lunedì 31 agosto 2009

Viva il campionato!

Sì, lo so che in un momento di sconforto come questo per noi milanisti, trovare aspetti positivi è impresa ai limiti delle umane possibilità. Ma almeno da appassionato di calcio quale credo di essere, vedere buona parte delle partite giocate ieri è stata esperienza comunque stimolante per quello che si è visto in campo. Certo, vedere le altre squadre che, più o meno tutte, corrono, combattono, sono organizzate e, in alcuni casi, mostrano anche sprazzi di bel gioco non può che aumentare il rammarico per come stiamo messi noi in questo momento. Però, penso pure che la cosa possa risultare anche costruttiva proprio per analizzare con ancora maggiore lucidità quello che al confronto sta accadendo dalle nostre parti e sperare che, chissà, qualche nostro dirigente faccia altrettanto con un bel bagno di umiltà e, perché no, si impari qualcosa anche dai club che non necessariamente siano "i più titolati al mondo".

Ho visto praticamente tutta Roma-Juventus: che partita, ragazzi. OK, alla fine giocavano in novanta metri, con entrambe le squadre praticamente divise in due tronconi tra difesa e attacco, però c'è anche da dire che la partita è iniziata alle sei del pomeriggio, nell'agosto romano e con un caldo equatoriale. Ho letto da qualche parte che la Roma non ha giocato bene: mah, allora non capisco nulla di calcio io (cosa tra l'altro possibilissima). Per quanto mi riguarda, invece, ho visto una gran bella squadra lottare, correre per novanta minuti e sfiorare anche il goal del vantaggio quando la partita era sull'1 a 1, se non fosse stato per un mezzo miracolo di Gigi Buffon su Totti solo davanti a lui. Certo, hanno pure fatto un paio di cappellate in occasione dei goal bianconeri (specie sul primo di Diego), però hanno dato tutto, con un ottimo Menez a scorribandare in attacco, De Rossi, Pizarro, Vucinic, ancora Totti a cui solo il palo pieno ha impedito di segnare il goal del pareggio sul finire quando si era sul 2 a 1 per la Juve, proprio pochi attimi prima del definitivo 3 a 1 messo a segno in contropiede da Felipe Melo. E la Juventus? Beh, pur con tutti i se e i ma relativi a qualche carenza difensiva (ma buttatela via una coppia di centrali come Cannavaro e Chiellini, per non parlare di Gigi tra i pali), ragazzi, questi fanno paura: in attacco hanno due autentiche belve come Amauri e Iaquinta (e alle loro spalle due giocatorini come Del Piero e Trezeguet); a centrocampo hanno preso Melo, ritrovato un ottimo Tiago, hanno Marchisio, un sempre bravissimo Camoranesi e, in più, c'è il signore qui sopra nella foto. OK, è ancora presto per giudicarlo, ma Diego è uno tostissimo sul quale scommetterei ad occhi chiusi. E non solo ha i numeri da giocoliere brasiliano qual è, ma ha pure corsa, resistenza, tenacia e va come un dannato a mordere le caviglie degli avversari, tutte caratteristiche che rendono imbarazzante anche il solo pensare di metterlo al confronto con il nostro attuale "gaucho" suo connazionale. Il suo goal del primo vantaggio bianconero ne è l'esempio: vero che Cassetti si è praticamente suicidato da solo a centrocampo in fase di impostazione con la retroguardia sguarnita, però Diego ci ha creduto, gli ha rubato palla in una delle famose "ripartense" che avrebbero fatto la gioia di Sacchi, si è fatto 50 metri palla al piede, ha atteso l'arrivo di Riise in disperato recupero, lo ha illuso rallentando per poi bruciarlo in accelerazione e, infine, ha anticipato l'uscita del portiere romanista, trafiggendolo d'esterno nell'angolino alla sua sinistra. Che rete: una sorta di incrocio tra il goal più bello della storia del calcio, quello celeberrimo del suo quasi omonimo Diego Armando nella partita contro l'Inghilterra - ma senza ovviamente l'alieno dribbling dell'argentino a mezza squadra avversaria - e il goal sempre di Maradona proprio contro di noi in quel mondiale, quando pietrificò letteralmente Giovanni Galli in uscita, che vide la palla alle sue spalle ancor prima di decidere come muoversi. Insomma, un grande, grande giocatore.

Ma non solo Roma e Juventus, come dicevo: grazie a Diretta Premium collegata con tutti i campi di calcio (una sorta di "Tutto il calcio minuto per minuto" in video) ho visto la Sampdoria con un Cassano autentica superstar (ed un eccellente Pazzini, tanto per fare un nome) battagliare ad armi pari e ad avere la meglio con una quasi altrettanto bella Udinese; il davvero ottimo Genoa ora a punteggio pieno, andare a prendersi i tre punti a Bergamo; la Lazio fare altrettanto a Verona con il Chievo; il Napoli sfoggiare un Quagliarella da Nazionale; la Fiorentina con il talento puro Jovetic avere la meglio dell'ambizioso Palermo; persino il giovane Parma strappare la vittoria al Catania, con un goal - indovinate un po'? - di Paloschi, al quale un sentimento misto di gioia e tristezza ha pervaso il mio cuore. Tutte squadre organizzate, toste, che corrono, con almeno uno straccio di progetto alle spalle e che, onestamente, hanno trovato la mia ammirazione. E, soprattutto, perdonatemi se insisto, in estate hanno fatto le cose come si deve e non sono andate su Marte ad organizzare amichevoli economicamente fruttuose. Ci sarà un motivo se al momento siamo la squadra con la condizione fisica peggiore di tutte? Oppure dobbiamo aspettare l'ennesima boutade della "mini preparazione" a gennaio (anche qui, solo puerili modi di mascherare altre fruttuose trasferte dagli amici arabi) per tentare di recuperare un minimo di condizione, quando le altre probabilmente saranno già a distanze siderali in classifica? Ma tutte noi ce le inventiamo?

