sabato 27 febbraio 2010

Chissà se è vero

Secondo Josè Alberti, noto esperto di mercato, Edin Dzeko è già del Milan.
Ora, è un ragazzo di ventitre anni con un fisico esplosivo, una buona tecnica e un curriculum di goals che parla per lui. Però c'è il solito però. Borriello sta giocando al massimo, accetterà di fare la riserva? Perché non puoi spendere trenta milioni per un giocatore e poi farlo sedere in panchina, a meno che al posto del rosso sulle tue maglie ci sia l'azzurro. E Huntelaar? E' il giocatore che in Italia, rispetto ai minuti giocati, ha segnato di più. Un goal a partita, precisamente. Eto'o ha fatto solo due goals più di lui. Balotelli lo stesso numero di goals. Siamo così sicuri che valga la pena vendere l'olandesino?
Ad ogni modo, staremo a vedere. Qui, infine, vi segnalo un giocatore che sto seguendo da tempo. E' Romelu Lukaku dell'Anderlecht, 16 anni. E' un ragazzo del 1993 che nel suo primo anno da titolare è capocannoniere della Jupiler League Belga e ha segnato tre goals in Coppa UEFA. 192 centimetri, sembra destinato ad essere il prossimo Drogba. Fa impressione, se leggete i suoi numeri e vedete qualche video capirete il motivo.

venerdì 26 febbraio 2010

Uno in meno, finalmente

Beh, lo volevo cacciare da quasi nove anni, finalmente mi ha reso felice lui.
Sto parlando di Kakhaber "Kahka" Kaladze, che ha rilasciato questa felice intervista a Sky Sport 24, a cui è seguita una replica immediata da parte del Milan.
Update/1. Kaladze si è poi prontamente scusato. Fossi io il capo, lo caccerei comunque, al di là della sua bravura come calciatore, perché rischia di creare un pericoloso precedente.

Tanto per mettere le mani avanti

Nella prossima giornata di campionato, domenica pomeriggio il Milan ospiterà l'Atalanta a San Siro e l'Udinese l'Internazionale al Friuli.
Come è noto, i neroazzurri dovranno fare a meno di Samuel, Cordoba, Cambiasso, Muntari e, soprattutto, non avranno ai bordi del campo Mourinho a rompere le balle con le sue sceneggiate.
Come è noto, l'Udinese è certamente squadra più ostica da affrontare nel suo stadio di quanto lo sia l'Atalanta in trasferta.
Come è noto, il Milan viene dall'incredibile vittoria di mercoledì sul campo della Fiorentina, veleggiando sulle ali dell'entusiasmo di un distacco dalla prima in classifica mai così esiguo.
Come è noto, chi insegue a così breve distanza ha sempre un vantaggio psicologico su chi è inseguito, trovandosi quest'ultimo nella non piacevole situazione di sentire il fiato sul collo dell'avversario in rimonta.
Come NON è noto: sarà, quindi, così scontato per noi portarci a due, se non addirittura ad un solo punto dalla prima in classifica? Neanche per idea. Sull'onda di quanto scritto dopo la partita di Firenze, temo l'imponderabile del calcio e la nostra ormai cronica incapacità da almeno tre anni a questa parte di sfruttare occasioni come questa, fermandoci sempre sul più bello.
Se l'Inter così mal messa dovesse vincere al Friuli - onore a loro - sarebbe già cosa fuori dal comune.
Ma se il Milan non dovesse battere l'Atalanta in una giornata come questa, beh, mi mangio il cappello.

