, perché cavolo non viene mai mai mai data una chance ad Huntelaar? Non capisco, davvero non capisco.
Update: sta entrando Inzaghi. Due punte e due trequartisti. Ma spazio per Huntelaar non ce n'è. Mah.
Update/2: se in mezz'ora di secondo tempo la squadra crea zero occasioni, qualcosa non va. Del resto, se la palla viene sempre data a Ronaldinho o Pato sull'esterno, in attesa di un cross, gli avversari anticipano le mosse. Eppoi la terza sostituzione - Flamini per Ambrosini. Perché?
Update/3: il Palermo continua a vincere due a zero. Ciononostante i) il Milan non attacca i giocatori del Palermo, ii) il Milan gioca come se stesse conducendo per quattro ad uno contro una neopromossa.
Update/4: meno male che l'Atalanta ha pareggiato. Se il Milan oggi vincesse...
Update/5: l'arbitro Bergonzi, se in dubbio, fischia contro il Milan.
Update/6: l'ingresso di Pato ha peggiorato il Milan. Dopo una serie di cross irritanti, ha appena sbagliato il goal dell'uno a due solo ad un metro dal portiere.

Riassunto finale. Il Milan gioca un buon primo tempo contro un Palermo senza idee. Poi, al primo tiro serio dei rosanero in avvio di ripresa la partita cambia completamente. Il Palermo fa il torello al Milan per i restanti quarantacinque minuti andando nuovamente a segno e rischiando di segnare altri due goals. Il Milan, dal canto proprio, giochicchia in modo imbarazzante senza trovare spunti o soluzioni che non siano palla a Ronaldinho e speriamo in un buon cross. Squadra inguardabile, pochissimi meritano la sufficienza. La rosa è ristretta, ristrettissima. In difesa, di arruolabili, ci sono unicamente Zambrotta, Antonini, Nesta, Kaladze e Favalli. A centrocampo Pirlo, Ambrosini, Abate e Seedorf. Conclusioni? Servono rinforzi. Un difensore ed un centrocampista, quantomeno. La buona notizia della giornata è che l'Inter pareggia a Bergamo mantenendosi a soli cinque punti dal Milan. La seconda buona notizia della giornata è che prima o poi si doveva perdere, meglio oggi che contro la Juve tra tre Domeniche. La cattiva notizia è che la Fiorentina ha perso e che tra una settimana scenderà in campo con il coltello tra i denti. Se il Milan non cambia qualcosa, non credo che i rossoneri possano sperare in una vittoria.

mercoledì 9 dicembre 2009

I soldi non fanno la felicità/1

Diego, Melo, Cannavaro, Grosso, Caceres. Più di cinquanta milioni di euro. Quindi?

Avanti così

Dopo la scintillante vittoria sulla Samp con tre goal rifilati loro in meno di mezz'ora, il Milan fatica a ripetersi in Champions, riuscendo a stento ad agguantare il pareggio negli ultimi minuti in quel di Zurigo. Ma le attenuanti ci sono state tutte: dalla scarsa condizione fisica di alcuni nostri ragazzi, alla serata non particolarmente felice di Clarence Seedorf, vero uomo cardine di questo Milan disegnato da Leonardo. Senza contare - naturalmente - che lo Zurigo ha giocato contro di noi una partita da fenomeni, azzeccando tutto, goal del vantaggio compreso, su di una punizione da venticinque metri che si è andata ad infilare nell'angolino a fil di palo alla destra di Dida. Il perché di tanto agonismo contro di noi da parte di una squadra già eliminata da tutto e che ha preso ceffoni in tutte le altre partite del girone, tranne - appunto - le due giocatore contro il Milan, è cosa che va al di là della mia comprensione. Ma ad ogni buon conto, va bene, anzi benissimo così, anche se ora, in quanto secondi classificati dietro un Real Madrid che si è facilmente sbarazzato di un Marsiglia tanto inconcludente quanto sfortunato, negli ottavi dovremo vedercela subito con una forte prima degli altri gironi. Ma noi siamo il Milan e devono essere gli altri a preoccuparsi, giusto?