Ecco, quindi, che la mia speranza è che la nostra dirigenza nell'osservare quanto accade anche negli orti di club sicuramente molto più umili del nostro, in qualche modo si ravveda, torni sui propri passi, si accorga dei macroscopici errori fin qui commessi negli ultimi mesi, per non dire anni. E che finalmente si dia a questa squadra un minimo di progetto, magari con uno, due, anche tre anni di transizione, ma dove si gettino finalmente le basi per un ritorno degno del nostro nome, della nostra storia.
Allora sì, che tornerei ad innamorarmi perdutamente di questi colori.

domenica 30 agosto 2009

Tutto in una notte

Tanto la vittoria di misura a Siena era riuscita a gettare un po' di fumo negli occhi di tutti circa le possibilità di questa squadra, quanto l'umiliante sconfitta di ieri sera nel derby ha diradato ogni nebbia su quello che è realmente il Milan oggi. E non solo: come d'incanto, sono stati squarciati tutti i veli sulla sciagurata gestione negli ultimi due anni di quella che un tempo ormai lontano fu la più grande e vincente società del mondo e che ora, invece, ci costringe ad osservare la macerie ancora fumanti di un tracollo da incubo. Così, tutto in una notte.
Avevamo gettato il cuore oltre l'ostacolo, anteposto il sentimento alla ragione, chiuso non uno ma entrambi gli occhi su scelte societarie da manicomio, un mercato ridicolo, una preparazione estiva tragicomica, ma alla fine il conto di tutto questo ora ci è stato presentato.
Ed è salatissimo.

Non ingannino i primi minuti baldanzosi del derby, perché il Milan di oggi, il "vero" Milan, sta tutto nella (breve) partita di Gennaro Gattuso, paradigma di quel che rimane dell'intero ambiente rossonero: acciaccato, fuori forma, ferito, scoppiato. Solo una squadra da bassa classifica (per non dire peggio) può prendersi un contropiede da un calcio d'angolo a proprio favore come quello da noi subito in occasione dell'azione di Eto'o che ha portato al rigore neroazzurro. Solo un giocatore scoppiato come Gattuso, già infortunato alla caviglia, può decidere in quella azione di "placcare" il camerunense in quella azione in piena area, procurando non solo il rigore, ma trovando pure la grazia al di fuori di ogni regolamento dell'arbitro Rizzoli di essere soltanto ammonito e non espulso, facendo giustamente incacchiare tutti gli interisti, Mourinho in testa. Ed è finita qui? Macché: da autentica barzelletta la sua mancata sostituzione pochi minuti dopo, con Clarence Seedorf indicato come sostituto che si alza dalla panchina alla velocità di un bradipo che si è appena svegliato; Ringhio che nel frattempo, portatosi a bordo campo, visto che la partita stava comunque continuando, decide di rientrare in campo e un attimo dopo di entrare durissimo su Sneijder, procurandosi così il secondo giallo; Leonardo che non si sa bene che cosa stesse pensando in quel momento in panchina e Gattuso che, espulso, getta la fascia di capitano a terra e insulta la panchina.

Già, la fascia di capitano.

Mi aiutate a ricordare negli ultimi trent'anni chi l'ha indossata? Dunque, vediamo: l'ultimo è stato Paolo Maldini. E prima di lui? Beh, facile: Franco Baresi. E prima ancora? Oddio, qui bisogna risalire a quando ero un bambino, ma forse me lo ricordo ancora: Gianni Rivera.

Uomini. Ancor prima che calciatori.

Simboli. Immortali.

Ed oggi? Eccola lì, la fascia: gettata dal nostro "capitano" sul prato di San Siro.

Per non parlare degli altri: Pirlo, Zambrotta, Jankulovski, Ronaldinho. Gesù, Ronaldinho. Ma l'avete visto il "gaucho"? OK, nella partita di Siena giocata a due all'ora aveva illuso noi "ottusi" milanisti di chissà quale suo prodigioso recupero, ma ora alla prima partita vera, eccolo lì: camminare abulico, sempre in ritardo sul pallone, perennemente anticipato e, come se non bastasse, pure scorretto e rissoso, come nell'occasione della mezza azione partita da Pato nei primi minuti, con palla servita a lui che la gira malamente altissima verso la porta e, dopo un attimo, cade a terra da solo, con Stankovic che non l'aveva neanche sfiorato. E protesta pure con Rizzoli! Che vergogna.

E ad inizio ripresa, l'ennesimo capolavoro: sotto di tre a zero, in dieci uomini, Silvio Berl... pardòn, Leonardo mette in campo la seguente squadra: fuori Borriello e Flamini (gli unici che almeno lottavano e correvano) e dentro Seedorf e Ambrosini, con il solo Ronaldinho centravanti in mezzo ai quattro della difesa neroazzurra. Risultato? Al quinto anticipo di fila subìto, sostituito da Huntelaar.
Ora, io mi domando retoricamente: ma quale mente insana puà pensare di lasciar partire Kaka', all'apice della sua carriera, 26 anni, e allo stesso tempo ritenere di poterlo sostituire con un giocatore fermo da due anni, 29 anni, che non ha più né la capacità, né la voglia di correre?
Ma l'avete vista l'Inter? OK, anche loro sono stati alle prese con le "voglie spagnole" di Ibrahimovic, ma avete visto che razza di squadra hanno messo su? Lucio in difesa, Thiago Motta e ora pure Sneijder a centrocampo, Eto'o e Milito in attacco. In più, su di un'ossatura comunque già forte e collaudata. E ai nerazzurri ieri mancava pure Cambiasso.
E noi, invece, chi abbiamo preso? Onyewu, con tutto il rispetto.