mercoledì 24 febbraio 2010

Come la vita

Il calcio è davvero lo sport più incredibile dell'universo. Chi ha visto la partita di oggi a Firenze sa di cosa sto parlando. Dopo la spettacolare partita di Bari di solo tre giorni fa, dove i rossoneri hanno probabilmente giocato la migliore gara dall'inizio della stagione, pur nella consapevolezza della difficoltà della trasferta in terra viola, era logico aspettarsi una replica in termini di prestazione, a maggior ragione per la ghiotta opportunità di assestarsi a soli quattro punti di distanza dalla prima in classifica. Eppure, fatta eccezione per una manciata di minuti iniziali quando i nostri ragazzi hanno anche sfiorato la marcatura, è ragionevole considerare il primo tempo rossonero come il peggiore fin qui visto. Merito della Fiorentina, certo, che ci ha letteralmente dominato per almeno 40 minuti nel primo tempo, con pressing altissimo, raddoppi mozzafiato e gioco a mille all'ora da fascia a fascia. Ma il Milan proprio non riusciva ad imbastire mezza azione, lontanissimo parente di quello visto, appunto, soltanto tre giorni fa. In particolare, Abate soffriva tremendamente a destra, Gattuso irriconoscibile, Pirlo annullato dall'asfissiante pressing viola, Pato capace di sbagliare tre palloni su due ricevuti e ancora peggio Ronaldinho dall'altra parte. Insomma, difficile fare peggio. E, in più, dopo neanche un quarto d'ora si infortunava pure capitan Ambrosini, costretto di lì a poco a lasciare il campo a Flamini. Proprio negli attimi successivi all'infortunio di Massimo era arrivato il goal di Gilardino, dopo che ancora una volta Abate si era fatto bellamente saltare da Vargas. Ancora pochi minuti e Gilardino avrebbe potuto raddoppiare se non fosse stato murato miracolosamente da Bonera in area. Una sofferenza. Inizia il secondo tempo e la musica cambia poco. Certo, i ragazzi di Prandelli calano un po' per il dispendiosissimo primo tempo, il Milan prende coraggio e qualche metro in avanti per il proprio baricentro, ma non è che si veda chissà cosa. Qualche discreto spunto di Pato finalmente svegliatosi, Ronaldinho un filo più incisivo e Pirlo a girare sul centro-sinistra per levarsi dall'intasamento architettato al centro da mister Prandelli, ma Frey rimane comunque praticamente inoperoso e anzi è ancora Abbiati a riconfermare quanto di buono visto a Bari, sventando ancora una bordata di Montolivo da fuori area. Tutto questo fino a dieci minuti dalla fine, con l'Inter rimasta lontanissima in classifica e la rabbia di aver visto buttare al vento l'ennesima occasione. Poi, all'improvviso, la luce. Huntelaar, subentrato pochi minuti prima al posto di un sempre più spento Gattuso, con una triangolazione in un fazzoletto con Ronaldinho ai limiti dell'area viola, si ritrova a tu per tu con Frey e lo trafigge implacabilmente sul primo palo. I viola - perdonatemi il pessimo gioco di parole - sono ancora più "viola" dalla rabbia e nei restanti dieci minuti finali ci rimettono sotto, costringendoci a barricarci nella nostra area. Ancora una paratona di Abbiati a mettere in angolo un velenosissimo tiro di Vargas destinato all'incrocio dei pali. Un'uscita "alla Dida" di Christian su di uno spiovente in area, ciccato clamorosamente e che fortunatamente non sortisce conseguenze per noi. Infine, il "fattaccio" nella nostra area a pochissimi minuti dalla fine, con un fallo da rigore netto su Montolivo non fischiato da Rosetti. L'unica spiegazione plausibile potrebbe essere stata che l'arbitro abbia concesso il vantaggio con l'azione conclusasi un attimo dopo con un autentico miracolo ancora di Abbiati su Keirrison, ma l'ipotesi regge poco. Fatto sta che, visto l'inferno scatenato in campo dai viola, se oggi avessimo pareggiato ci sarebbe andata a dir poco di lusso. Ma evidentemente era "destino" che non dovesse andare a finire così. Al 93° abbondante, a pochi secondi dalla fine dei tre minuti di recupero concessi, mischiona in area davanti a Frey e palla che finisce sui piedi di Pato che lo trafigge sotto le gambe. I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E.
A questo punto, io non so davvero chi vincerà lo scudetto, né se dopo la doppia batosta presa nei due derby o dopo la partita di oggi noi meriteremmo di vincerlo, ma una cosa so per certa: il calcio è uno sport meraviglioso che cela disegni imperscrutabili. Quando meno te l'aspetti, è capace di regalarti emozioni inaspettate, dalla depressione all'esaltazione, così, con un semplice schiocco delle dita. Sì, proprio come la vita.

