Quando il Milan perse l'andata delle semifinali di Champions League 2006/07 per tre a due contro il Manchester United, scrissi un lungo post sul MBC. Il titolo, pressappoco, era il seguente - "Sono felice di aver perso". Passai subito per pazzo e strano, ma credo ancora di aver avuto ragione in fondo. Lasciatemi spiegare. Il Milan pareggiava per due a due, era il minuto novantuno. Rooney segnò. I milanisti erano disperati. Al contrario, io sorridevo. Sapevo che i rossoneri avevano dominato una partita bellissima, che avrebbero meritato di vincere per due o tre a zero, e che la vittoria del Manchester United non significava nulla. Non avrebbe avuto un impatto negativo sulla squadra. Anzi. Un pareggio ci avrebbe portati a San Siro dovendoci difendere dai loro attacchi. Così, con la vittoria come unico risultato da perseguire, il Milan scese in campo affamato come una tigre e sbranò i propri avversari nella famosa "partita perfetta". Forse anche Crow ricorda tutti questi dettagli.
Ecco, la partita di ieri sera mi ricorda tanto quei momenti. Il Milan veniva da tre vittorie consecutive. Belle, sofferte, adrenaliniche. I rossoneri segnano due goals strepitosi nei primi sei minuti, poi si limitano a controllare durante il primo tempo. Nella ripresa, il Napoli cambia faccia e inizia ad aggredire. Il Milan va in bambola. Prima poco, poi abbastanza, alla fine parecchio. Il Napoli segna due goals in tre minuti, di cui il primo tanto bello quanto fortunoso, e riacciuffa una partita che sembrava ormai perduta.
Questa è una grande e importante lezione per i nostri ragazzi. Non avesse segnato Denis, il Milan sarebbe tornato a casa esageratamente convinto dei propri mezzi. Il che non è buono. Soprattutto data la prestazione di ieri sera, specialmente nella ripresa. Invece, proprio quel goal di Denis può far capire alla squadra cosa cambiare, cosa migliorare. E magari, tra qualche settimana, i nostri avversari non ci recupereranno più due goals in pochi minuti.
Lasciatemi spendere due parole su Dida. Da ieri sera due o tre sue parate entrano di diritto nella top cento delle parate più spettacolari della storia. Credo che questo sia un altro dei capolavori di Leonardo. Se Ancelotti non era riuscito a rivitalizzarlo a causa del suo carattere schivo ed introverso, il tecnico brasiliano, così caloroso e fraterno, sembra averlo guarito dai mali mentali che lo affliggevano.