martedì 8 dicembre 2009

Lassù qualcuno ci ama

Kakà infortunato fino a Gennaio 2010. Ronaldinho tra i migliori fantasisti d'Europa. Che il Milan abbia fatto l'affare del secolo?

domenica 6 dicembre 2009

... E parole

Quelle di Kakà. A me questo ricorda tanto il caso Shevchenko. Che sia come la famosa curse of the bambino, che ha rovinato i Boston Red Sox per quasi novant'anni?

sabato 5 dicembre 2009

Pensieri

Tre a zero al settantacinquesimo, e potevano essere sei, alla Sampdoria. Strapotere sul campo, annichiliti gli avversari mai pericolosi. Bel gioco, tanta qualità, goal stupendo di Seedorf, pressing asfissiante per tutta la partita. Trentuno punti in classifica in quindici partite. Non tantissimi, non pochissimi.
Ora ricordiamoci le partite non vinte. Inter, Livorno, Udinese, Bari, Atalanta, Napoli. Sei vittorie sarebbero state impossibili. Ma pensare che il Milan abbia raccolto solo la miseria di sei punti mi fa incazzare a morte. Sarebbe bastato vincere con il Napoli e il Livorno (partite che avevamo in mano) e non perdere contro l'Udinese per avere quei cinque punti in più che ci consentirebbero di essere a pari punti con i cugini. Merda!

Proprio non li capisco

Sto parlando dei criteri assurdi utilizzati dalla Fifa per organizzare i Mondiali di calcio. Anziché, come vorrebbe la logica (e come fa l'UEFA), suddividere le squadre secondo il loro rankings, la suddivisione è la seguente - nel primo gruppo ci sono gli organizzatori del torneo e le sette squadre più alte nel ranking, nel secondo gruppo ci sono squadre di Nord America, Asia ed Oceania, nel terzo gruppo ci sono squadre di Africa e Sud America, nel quarto gruppo squadre europee.
In questo modo a qualcuno toccherà la Costa d'Avorio, a qualcun altro l'Algeria. A qualcuno toccherà il Giappone, a qualcun altro la Nuova Zelanda. A qualcuno la Francia, a qualcun altro la Slovenia. Questo porta ad avere alcuni gironi tostissimi ed interessanti (come il D con Germania, Australia, Serbia e Ghana) ed altri imbarazzanti e ridicoli (come l'F con Italia, Nuova Zelanda, Paraguay e Slovacchia).
Questo in nome di una finta democrazia secondo la quale è ingiusto vedere le sedici squadre più forti del mondo (o chi se lo merita) agli ottavi di finale. E' giusto invece, secondo alcuni, dare più chance a squadrette che a squadroni. Politica buonista e sciocca che porterà ad escludere dagli ottavi squadre come Messico, Uruguay o Francia; Nigeria, Corea del Sud o Grecia; Serbia o Ghana; Danimarca, Giappone o Camerun; Costa D'Avorio o Portogallo; Svizzera o Cile. Perché? Perché ci sono Corea Del Nord, Nuova Zelanda, Honduras e altre simili compagini che devono emergere per questioni di diritti televisivi e una finta pluralità del potere nel calcio.
Ad ogni modo, questi sarebbero più o meno i gruppi se ci si fosse basati sul ranking. Ah, con la Francia giustamente come testa di serie. Perché è ridicola la retrocessione dei bleus per quel goal viziato da un tocco di mano. Crea un precedente ingiusto e sconvolgente. Solo i nostri buonisti potevano fare una simile porcheria. L'avesse fatto Maradona...
Teste di Serie: Spagna, Brasile, Olanda, Italia, Portogallo, Germania, Francia, Sudafrica;
Gruppo 2: Argentina, Inghilterra, Camerun, Grecia, U.S.A., Messico, Costa D'Avorio, Cile;
Gruppo 3: Svizzera, Uruguay, Serbia, Australia, Nigeria, Danimarca, Algeria, Paraguay;
Gruppo 4: Slovenia, Slovacchia, Ghana, Honduras, Giappone, Corea Del Sud, Nuova Zelanda, Coreal Del Nord.
Gruppo A: Sud Africa, Argentina, Danimarca, Corea Del Nord
Gruppo B: Francia, Camerun, Australia, Honduras
Gruppo C: Portogallo, Inghilterra, Nigeria, Nuova Zelanda
Gruppo D: Germania, U.S.A., Uruguay, Slovenia
Gruppo E: Olanda, Cile, Serbia, Giappone
Gruppo F: Italia, Costa D'Avorio, Paraguay, Slovacchia
Gruppo G: Brasile, Grecia, Svizzera, Ghana
Gruppo H: Spagna, Messico, Algeria, Corea Del Sud
Molto più giusto così, secondo me.