lunedì 22 febbraio 2010

Come un anno fa

Non so voi, ma dopo la fenomenale prestazione dei nostri ragazzi ieri sera a Bari, ho rivisto negli occhi di Leonardo la tristezza, il senso di ingiustizia e l'insofferenza mal celata verso le esternazioni del nostro presidente che vidi giusto un anno fa negli occhi di Carletto Ancelotti. E la cosa più inquietante è che Leo e il nostro presidente si erano pure sentiti telefonicamente nella giornata di ieri per "chiarirsi", eppure, nonostante questo e la fantastica vittoria dei ragazzi, il sorriso abituale del nostro magnifico allenatore nel dopo partita era bello che sparito, al di là delle rassicuranti frasi di circostanza sue e di lì a poco di Galliani.
Intendiamoci, non devo certo magnificare io qui i 24 anni di presidenza Berlusconi che ci hanno portato ad essere la società più vincente della storia del calcio. Che il nostro presidente abbia largamente dimostrato di avere mostruose capacità di gestione degli uomini e anche di conoscitore di calcio, non è minimamente in discussione, ovvio. Allo stesso tempo, però, ha aggiunto specialmente negli ultimi tempi anche una fastidiosa forma di tracotanza e di ingerenza che sono difficili da mandar giù per degli autentici gentleman dall'animo sensibile come Ancelotti e Leonardo. Ad esempio, la vendita di Kaka' al Real al confronto è stata una bazzecola, tale è stato l'errore di aver posto la parola fine al rapporto con uno dei più grandi - se non il più grande - allenatore attualmente in circolazione qual è Ancelotti.
Ora, con Leonardo, uno che per amore di questi colori l'estate scorsa ha accettato una sfida ai limiti dell'impossibile e che ha incredibilmente già dimostrato tutto il suo valore nel nuovo ruolo di allenatore con una stagione ad oggi semplicemente fantastica comunque vada a finire, ho timore che stia accadendo la stessa cosa. E, in più, con modalità ai miei occhi davvero fuori luogo.
Ricordate quando all'inizio del campionato a fine agosto il nostro presidente era intervenuto per dire la sua su come doveva giocare il nostro tridente con Ronaldinho e Pato al centro dell'attacco? Bene. Al di là del vittorioso esordio nella trasferta di Siena, dal derby di andata in poi la squadra aveva imboccato un tunnel senza via d'uscita fino alla famosa partita in casa con la Roma, quando alla fine del primo tempo eravamo sotto di uno a zero e in piena zona retrocessione. Da lì in avanti, Leonardo ha preso letteralmente la squadra in mano, le ha ridato la disposizione tattica che aveva in mente fin dal primo giorno del suo incarico e ha iniziato una trionfale cavalcata, inanellando risultati su risultati fino a sfiorare il quasi aggancio alla vetta nel derby di ritorno di poche settimane fa. Fino ad allora, di dichiarazioni del presidente in merito al Milan non v'era stata traccia, ma - guarda caso - ha ritenuto "opportuno" farsi di nuovo vivo e criticare il gioco espresso dopo la sfortunata partita contro i neroazzurri e ora contro lo United in Champions. A me è sembrato anche alquanto puerile, della serie "ho aspettato il primo passo falso dopo mesi di vittorie per dire che avevo - ed ho - ragione io su come si dovrebbe giocare". Sono io ad avere troppa fantasia? Pensateci.
Lui, dopotutto, è già nella storia come il presidente più vincente di tutti i tempi e quindi può permettersi anche di questi clamorosi autogoal pur di far prevalere il proprio ego e i suoi convincimenti tecnico-tattici.
Certo, a quanto hanno detto poi Leo e Galliani, le dichiarazioni rilasciate pochi giorni fa dal nostro presidente sono state "travisate" e c'è stata quindi la parziale rettifica.
Ma gli occhi di Leo ieri sera non mentivano.

Onesti e, a quanto pare, anche sportivi

Ecco le pene comminate all'Inter dopo la partita contro la Sampdoria.

Mourinho: tre giornate di squalifica e quarantamila euro di multa.
Cordoba: una giornata di squalifica;
Samuel: una giornata di squalifica;
Muntari: due giornate di squalifica, per aver ripetutamente rivolto frasi ingiuriose agli ufficiali di gara mentre usciva dal campo;
Cambiasso: due giornate di squalifica, per aver tentato di colpire con un pugno un giocatore della Sampdoria nel sottopassaggio che porta agli spogliatoi durante l'intervallo;
Oriali: inibito, per aver contestato ripetutamente la presenza dei collaboratori della procura federale;
Inter F.C.: venticinquemila euro di multa, di cui cinquemila per aver, per l'ennesima volta, ritardato ingiustamente l'inizio della ripresa di cinque minuti.

Mi aspetto subito un bel commento sul sito ufficiale degli indossatori in cui si accusano Moggi, Giraudo, Bettega, Galliani, Meani, Paparesta, Bergamo, Pairetto e ________ (inserite un nome a caso, va bene anche quello di vostra zia) delle decisioni del giudice sportivo.

Ah, non è tutto. Leggetevi questo, c'è più umorismo in questo che in film di Woody Allen.