E ha ragione Moratti quando dice che i suoi ragazzi sono stati bravi a non infierire nel secondo tempo, perché se solo avessero voluto la partita sarebbe finita con un punteggio non tennistico, ma da pallacanestro, mentre invece si sono limitati a tener palla, "divertendosi" solo a provare qualche tiro dalla lunga distanza, così come è accaduto con la sventola di Stankovic in occasione del 4 a 0. Onore a loro, bisogna riconoscerlo.

E ora? E ora, se va bene, ci aspetta un'altra stagione di passione, che giocheremo, ripeto, s-e-n-z-a-p-r-e-p-a-r-a-z-i-o-n-e, con la benzina finita ancor prima di cominciare, una squadra senza né capo, né coda, con lacune terribili nella rosa e con la società che continuerà a ripeterci che siamo il club più titolato al mondo.

Se vogliamo parlare di calcio, del Milan, del nostro Milan, questi sono i fatti.
Altrimenti, ci mettiamo due belle fette di prosciutto sugli occhi e continuiamo a tifare per la nostra squadra come se nulla fosse.
Scusatemi, ma io non ce la faccio.

Zero quattro

Quando si perde quattro a zero, scatta un automatismo che porta ad elaborare cento e più teorie volte a giustificare, spiegare, analizzare i motivi stanti dietro una sconfitta di tale portata.
Cerchiamo di capire, senza paraocchi ma anche senza fare inutili tragedie greche.
Il Milan è partito meglio dell'Inter, molto meglio. Ha chiuso i nerazzurri nella propria metà campo per una ventina di minuti durante i quali la squadra di Mourinho ha provato con un paio di tiri da lontano, di cui uno - quello di Sneijder - ha messo in difficoltà Storari. Il Milan faceva la partita, l'Inter aspettava. Poi d'improvviso Gattuso si fa male. Il Milan, con una velocità di involuzione mai vista fino a ieri, smette di giocare. L'Inter ne approfitta e segna prima un bellissimo goal con una triangolazione Eto'o-Milito-Motta. Poi su rigore, dopo un contropiede in cui Eto'o, lanciato a rete, viene fermato davanti alla porta da Gattuso, che inspiegabilmente non viene espulso. Leonardo si rende conto delle condizioni di Rino e prepara Seedorf, che però ha bisogno di una fasciatura alla gamba. Non passano neanche due minuti che Gattuso travolge inopinatamente Sneijder, apparentemente senza motivo dato che si era a metà campo, beccandosi il cartellino rosso e incazzandosi con la panchina, rea secondo lui di averci messo troppo ad effettuare il cambio. Il Milan, fino a quel momento strapazzato come un uovo, si trova pure a dover affrontare il match in dieci contro undici. Inevitabile il terzo goal di Maicon, che si beve la difesa rossonera e segna il tre a zero.
La ripresa è un possesso palla continuato per l'Inter, che potrebbe farne altri cinque ma che si limita a mantenere il controllo della palla per non infierire. Per quanto mi riguarda, giù il cappello al signor Mourinho che secondo me ha detto ai suoi di non fare sciacallaggio di un corpo già esanime. Ad ogni modo, la ripresa risulta noiosissima tranne che per delle occasioni - tutte di marca nerazzurra - che non vengono però sfruttate a pieno. Diventa a tratti imbarazzante la facilità con cui qualunque giocatore interista riesce a penetrare la difesa del Milan aprendola come fosse burro. Totalmente indisturbato, infatti, Stankovic si appropinqua al limite dell'area verso la metà della ripresa, scaglia un tiro che si infila sotto la traversa e i giocatori del Milan tutti a guardare. Poi la partita scema fino al fischio finale.
Bene, questa la partita. I perché non li so, né sono in grado di saperli. Quello che so è che, come detto prima, questa è la seconda giornata e nulla è perduto. Mi rendo anche conto del fatto che anche il Milan di Siena avrebbe faticato contro questa Inter organizzatissima, ben disposta in campo, e finalmente portatrice di un barlume di gioco. Pochi falli, tanta corsa, buone idee. Il Milan, al contrario, è crollato inspiegabilmente nel momento in cui ha perso un suo giocatore. Ci sarà tanto lavoro da fare per Leonardo.
Non sono pessimista, né ottimista. In questo momento posso solo fotografare la situazione. E di cose buone ce ne sono. Nesta e Thiago Silva, ottima coppia di centrali difensivi. Storari, validissimo secondo portiere. Flamini, lottatore instancabile. Pato, Pallone d'Oro in erba. Huntelaar, desideroso di farsi notare anche in una serata buia come questa. Il resto? Tanti, tantissimi dubbi. A partire dai terzini, bevuti ad ogni occasione. E se Maicon, vabbè, è un fenomeno, farsi però fregare da Chivu non è un bel segnale. Poi. Il centrocampo rossonero. Il modulo adottato nel lontano 2002 all'arrivo di Ancelotti (il rombo) è ormai diventato popolare a livello planetario, pertanto gli avversari conoscono ogni mossa del Milan là in mezzo. Siamo lenti, prevedibili, impacciati. Pirlo non gioca ai suoi livelli da tre-quattro anni. Dati i muscoli interisti, forse un Ambrosini in più avrebbe fatto comodo? Chissà. Ronaldinho, da solo, non può nulla. La sua prova, dunque, è ingiudicabile. Fino allo zero a uno però era stato volenteroso. Borriello è un enigma. Speravo mi smentisse, ma ieri è stato completamente fuori dal gioco per tutto il primo tempo. Non mi è mai sembrato un tipo da Milan, e difficilmente lo diventerà.
Insomma, nel deserto un paio di foglioline crescono. E pensare che i giocatori che rappresenteranno il futuro del Milan - Thiago Silva, Flamini, Pato, Huntelaar - siano stati i migliori in campo non può che confortare.
Del resto, una legnata come quella di ieri sera sarà difficile da dimenticare. Con o senza l'arrivo di un terzino. Due sono le possibilità - o il Milan si getta dietro le spalle questa partita e comincia un nuovo campionato a partire da Livorno, o serviranno tre o quattro nuovi giocatori per ricominciare un nuovo ciclo. Le due settimane di riflessione serviranno.

sabato 29 agosto 2009

Stasera li voglio così

Giusto per ricordare ai nostri chi hanno in panchina...