venerdì 4 dicembre 2009

Qualcuno telefoni a Guido Rossi

La banda degli onesti?

martedì 1 dicembre 2009

Dicembre

Perdonate la mia sparizione, ma sono stato lontano per lavoro. Ciononostante, sono riuscito a vedere le tre partite del Milan (Cagliari, Marsiglia e Catania), anche se per farlo ho dovuto chiedere favori, salire su aerei ad orari assurdi ed altre peripezie più o meno Pinteriane.
Partirò da un presupposto. Il Milan è stanco. Come tutte le altre grandi squadre che arrivano a fine Novembre con meno benzina. Dieci partite negli ultimi quaranta giorni sono state tante. Sette vittorie, tre pareggi, ventuno goals fatti e dodici subiti. Sfide toste, contro Roma, Lazio, Real Madrid, Marsiglia, Napoli. Sfide semplici sulla carta ma non meno complesse contro Cagliari e Parma. Sfide molto meno complesse contro Chievo e Catania risolte però solo allo scadere.
Tranne il Chelsea, che però ha disputato partite più abbordabili, tutte le grandi d'Europa - Milan, Barcellona, Real Madrid, Lione, Manchester United, Liverpool, Arsenal, Inter, Juventus, Bayern - hanno incontrato parecchi ostacoli sul proprio percorso nelle ultime due-tre settimane. C'è chi è scivolato in Campionato e chi in Coppa, ma nessuna delle grandi è stata immune dalla stanchezza novembrina.
Pertanto, l'ultima settimana un po' sottotono del Milan è assolutamente normale. Ciononostante, sette punti conquistati e una voglia di vincere che non si vedeva da anni. Huntelaar è finalmente esploso, segnando un goal di rara bellezza. Leonardo coinvolge i giocatori nella scelta dei cambi, dimostrando la sua leadership e la coesione del gruppo sempre più. La squadra, una volta ottenuta la vittoria contro il Catania, si abbraccia e festeggia neanche fosse una finale di Champions League. Beh, sentimenti e sensazioni che solo noi milanisti conosciamo.
Prima delle festività abbiamo ancora da sfidare Sampdoria in casa, Zurigo fuori casa, Palermo in casa, Fiorentina fuori casa. E forse c'è anche l'ottavo di finale di Coppa Italia contro il Novara. Insomma, tre partite complesse e una più semplice. L'Inter farà almeno sette punti su nove, se non addirittura nove su nove data la pochezza di questa Juventus. Potrebbe soffrire contro l'Atalanta tra due Domeniche a causa dell'impegno decisivo contro il Rubin Kazan, ma ci credo poco. E' più probabile una sconfitta dei nerazzurri in Coppa. E' anche più auspicabile, a mio dire. Dunque, il Milan deve assolutamente prendersi almeno sette punti. Anche perché dopo la sosta ci attendono Genoa in casa, Juventus fuori casa, Siena in casa ed Inter fuori casa. Da brividi, insomma.