Il vittimismo storico

Primi in classifica da, praticamente, centofottutetrentanove giornate, ritornano - non che fossero sparite, ma venivano tenute nascoste - tutte le caratteristiche dell'Inter morattiana. Al terzo pareggio consecutivo, con la Roma a meno cinque e il Milan potenzialmente a meno quattro, quel senso di sicurezza, di ho-rubato-le-caramelle-e-non-mi-sono-fatto-scoprire comincia a vacillare.
Già, perché un passo falso dei nerazzurri contro l'Udinese Domenica prossima potrebbe significare giallorossi e rossoneri vicini, molto vicini. E se per un caso assurdo una delle due avversarie dovesse scucire il tricolore dalle maglie degli indossatori, e se per caso gli indossatori dovessero uscire prematuramente dalla Champions League, finirebbero la stagione con le mani vuote. O forse vincerebbero la Coppa Italia e Mourinho direbbe che è l'unico trofeo che gli mancava e che ci teneva particolarmente.
Resta il fatto che quel senso di dominio assoluto sta scomparendo, e al suo posto stanno emergendo nuovamente quelle mezze frasi, quegli accenni, quei sassi tirati nascondendo la mano che sono stati una fenomenologia tipica degli ultimi quindici anni della società di Via Durini. Gli arbitri contro di noi, il sistema calcio contro di noi, tutti contro di noi ma noi meriteremmo di vincere. E non importa se voi avete Del Piero, Ibrahimovic e Trezeguet o Kakà, Shevchenko e Inzaghi. Noi abbiamo Martins, Recoba e Adriano, è chiaro che siamo superiori. Siete voi i furbetti del quartierino.
Insomma, la solita fanfara di cazzate volte a ricevere una manina, un aiutino, una spintarella. Il problema è che l'Inter di spintarelle ne ha già ricevute parecchie, e questo atteggiamento - le manette di Mourinho in Inghilterra gli sarebbero costate il licenziamento, ve lo dico io - da vittime arroganti sta pian piano trasformandosi in un pericoloso boomerang. Espulsioni, nervosismo, un solo goal in tre partite, Eto'o che ha segnato quanto Pato ma meno di Ronaldinho e Borriello, e l'hanno pagato profumatamente, eccetera.
Del resto, il sito ufficiale dell'Inter - cosa mai vista nella mia vita - ha analizzato le decisioni dell'arbitro Tagliavento durante il match contro la Sampdoria. Beh, fatevi due risate perché vengono tratte le seguenti conclusioni:
i) l'espulsione di Samuel era ingiusta (nonostante la gomitata da ultimo uomo a Pozzi lanciato a rete, eh)
ii) l'espulsione di Cordoba era ingiusta (nonostante il fallo, non certo veniale)
iii) l'espulsione di Pazzini era giusta (beh, anche qui, cosa aggiungere?)
Come i bambini viziati. Se la cosa mi conviene è giusta, altrimenti è scandalosa. Davvero, viene da ridere. Mi aspetto settimane infuocate. Soprattutto se l'Inter dovesse perdere qualcosa contro Udinese e Genoa e il Milan battesse la Roma nello scontro diretto dell'Olimpico tra due settimane.
Ad ogni modo, parliamo anche un po' di Milan. Grande partita, ottimi tutti. Abbiati superlativo. Bonera terzino sinistro azzeccatissimo. Bei goals, grande Ronaldinho, superbo Ambrosini, difesa a tenuta stagna. Bello vedere Inzaghi che dice a Leonardo di posticipare il proprio ingresso perché la sua squadra sta soffrendo e ha bisogno di Borriello in quel momento. Epico, unico l'affetto della squadra per il proprio allenatore. Sembra che lo spirito giusto stia tornando. Non so, ma qualcosa mi dice che a Manchester ci potrebbe essere una sorpresa. Ma intanto pensiamo alla sfida contro la Fiorentina. Consapevole di essere fuori dai giochi per la corsa Champions, vorrà fare di tutto per ottenere quantomeno un piazzamento UEFA. Sarebbe stato meglio incontrarla tre giorni prima del ritorno con il Bayern ma tant'è.
Ps qui le parole dei nerazzurri e la replica dell'Aia.

domenica 21 febbraio 2010

Cosa succede

Ditemi voi ora se quei due pareggi contro Livorno e Bologna non sono stati deleteri. Mercoledì sera potremmo essere primi in classifica a pari punti con l'Inter. Le sconfitte contro le piccole si pagano, nulla da fare.
Ad ogni modo, dopo il terzo pareggio consecutivo dei nerazzurri, qualcosa può cambiare.

mercoledì 17 febbraio 2010

Per avere successo

Se alla fine del primo tempo della partita di ieri sera il Milan fosse stato in vantaggio di 3 a 0, probabilmente avrebbe avuto da recriminare per un risultato assai bugiardo rispetto alle azioni espresse dalle due squadre in campo. Sei (6), infatti, le limpide occasioni da rete dei rossoneri, contro un (1) solo tiro di Rooney da fuori area finito abbondantemente a lato della porta difesa da Dida. Eppure, a pochi minuti dalla fine della prima frazione di gioco, i nostri ragazzi erano in vantaggio soltanto di 1 a 0, per aver visto azioni su azioni portate avanti terminate fuori per una manciata centimetri. Ma, come se non bastasse, la beffa più grande doveva ancora arrivare, a tempo praticamente scaduto: nella nostra metà campo, Antonini si fermava stirato, gli anglosassoni NON si fermavano ed arrivavano a crossare in area proprio dalla nostra fascia sinistra rimasta scoperta, con Scholes che LISCIANDO la deviazione in porta di destro, si vedeva prima carambolare il pallone sul ginocchio sinistro e infine lo vedeva terminare nell'unico angolino possibile dove Dida non poteva arrivare. 1 a 1 e tutti negli spogliatoi.