I soldi non fanno la felicità/1

Quarta vittoria consecutiva per il Chelsea di Sir Carlo Ancelotti, la cui rosa ha avuto un solo innesto - Zhirkov, peraltro tuttora praticamente inutilizzato. Attendo le signore dalle grandi spese al varco.

Occhio all'extracomunitario

Già, perché Viudez e Cardacio, che però non lo era, sono stati tagliati dalla squadra. Il che vuol dire che il Milan, onde evitare di perdere un posto per l'extracomunitario in occasione della prossima stagione, deve assolutamente acquisirne uno entro Lunedì sera. Staremo a vedere se e chi sarà il fortunato. I nomi? Rafinha e Adriano.

martedì 25 agosto 2009

Fermatelo

Ieri sera al Processo di Biscardi è intervenuto telefonicamente il nostro presidente e ci ha regalato un'altra delle sue "perle" di questo periodo. Sentitelo: "Secondo me l'attacco titolare del Milan dovrebbe essere composto da Seedorf trequartista, Ronaldinho nella posizione che piace a me e cioè di seconda punta centrale e Pato prima punta".
Ora, io spero vivamente che tutto ciò sia stato concordato con Galliani, Leonardo e gli attaccanti della nostra rosa e che non sia stato altro che uno scherzo di quelli che piacciono tanto al nostro presidente burlone, altrimenti ci troveremmo di fronte ad una sinistra situazione da neuro.
In un sol colpo, infatti, sarebbero state fatte fuori le tre prime punte della nostra rosa. Pensate a Inzaghi che ci crede ancora con la convinzione e l'entusiasmo di un bambino. Pensate a Borriello che, oltre a non giocare nella sua posizione naturale, a Siena si è fatto un mazzo così pur di trovare posto in squadra. E pensate addirittura a Huntelaar fresco di acquisto che starebbe lì a domandarsi: "Dove sono capitato? Ma allora che mi hanno preso a fare?".
Ma tanto è tutto uno scherzo, vero?
O no?
No???
Noooooooooo...

domenica 23 agosto 2009

Semplici considerazioni

L'Inter dello spendere tanto, degli Eto'o, Milito, Motta, Lucio e pure forse Sneijder, dei migliaia di tifosi abbonati in più, del trionfalismo estivo ha appena pareggiato in casa con la neopromossa Bari guidata da Kutuzov.
Il Milan massacrato per mesi (o anni?), dell'odio viscerale per la società, dell'addio a Kakà, del finiremo al massimo in Europa League, del non ci abboniamo e bruciamo le tessere pay per view invece ha vinto e si trova prima in classifica.
Milan società - Milan tifosi: ho perso il conto. Comunque punteggio tennistico per noi.

Quando il gioco si fa duro

Chiamatemi pure esagerato, ma è bastato guardare il riscaldamento prepartita per capire che tipo di partita il Milan avrebbe giocato a Siena: volti tesi, concentrati, occhi cattivi, neanche l'accenno di un mezzo rilassato sorriso (vero, Dinho?). E così è stato. Non chissà quale spettacolare prestazione, questo è certo, ma un piglio sicuramente diverso di quello al quale eravamo abituati, con un buon pressing delle punte (Ronaldinho compreso, sì, avete letto bene), una buona dinamica generale e, soprattutto, una volontà "nuova" di fare bene. E il Siena, pur indebolito dalle diverse cessioni estive, non è stato certo a guardare, dando ulteriore valore a questo preziosissimo 2 a 1 portato a casa.

Quello che mi è piaciuto.
Thiago Silva (e Nesta) su tutto; Ronaldinho superstar che finalmente "corre", detta legge sulla trequarti (suoi i suoi due assist delle marcature, con il secondo m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-o) e, addirittura, una spettacolare rovesciata che solo la bravura di Curci ha impedito che si concretizzasse in rete; Flamini mostruoso; eccellente Borriello in una partita di estremo sacrificio dove ha corso come un matto e non ha ricevuto mezzo pallone utile da girare in rete, ma ha messo lo zampino in entrambe le azioni che hanno portato al goal; così come non sono assolutamente d'accordo sulle critiche già lette a Jankulovski, autore secondo me di una partita maiuscola, con frequenti incursioni in attacco specie nel primo tempo che lo hanno portato vicinissimo alla marcatura in almeno un paio di occasioni; bene anche Pirlo in netta crescita di condizione fisica e, infine, una parola particolare se la merita naturalmente Pato.
Il nostro paperino ha segnato i due goal, nel secondo ha addirittura chiuso una sorta di triangolazione partita da Borriello che gli aveva fatto da sponda aerea, lui l'aveva data poi a Ronaldinho ai limiti dell'area, da questi il meraviglioso assist di cui prima a Flamini solo davanti a Curci e, infine, di nuovo a Pato al centro a realizzare a porta vuota. Fantastico.
Così come detto nelle settimane scorse, però, il puro talento brasiliano ha una pericolosa attitudine al "faso tuto mi", deleteria in più di un'occasione, se non a tratti addirittura "arrogante". Certo, stiamo parlando di un ventenne, che quando parte palla al piede è capace di qualunque cosa, nel bene e nel male, e che, quando imparerà ad avere un pizzico di equilibrio e di "altruismo" in più, probabilmente sarà il giocatore più forte della Terra. Per il momento dispiacciono solo un po' alcuni dei suoi atteggiamenti, come quelli nel finale di partita quando ha cercato di "irridere" i giocatori senesi che giustamente si sono incacchiati. Oddio, se vogliamo dirla fino in fondo, bisogna pure ricordarsi, però, delle "abituali" botte riservate al nostro papero durante la partita e, quindi, le cose si sono in qualche modo "pareggiate".

Quello che non mi è piaciuto.
Storari non è stato malvagio, anzi. Però, più di una sua uscita ha dato i brividi: nulla di grave per come sono andate le cose, ma sarebbe potuto esserlo se gli attaccanti senesi fossero stati un po' più scaltri. Zambrotta ha dato il suo contributo di classe in più di un'occasione, ma c'è da dire anche che lo si è visto poco proporsi sulla sua fascia, un po' meno di Jankulovski, tanto per intenderci. Un po' sottotono anche Ringhio, che ha sì lottato come al solito in mezzo al campo, ma girando spesso a vuoto, segno evidente di una condizione fisica che ancora non lo sorregge al 100%. E non mi è piaciuto, infine, l'atteggiamento negli ultimi minuti di gara, con Borriello prima e Pato e Ronaldinho poi a difendere la palla nei pressi della bandierina del calcio d'angolo per far trascorrere il tempo: capisco quanto fosse importante portare a casa questa prima vittoria, ma queste cose, please, lasciamole alle squadrette sudamericane che hanno paura nel difendere un golletto di vantaggio. Noi siamo il Milan.

E ora? Neanche il tempo di respirare e di goderci questa vittoria, che ci aspetta il derby.
Certo, in questo preciso istante siamo soli al comando della classifica (eheheh) e, male che vadano le cose stasera, ce lo giocheremo a pari punti (ahahah). Scherzi a parte, come detto nelle scorse settimane, l'Inter di quest'anno è davvero una gran bella squadra, anzi, lo è sicuramente più dell'ammasso di picchiatori che abbiamo visto fino a ieri. Ma sarà il mio inguaribile amore nei confronti dei nostri colori, io l'esito del derby non lo vedo così scontato. Tutt'altro.
Come ha detto Pellegatti ieri sera, si può criticare quanto si vuole questa squadra, scrivere sui blog e inveire attraverso i forum, ma alla fine, sempre e comunque, il Milan si ama.

Milan società vs Milan tifosi 2-0

Dio, che Milan che ho visto. Che difensori centrali! Che Flamini! Che Ronaldinho! Che Pato! Scommetto che ora tanti stronzi ci ripenseranno sullo stracciare l'abbonamento allo stadio.

sabato 22 agosto 2009

Pronostici di fine estate

Inizia oggi il nuovo campionato di Serie A. Meno bello, sostengono alcuni. Alle partenze e agli addii di Kakà, Ibrahimovic, Maldini, Nedved, Aquilani - e Ancelotti, perché no - sono corrisposti gli arrivi di Eto'o, Lucio, Huntelaar, Melo, Cannavaro, Thiago Silva. A me non sembra così malaccio, anzi. Un cambiamento, dopo anni con le maggiori squadre pressoché immutate, non può che rendere maggiormente frizzante il prodotto.
L'Inter cercherà, dopo quarantacinque anni, di conquistare la Champions League con più gioco e meno cattive maniere. In effetti, essersi liberati del suo picchiatore principale è indubbiamente una svolta storica per una squadra che, Calciopoli a parte, ha vinto esclusivamente grazie alle prodezze (e alle botte) di Ibrahimovic. Eto'o è un fenomeno. Milito è un gran giocatore. Lucio è un buon difensore. Resta la favorita.
La Juventus - dicono - si è rinforzata. Non condivido. Ha una difesa, Chiellini a parte, ridicola. Zebina, Caceres, De Ceglie, Cannavaro, Legrottaglie e Molinaro non possono competere con gente come Maicon, Lucio, Chivu, Zambrotta, Thiago Silva o Nesta. Cinquanta milioni per Felipe Melo (incognita pura) e Diego (scommessa), a fronte dei tre incassati dalla cessione di Zanetti (garanzia) e Nedved (ipergaranzia), non appaiono a prima vista come un'operazione di mercato geniale. Il Milan spese di meno per avere Pato, Kakà e Ronaldinho. L'aver relegato poi il sempreverde Trezeguet in fondo alla lista degli attaccanti è roba che solo l'attuale dirigenza può approvare. Per chi, poi? Amauri e Iaquinta.
La Roma è ridicola. Punto. Il pareggio con il Kosice è lì a testimoniarlo. Del resto, se ogni anno perdi un titolare e lo rimpiazzi con una riserva del Siena o del Lecce non puoi puntare troppo in alto.
Il Napoli è imbarazzante. Compra chiunque sia sul mercato ed è guidato da un allenatore incapace. Ottimo calciatore, per carità. Ma come coach Donadoni vale pochissimo.
La Fiorentina vive grazie a un paio di calciatori che la tengono a galla. Anche quest'anno potrà puntare al massimo ad un quarto posto.
La Lazio e il Palermo faranno grandi cose. Non perché abbiano grandi giocatori, ma perché sono ben costruite ed allenate.
La Sampdoria, il Genoa e Udinese romperanno le scatole.
Atalanta e Livorno dovrebbero salvarsi agevolmente.
Bari, Cagliari, Catania, Chievo, Parma e Siena si giocheranno la salvezza. Con Bari, Catania, Chievo e Siena leggermente sfavorite.
Infine, il Milan. Potenzialmente può vincere lo scudetto. Se, come anche Leonardo ha dichiarato, verrà sostituito Oddo con un buon terzino (e anche Cardacio e Viudez?), questo Milan ha una rosa davvero competitiva. Difesa rocciosa, centrocampo di classe e di muscoli, attacco di fantasia, di forza e di centimetri. Tutto è nelle mani di Leonardo e nei piedi dei nostri eroi. Forza Milan!