Inizia il secondo tempo e la musica non cambia: girata di testa di Pato in area finita alta sulla traversa; spettacolare interno a girare nell'angolino lontano di Ronaldinho deviato non sa nemmeno lui come da van der Saar; punizione da trenta metri di Andrea Pirlo destinata ad infilarsi giusto all'incrocio dei pali deviata con la punta delle dita dal portiere olandese. Viene avanti lo United, cross in area, colpo di testa di Rooney, 1 a 2 per gli inglesi. I nostri ragazzi e tutti noi milanisti, da quelli presenti a San Siro ai milioni davanti alla TV, a dir poco increduli. Viene ancora avanti lo United, la nostra difesa in bambola, ancora Rooney di testa e 1 a 3 per loro. Per quanto mi riguarda, se fossi stato in campo ieri sera, a quel punto sarei andato da Ferguson, gli avrei dato in mano le chiavi dei quarti di finale, l'avrei salutato e me ne sarei andato: contro un Dio del Calcio così beffardo non c'è partita.

Ma, fortunatamente, ieri sera io non ero in campo al posto della squadra più titolata e forte dell'intero universo. Sì, perché soltanto la squadra più forte dell'universo è in grado di ribellarsi, sfidare a viso aperto guardandolo fisso negli occhi il Dio del Calcio, così come hanno fatto i nostri eroi. Qualunque altra squadra al mondo, a quel punto sarebbe sparita dal campo, avrebbe subito anche il quarto, se non il quinto goal, ma non i ragazzi di Leonardo. A cinque minuti dalla fine, Sua Maestà Clarence Seedorf (ah, se solo fosse stato in grado di giocare dal primo minuto!), mette dentro un passaggio rasoterra di Dinho con un colpo di tacco m-o-s-t-r-u-o-s-o di sinistro: capito, mr. Scholes, come si segna? E a tempo scaduto sfioriamo l'impresa più ardua di tutti i tempi con Filippo Inzaghi che mette di pochi centimetri alto sulla traversa l'incredibile palla del possibile 3 a 3. Non è così: per questa volta, caro Dio del Calcio, una delle beffe più atroci della storia ti è riuscita.

Come andrà a finire ora la sfida con il Manchester United? Ah, saperlo... Una cosa, però, è certa: una e soltanto una squadra al mondo è in grado di vincere 2 a 0 all'Old Trafford. Ma se non dovesse riuscirci, beh, sapremo con chi prendercela. Una volta vidi un'intervista a Domenico Modugno, in cui raccontava quello che gli disse il padre quando era adolescente: "Caro Mimmo, ricordati sempre che nella vita per avere successo occorrono tre cose: fortuna, fortuna, fortuna".

martedì 16 febbraio 2010

Ingiusto, ma vero

Riassunto.
Primo tempo. Dominio Milan, goal di Ronaldinho, altre cinque o sei occasioni, pareggio fortunoso di Scholes.
Secondo tempo. Milan inesistente per mezz'ora, poco Manchester United in grado però di segnare due goals in due occasioni. Poi capolavoro di Seedorf (non poteva giocare dall'inizio?) e arrembaggio Milan. I diavoli rossi si difendono neanche fossero il Livorno e riescono ad uscire da San Siro con una vittoria.
Conclusioni.
Dato che non avevano mai vinto né segnato a San Siro, tanto vale che abbiano raggiunto i due obiettivi stasera, ché tanto questa stagione non sarà certo quella per cui il Milan verrà ricordato. Teniamoci le vittorie per altre annate. Peccato aver dominato per più di un'ora una squadra ipercoperta, venuta a San Siro per un pareggio, che si è ritrovata addirittura sul tre a uno con il minimo sforzo e tanta fortuna.
Ipotesi e scenari.
Pensare di vincere per due a zero a Manchester è ridicolo. Il Milan di Ancelotti ce l'avrebbe fatta, magari. Con Maldini, Gattuso, Seedorf, Kakà e un certo spirito di squadra che oggi fatica ad emergere. Questo Milan, però, non credo che possa puntare al passaggio del turno. Servirebbe una partita perfetta, segnando almeno due goals senza subirne. Impossibile? Decidete voi. Fossi nella dirigenza, darei una bella guardata a questa squadra, ottima in molte occasioni, ridicola in altre, coraggiosa ma sfortunata in altre ancora. Leonardo non si deprima, quest'anno è già riuscito a vincere al Bernabeu e, comunque, a mettere sotto i vicecampioni d'Europa per buona parte del match. In Campionato il Milan sta facendo meglio della scorsa stagione, e anche questo è buono. Certo, fossi io il proprietario del Milan, riprenderei di corsa Maldini, Kakà, Ancelotti, Shevchenko, Tomasson e gli altri dell'ultimo decennio. Non lo so, ma questo Milan non mi sembra proprio il mio Milan. Sarà una questione di sentimentalismi, ma non mi dà gli stessi brividi di qualche anno fa.