I want to believe

Ci siamo lasciati alle spalle un'estate calcistica squassante come un cataclisma per noi milanisti.
Come direbbe Roy Batty, abbiamo visto cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Via Carlo Ancelotti, via Kaka' e, soprattutto, via Paolo Maldini, tutto in una sola volta.
Silvio Berlusconi e Adriano Galliani che perdono colpi come non li abbiamo mai visti.
Tifosi in rivolta che fanno registrare il minimo storico degli abbonamenti a San Siro.
Due mesi di pura follia col peggior precampionato che memoria milanista ricordi.
L'Inferno sulla Terra.
Eppure, c'è Massimo Ambrosini, il nuovo capitano, che l'altro ieri ci ha riempito d'orgoglio.
C'è Leonardo, l'uomo migliore che poteva esserci per il Nuovo Rinascimento Rossonero.
C'è Ronaldinho, che nella stagione che sta per cominciare si gioca tutto, ora o mai più.
E, soprattutto, c'è da stare stretti adesso più che mai attorno alla squadra più bella del mondo.
Io ci sarò.

martedì 18 agosto 2009

E la chiamano estate

Con il Trofeo Berlusconi di ieri sera, è finito - finalmente - il calvario dell'estate calcistica. Quello che un tempo non era altro che un periodo dedicato ad un semplice giro di amichevoli precampionato, infatti, per noi milanisti mai come quest'anno si è trasformato in un autentico tour de force fatto di altisonanti sfide degne di una mini Champions League anticipata, date ravvicinatissime e voli transoceanici, con le conseguenze che abbiamo tutti sotto gli occhi: una preparazione fatta male, lamentele degli stessi giocatori, già alcuni infortunati ed una spina ad ogni partita. Quanto ci gioverà tutto questo sul lungo periodo dei prossimi mesi, ovviamente, sarà solo il tempo a dircelo. In ogni caso, ieri sera qualche barlume di miglioramento nel gioco espresso dalla squadra si è visto, la volontà - a tratti - c'è stata e il trofeo portato a casa, seppur ai rigori, dà sicuramente morale. L'unica cosa che non ho capito è stata la disposizione del tridente offensivo, schierato praticamente in linea in un puro 4-3-3, con Pato a sinistra, Dinho al centro e Huntelaar a destra. In pratica, tre giocatori in tre ruoli sbagliati in un sol colpo. Ma va bene così. L'importante è che l'estate sta finendo e da sabato si inizia a fare sul serio.

sabato 15 agosto 2009

Ciro, lunedì sarà diverso

Fantastico, come sempre, Leonardo nelle dichiarazioni di fine gara: autentico equilibrista nel mascherare la delusione per l'ennesima amichevole andata storta e il mostrare tutta la positività e la propositività di cui è capace, nel chiudere l'intervista ha salutato il lì vicino Ciro Ferrara con la sibillina frase "Ciro, lunedì sarà diverso", in riferimento al prossimo Trofeo Berlusconi.
A voler essere cattivi, verrebbe da pensare che se la nostra squadra - e mi riferisco a TUTTA la squadra - avesse la metà della grinta e del convincimento del suo allenatore, avremmo già vinto lo scudetto e la Champions a mani basse.
Peccato, però, che ieri sera, almeno per quanto ci riguarda, l'unico "fantastico" sia stato solo lui, perché per il resto, ancora una volta, è stata notte fonda. E non mi riferisco certo al black out di dieci minuti che durante Milan-Inter ha lasciato al buio mezzo stadio...
Pensi: "OK, archiviate le folli tournée americane, tedesche e tutto il resto, la squadra pur con i carichi della preparazione si è finalmente riposata un po' e adesso scende in campo e spacca tutto". Macché. Vedi la mezza partita con l'Inter e ti viene lo sconforto, con gente in mezzo al campo che c-a-m-m-i-n-a. Ti domandi: "Perché uno come Oddo è tornato? Perché fa sempre gli stessi, identici cross sbagliati di almeno una ventina di metri? Perché uno come Pato - lui sì, che potrebbe e dovrebbe spaccare il mondo - per fare una cosa giusta, ne deve sbagliare almeno dieci? Perché Ronaldinho non si vede e, quel che è peggio, non si fa vedere dai compagni?".
Cerchi una spiegazione: "OK, probabilmente, ultimi viaggi intergalattici a parte, Leonardo nei giorni scorsi deve averli 'caricati' a dovere e per questo ne risentono in lucidità". Macché anche qui, perché la stessa identica squadra è scesa poi in campo contro la Juventus e, pur senza giungere a chissà che, si è vista ben altra "gamba" e volontà di fare. Quindi? Leonardo li ha strigliati ben bene nell'intervallo? Possibile che si debba arrivare a questo? Lo temo.

Considerazione strettamente personale fatta a voce alta: personalmente, quando vedo Ronaldinho che a bordo campo scherza sorridente con Thiago Motta mi viene male. Che c'entra, mi direte voi? E' la sua filosofia di vita e di intendere il gioco del calcio, tutto sorrisi ed eterna allegria. Benissimo, lo so anch'io. Poi, però, un minuto dopo vedi Inzaghi Filippo da Piacenza con la pettorina gialla addosso, fare gli esercizi di riscaldamento teso come se stesse per entrare in una finale di Champions. Entra in campo e, a 36 anni suonati, corre e suda come se ne avesse 20. Si arrabbia come un bambino per il solito fuorigioco che gli fischiano. Segna e glielo annullano, peggio. Basta guardarlo negli occhi per scorgere il fuoco che ha dentro. E Dinho in campo, invece? Molle, lento, non corre, non torna, non inventa: batte cinque punizioni una peggio dell'altra. Fa più lo sfortunato Di Gennaro nei cinque minuti che lo ha sostituito (poi uscito per un infortunio alla caviglia) che lui in quasi ottanta. Eppure, gioca nella sua posizione preferita da trequartista centrale. Eppure, è stato responsabilizzato e, in pratica, gli sono state date in mano le chiavi del gioco d'attacco del Milan. Eppure, non c'è più neanche la presenza ingombrante di quella prima-donna-mangia-soldi che risponde al nome di Kaka'. E allora? Che cosa gli passa per la mente? Ecco perché poi si diventa malpensanti, vedi i sorrisi scambiati con l'interista come beffardi e giungi alla conclusione che due più due fa SEMPRE quattro. Chiamatemi pure esagerato.

Note sparse a pie' di pagina.
1. Spiace ripetersi, ma se non arriva un terzino SINISTRO entro breve, siamo messi davvero male, con un Oddo così da schiaffi ed un Antonini, destro naturale, che non sa crossare di sinistro (vedi più volte ieri).
2. Tanto per smentirmi, tra le pochissime note positive, mi è piaciuto un po' di più Abate: alla sua abituale corsa e ad un impegno davvero encomiabile (uno dei pochissimi, come detto), ha aggiunto anche un minimo di qualità in più che fa ben sperare per il futuro. Prima di cedere uno così come è stato ventilato nei giorni scorsi, ci penserei non una, ma cento volte.
3. Non si capisce come una squadra come il Milan possa prendere un goal su calcio piazzato come quello contro l'Inter, lasciando Balotelli completamente SOLO a colpire di testa in mezzo all'area di rigore. Anzi, no, si capisce benissimo, perché di goal così negli ultimi due anni, specie nel penultimo, ne abbiamo presi a vagonate.
4. Non ho capito perché Borriello, annunciato come seconda punta, ieri sera non si è visto in campo neanche per mezzo minuto.
5. Sempre più contento, in ogni caso e molto, dell'arrivo di Huntelaar: non si è visto molto, comprensibilmente ancora del tutto estraneo ai meccanismi offensivi della nostra squadra, ma per quel poco ha già messo in mostra un paio di giocate di alto livello e grande volontà. Anzi, a voler essere cattivi, ho visto più volte lui arrivare quasi vicino al centrocampo per dettare il passaggio, piuttosto che Ronaldinho.

Insomma, nonostante tutto e le note negative emerse ancora una volta dall'esibizione di ieri sera, noi qui ci crediamo sempre (vero, Astoria?), stra-convinti che a breve vedremo tutt'altro Milan.
Anzi, già da lunedì prossimo.

venerdì 14 agosto 2009

Io voto Bale

Così come nel post "E' una questione di Klaas", dove circa un mese e mezzo fa auspicavo l'arrivo di Huntelaar invece di Dzeko e del farlocco Luis Fabiano (cosa che poi puntualmente si è verificata), nella ricerca tuttora in corso del terzino da integrare in rosa, non ho dubbi in merito al nome su cui puntare: Gareth Bale. O, almeno, vediamo se funziona anche questa volta... :-)
Gallese, classe 1989, venti anni appena compiuti a luglio, giovanotto sul metro e ottanta e, soprattutto, terzino sinistro dalla buona tecnica (vedi la non indifferente capacità di andare a segno con eccellenti punizioni), che può giocare sia come esterno di difesa, sia in posizione più avanzata a centrocampo. Che si può volere di più?
Insomma, dal mio punto di vista, sarebbe perfetto per il Milan attuale, in quanto andrebbe a coprire quel famoso buco in difesa sulla sinistra, con in più la possibilità di inserirsi gradualmente in prima squadra, grazie alla sua giovane età e alla contemporanea presenza di Jankulovski con il quale si alternerebbe.
Sarei più scettico, invece, sull'altro nome che è circolato in questi giorni: Royston Drenthe. Anche lui giovanissimo (solo due anni più di Gareth), anche lui esterno sinistro, ma onestamente le volte in cui l'ho visto con la maglia del Real quest'anno non mi ha mai convinto, anzi. Lo vedo "fumoso", "scontroso", pericolosamente vicino al primo Davids (anche fisicamente) che ci vedemmo recapitare nei medi anni novanta. Anzi, a dir il vero, Edgar quando venne al Milan era molto, molto più forte del Drenthe attuale, solo che incappò in una stagione sciagurata del nostro club, giocando fuori ruolo (spesso relegato sulla fascia sinistra, invece che nella sua abituale posizione di centrale incontrista) e con - si dice - problemi nello spogliatoio rossonero. Tanto è vero che ben presto mostrò tutto il suo valore quando, ahinoi, passò alla Juventus. Anyway, similitudini a parte, come detto, Drenthe mi convince poco.
Per non parlare, infine, di Lorenzo De Silvestri, ultimo nome sulla lista dei "papabili" terzini da acquistare. Il suo acquisto, infatti, sarebbe sbagliato così, tout-court, in partenza, non tanto per le qualità del laziale pur ottime, quanto per le sue caratteristiche di terzino destro incompatibili con le nostre attuali necessità di rosa. Si è già detto più volte da queste parti negli scorsi giorni che è a sinistra che dobbiamo assolutamente investire e De Silvestri, purtroppo, non solo lascerebbe scoperto quel ruolo (salvo dirottare all'occorrenza Zambro da quelle parti), ma andrebbe ad intasare l'altra fascia dove abbiamo già Antonini e, appunto, Zambrotta.
Comunque, a differenza dei primi di luglio, ora ci sarà molto meno tempo da aspettare, in quanto il fatidico 31 di agosto è ormai alle porte e presto sapremo se saremo accontentati o meno circa il nuovo terzino sinistro. :-)