I generali di Napoleone

Il Milan gioca il miglior primo tempo della stagione, segna con Ronaldinho, potrebbe farne altri due o tre, probabilmente gli viene anche negato un rigoretto o due... ma il Manchester ha fatto uno ad uno. Questa è vera vera vera sfortuna. E le Coppe si alzano anche con il culo. Confido nella ripresa.

Sulle bestemmie in campo

Ampia digressione prima della partita, perché sono due settimane che leggo papiri su papiri contenenti tante sciocchezze. Allora, partiamo dalla pietra dello scandalo. Le bestemmie in campo. Dopo che le televisioni hanno beccato Buffon che bestemmiava, si è aperto un vasetto di Pandora, proprio un vasetto, tipo quello dello yogurt, perché il vaso vero nessuno ha le palle di aprirlo. Insomma, dopo la bestemmia incriminata è arrivata la proposta molto bipartisan di censurare chi bestemmia con una bella squalifica.
Mettendo da parte le posizioni politiche, la religiosità e le opinioni personali, occorre dire qualche parola in merito alla questione.
Primo. Vietare le bestemmie è da Medioevo. E' come vietare le parolacce, il sesso, il sesso orale, la masturbazione (e allora hai voglia a costruire galere), l'uso del preservativo, l'uso della pillola, il divorzio, i capelli lunghi, la musica rock e tutto quello che ha portato la società puritana degli anni cinquanta a fare un bel salto culturale. Poi tutte queste cose sono state manipolate, e oggi viviamo in una società di deficienti che vivono di Facebook, gruppi musicali che durano un disco, droghe per cavalli e tagli di capelli da imbecilli. Ma questa è un'altra storia.
Secondo. La bestemmia è un atto soggettivo. E' personale. Se a qualcuno desse fastidio l'uso della parola, che so "freccia", nessuno si sognerebbe di censurarne l'uso e tutti riderebbero di colui il quale considera blasfemo l'uso di tale vocabolo. Eppure, seguendo l'esempio di Buffon, se noi quattro gatti oggi fondassimo una religione il cui dio si chiama "Freccia" che tra duemila anni raccogliesse un miliardo di credenti potremmo magari chiamare la federazione di tiro con l'arco per vietare l'uso della parola "freccia".
Terzo. L'Italia è un paese laico. E non lo dico da mangiapreti, da bestemmiatore, da anarchico, da senzafede eccetera. E' solo una constatazione, una banale realtà che tutti conoscono. Se vogliono togliere i crocifissi dalle aule, mi sembra poi ridicolo punire chi bestemmia in campo. Neanche venisse sentito dal Papa in persona. In Italia ormai c'è un'esaltazione del sesso, dell'uso di droghe, dell'uso dell'alcool, vogliono pure alzare il limite di velocità in autostrada a centocinquanta... ma una bestemmia è illegale.
Quarto. Perché un calciatore che tira cocaina, va a puttane o trans, si fa beccare trenta volte dall'antidoping, falsifica il proprio passaporto, va a duecento all'ora in autostrada rischiando di fare male agli altri, ecc. ecc. è un fottuto figliol prodigo che ha solo bisogno di amore, coccole e un po' di affetto mentre un povero calciatore con un cognome qualunque tipo Benetti, Merini o Fasani che magari è sposato, ha un figlio, non fa nulla di male ma tira una bestemmia è un cattivo esempio?
Cinque. Sui cattivi esempi. Questa storia dei calciatori-educatori fa ridere i polli. Nessuno in Italia prende esempio dai calciatori, né li invidia, se non per il fatto che scopano donne mediamente più affascinanti di quelle che puoi incontrare dietro casa tua, che girano con macchine grosse e rumorose e che guadagnano tanto più di te. Stop. Per il resto, i calciatori sono visti come dei minus quam dalla maggioranza delle persone. Poi, la storia dei cattivi esempi fa acqua da tutte, ma proprio tutte le parti. Nella mia vita ho frequentato alcolizzati, tossici, teppisti e altra gente che non inviteresti alla prima del Lago dei Cigni. A dire il vero, non li inviteresti neanche in una rissa tra gang. Ad ogni modo. Sono stato in posti moralmente deprecabili, ho frequentato donnacce, ascoltato musica suonata da gente piena di piercing e tatuaggi, capelli colorati e pantaloni larghi. Morale della favola? Non bevo, non mi drogo, cedo il posto alle vecchine sull'autobus e faccio la raccolta differenziata. Non ho piercing, non ho tatuaggi, non ho la cresta da Mohicano. Ascolto Mozart, Beethoven, Rachmaninoff, Chopin. Al contrario, parecchi dei miei compagni di scuola che frequentavano assiduamente la chiesa e l'oratorio ora si fanno di ecstacy, ketamina, LSD, acidi, trip, funghi allucinogeni, cocaina, bevono anche il Martedì sera (la serata più sfigata della settimana, probabilmente) e rimbalzano da uno psicologo all'altro. Non che vi sia una connessione diretta, ma chi di noi sta meglio?

Cose che ci riconciliano con il calcio

Sul sito del Manchester United c'è un bellissimo elogio ai nostri ragazzi, dal titolo "The Magnificent Seven". Lo potete leggere qui.
Cose che succedono solo con le squadre inglesi.
Cose che succedono solo al Milan.
Questa è la concezione del calcio secondo il Milan Football Hall.
Comunque vada a finire.
Onore a loro.

Riconquistiamola

San Siro tutto esaurito con 78.587 spettatori e incasso record di 3.763.560 Euro.
Oh, my God.

lunedì 15 febbraio 2010

Lasciare bei ricordi

Parole di Ibrahimovic al Periodico de Catalunya: "Qui ho vinto titoli che con l'Inter sarebbero stati impossibili, come la Supercoppa Europea o il Mondiale per Club".

Osservazioni da un centesimo

Ogni anno, a questo punto della stagione, se la fanno addosso: come sentono solo avvicinarsi l'eco della musica della Champions, non capiscono più niente.
Sarà una mera coincidenza che nelle ultime due partite hanno raccolto soltanto due punti e, per quello che si è visto in campo, possiamo pure tranquillamente dire che è andata loro di lusso?
C'è quasi da augurarsi che vadano avanti il più possibile in Champions.

Se allenassi io

Scenderei così in campo contro il Manchester United.
Dida - Bonera - Nesta - Thiago Silva - Zambrotta - Pirlo - Ambrosini - Seedorf - Ronaldinho - Pato - Inzaghi.
Abbiati - Abate - Antonini - Favalli - Gattuso - Beckham - Huntelaar
I motivi? Dida in campo europeo è più affidabile di Abbiati. Stesso discorso vale per Bonera e Zambrotta al posto di Abate ed Antonini. Seedorf titolare in una partita così delicata - Beckham per ora non sta giocando al meglio, e Clarence si merita de iure un posto in campo. Attacco a tre, con Inzaghi al posto di Huntelaar. Conoscendo Filippo from Piacenza, avrà una fame di goal che neanche in una finale di Coppa del Mondo.

domenica 14 febbraio 2010

Altri calcoli sciocchi

Altro pareggio per l'Inter, ora a più sette sulla Roma e a più nove sul Milan che deve però recuperare il match con la Fiorentina. Di nuovo siamo qui a rimuginare sulle mancate vittorie contro Livorno e Bologna. Comunque vada con il Manchester, non credo che l'Inter sia irraggiungibile. Soprattutto nel periodo più delicato dell'anno. Se il Milan riuscisse ad inanellare una serie di vittorie consistente, penso davvero che ci si possa ancora giocare lo Scudetto.

venerdì 12 febbraio 2010

I patteggiatori

Come con il passaporto di Recoba, eccoli di nuovo a patteggiare (ammettere le proprie colpe al fine di ricevere una pena meno pesante).

giovedì 11 febbraio 2010

Calcoli inutili

Dicevamo, prima del derby, che anche una sconfitta sarebbe potuta essere indolore, qualora il Milan avesse subito ricominciato a marciare spedito. E in effetti, dopo il pareggio di Parma di ieri sera, il rammarico è anche maggiore. Due vittorie, peraltro meritatissime, contro Livorno e Bologna ci avrebbero portato a meno sette con una partita da recuperare. Ecco, sono questi calcoli (inutili) a farci capire che per lo Scudetto, probabilmente, occorre ancora aspettare.

domenica 7 febbraio 2010

Tedio

Il Milan di quest'oggi è a metà tra l'inguardabile - ho cambiato più volte canale - e il noioso. Speriamo nella ripresa.
Update/1 - La ripresa è anche peggio del primo tempo, a parte la traversa di Ronaldinho. Non capisco perché non ci sia Beckham, anche in stampelle, al posto di Mancini.
Update/2 - Come al solito il portiere avversario fa la partita della vita, gli avversari giocano con il nove uno uno e il Milan ci prova ma con tanta stitichezza.
Update/3 - Leonardo mi ascolta e mette Beckham, togliendo però Ronaldinho. A questo punto non so più cosa pensare, spero che il mister abbia azzeccato il cambio ma qualche dubbio ce l'ho.
Update/4 - Senza citare i generali di Napoleone, seconda traversa, stavolta colpita da Ambrosini in pieno recupero. Periodo negativo, speriamo passi presto.

venerdì 5 febbraio 2010

Curva improvvisa

Se questo fosse vero, dopo Shevchenko al Chelsea, bisognerebbe fare una statua al Dottor Galliani.

lunedì 1 febbraio 2010

(Di)Amantino rossonero

Abbiamo dovuto aspettare l'ultimo giorno del mercato di gennaio per veder confermato quello che andiamo dicendo da agosto: per il modulo di gioco adottato da Leonardo, la rosa di questa squadra ha un dannato bisogno di alternative ai due attaccanti esterni. L'arrivo di Mancini da "la seconda squadra di Milano"™ (non lasciatevi ingannare dalla classifica: è e sarà sempre così), quindi, va in parte a colmare questa evidente lacuna che già a mio avviso ci ha fatto perdere preziosissimi punti per strada, a cominciare dai due lasciati ieri al Livorno.
Intendiamoci, i ragazzi hanno finora disputato un campionato fantastico, ben al di sopra della più rosea delle aspettative estive (fatta eccezione per il lungimirante Astoria, il va sans dire) e la stessa prestazione di ieri dal mio punto di vista ha avuto davvero poco da essere criticata, con il suo bel carico di sfiga (il palo pieno di Ronaldinho), occasioni mancate (un paio di girate di Huntelaar che avrebbero meritato miglior sorte), non uno, non due, ma ben tre falli in area livornese perlomeno sospetti e, last but not least, il solito golletto che ci prendiamo da qualche anno a questa parte contro le squadre cosiddette "piccole", a cui basta mezza azione per frustrare puntualmente i nostri sogni di gloria. Comunque vada a finire, quindi, non posso che elogiare fin da ora la squadra, l'allenatore e la società per tutto quello che ci stanno facendo vivere in questo campionato, dopo le nefaste sensazioni provate soltanto pochi mesi fa per via degli eventi che tutti conosciamo. Comunque la si voglia guardare, questa stagione rimane un piccolo capolavoro.
Rimango fiducioso. La batosta del derby è passata. Temevo fortemente che ne subissimo i postumi, così come in parte è accaduto contro il Livorno. A dirla tutta, pensavo che ieri andasse molto peggio e, invece, l'improvvisa bufera che ci ha inaspettatamente travolti una settimana fa è stata già superata. Secondo me, da qui alla fine del campionato ne vedremo delle belle.
Forza ragazzi, avanti così.

I limiti del Milan

Dopo la partita di ieri, a mente fredda, ho provato a pensare a quali siano, realmente, i limiti del Milan. Senza esagerare - in alcun senso.
i) La difesa centrale. Nesta e Thiago Silva sono ovviamente perfetti. Bonera è un buon rincalzo, ma Kaladze, Favalli ed Onyewu non possono bastare. O meglio, sono a mio avviso da cambiare radicalmente. Come? Con un gran difensore, un buon difensore e un giovane difensore. Sul giovane difensore penso ad Albertazzi, fenomeno della Primavera rossonera. Sul buon difensore penso ad Astori del Cagliari, ottimo anche nella fase aerea e soprattutto, per questioni di obblighi UEFA, prodotto delle giovanili. Sul gran difensore, oddio, ce ne sarebbero tanti in giro per l'Europa.
ii) I terzini. Abate ed Antonini sono bravi, ma non hanno la personalità, l'esperienza e la qualità per reggere un intero Campionato, le partite importanti di Champions League e le sfide decisive, tipo il derby. I loro rincalzi, Zambrotta, Oddo e Jankulovski sono, per un motivo o per l'altro, dei rincalzi.
ii) Il centrocampo. Sei centrocampisti, e solo da Gennaio a Giugno con Beckham, sono veramente pochini. Soprattutto quando si pensa alla durata delle competizioni.
iii) Le seconde punte. Pato non basta, è evidente. E' arrivato Adiyiah, speriamo bene.
iv) Le prime punte. E' assurdo, a mio avviso, tenere due come Huntelaar e Inzaghi, veri goleador, in panchina. A differenza di Juventus ed Inter, il Milan ha sempre avuto una tradizione - un trequartista, una mezzapunta, una seconda punta e due prime punte. Prima erano Rui Costa, Kakà, Shevchenko, Inzaghi e Tomasson. Oggi dovrebbero essere Seedorf, Ronaldinho, Pato, Borriello, Inzaghi e Huntelaar. Troppi, là davanti. Poi è normale che siano tutti incazzati e giochino male.

E' probabile che tutto ciò che penso sia sbagliato, resta però il fatto che quando al centro c'erano Nesta e Maldini, sulle fasce Cafu e Serginho, in panchina a centrocampo Ambrosini e Rui Costa e davanti Shevchenko e Inzaghi si vinceva. E parecchio. Oggi non si vince più, e il Manchester United si avvicina. Sarebbe carino evitare figuracce, quelle competono di diritto, da quasi cinquant'anni, a chi sapete.