Intanto, stasera ci sarà la ai miei occhi orrida TIM Cup o Trofeo TIM come lo/la volete chiamare (non m'è mai piaciuta la formula "spezzatino" di tre mezze partite in una), appuntamento che però si fa interessante visti gli ultimi sviluppi in casa rossonera. Infatti, in merito ad un'altra "mancanza" della nostra attuale rosa più volte scritta qui sul Milan Football Hall, pare che vedremo nel ruolo di seconda punta Borriello (giocatore che non piace più al mio amico Astoria), costretto a re-inventarsi dopo l'arrivo di Huntelaar. Dico la verità, la cosa mi convince poco, perché non ho mai creduto nelle mezze soluzioni. Voglio dire, o si credeva nel pieno recupero del napoletano, gli si dava in mano una maglia da titolare al centro dell'attacco dove eccelle e, con Superpippo alle sue spalle, si comprava una seconda punta da tenere in panca come alternativa a Pato, oppure si faceva appunto arrivare Huntelaar, si vendeva Borriello e, stiamo sempre lì, con il ricavato si comprava una seconda punta.
Per quanto mi riguarda, pur con tutti i dubbi in merito alla affidabilità di Marco per una stagione intera e pur con l'entusiasmo per Huntelaar, avrei propeso per la prima ipotesi.
Ma, magari, i fatti mi daranno torto.
Anzi, lo spero vivamente.

martedì 11 agosto 2009

Lo spirito

Riprendendo dalla riflessione di Crow, mi permetto di aggiungere un paio di cose.
Fortunatamente i precampionati non significano nulla. Fortunatamente i nomi non significano nulla. Fortunatamente la palla è rotonda.
Eppure. Il Milan ha disputato un pessimo precampionato. Figuracce rimediate in mezzo emisfero nord, una condizione a dir poco precaria. I voli transoceanici e la mancanza completa di una preparazione fisico-atletico-tattica, oltre ad un nuovo allenatore con metodi nuovi da assorbire, sono tutti fattori che hanno contribuito alle recenti sconfitte rossonere. L'arrivo di Huntelaar, a livello di precampionato, non cambierà nulla, giacché restano da disputare ancora due sole amichevoli, Venerdì 14 e Lunedì 17 Agosto, Trofeo Tim e Trofeo Berlusconi. Poi si parte con il Campionato.
Eppure, nonostante tutto e tutti vogliano farmi credere il contrario, sono molto fiducioso. Innanzitutto del nostro nuovo allenatore. Uno con le palle. Allo stesso tempo, un uomo colto, raffinato, che parla diverse lingue e che soprattutto sa mediare con i giocatori. Dote rara di questi tempi. Eppoi Leonardo porterà una freschezza di cui si sentiva la necessità. Sapete tutti quanto ami Ancelotti (l'altro giorno ho tifato Chelsea come un Londinese malato dei Blues), però otto anni sono tanti ed è giusto accettare la chiusura di un ciclo.
La seconda buona notizia è la possibilità di vedere in campo Alessandro Nesta. Non dimentichiamoci che l'anno scorso ci è mancato per tutte e trentotto le partite di Campionato. Il suo ritorno, indubbiamente, gioverà alla squadra. Così come quello a tempo pieno di Gattuso e Pirlo.
La terza buona notizia è l'arrivo di Huntelaar. Inzaghi per me resta il top, ma uno giovane che segna tanto non può essere un elemento insignificante per una squadra, quale il Milan, che spesso faticava con le provinciali.
La quarta buona notizia è la condizione di Storari, che verosimilmente partirà titolare fino al ritorno di Abbiati.
La quinta buona notizia è che finalmente tutta la squadra è sana e si sta allenando. Non ci scordiamo che negli ultimi due-tre anni abbiamo avuto enormi problemi a causa degli infortuni (Nesta, Pirlo, Gattuso, Kakà, Abbiati, ecc.). Andare a Siena con tutta la rosa disponibile mi sembra già un salto di qualità.
La sesta buona notizia è il signor Thiago Silva.
La settima buona notizia è la condizione di Inzaghi Filippo da Piacenza.
Insomma, sono fiducioso.
Piccola postilla. Il mercato è ancora aperto. Dobbiamo acquisire un extracomunitario per forza (abbiamo ceduto Shevchenko) e molto probabilmente Oddo, Cardacio, Viudez e uno tra Dida e Kalac verranno dirottati altrove. Anche Abate e Antonini rischiano il posto. Così come Borriello, che personalmente spedirei alla Roma in cinque minuti. Ad ogni modo, la rosa è buona.
Eppoi, ricordiamoci ciò di cui il calcio vive - le motivazioni. E' la fame di vincere che ti fa vincere. Sennò quel quattro a zero a La Coruna non avrebbe avuto luogo. E il tre a tre con il Liverpool sarebbe solo un brutto sogno. Ed è da lì che dobbiamo ripartire. Il Milan da quarto-quinto posto? Ve lo mostreremo sul campo. E' questo lo spirito, signori.

domenica 9 agosto 2009

Il Leo(ne), il gioco messo nell'armadio e la strega dell'estate

Partiamo dalla fine dell'amichevole di ieri sera a Lisbona: il commento "a caldo" di Leonardo. Persona fantastica, intelligente, disponibile, motivata da un fuoco sacro che gli fa credere ciecamente nel progetto messo in atto quest'anno. Come sottolineato anche da Bruno Longhi, intervistarlo in un mondo come quello del calcio fatto di mezze frasi barcollanti e cose dette e non dette, è una soddisfazione. Ha una parola per tutti, analizza a cuore aperto la prestazione della squadra reparto per reparto, uomo per uomo, senza risparmiarsi su nulla, sempre con il sorriso sulle labbra.
Un trascinatore gentiluomo, se vi piace l'espressione.
In più, come poteva adombrare ad inizio estate il solito tifoso rossonero in preda ai noti mal di pancia, è tutt'altro che un "aziendalista". O, almeno, non lo è nella comune accezione negativa che si è voluta dare recentemente a questo termine. Quando qualche giorno fa si è trattato di dire chiaramente come stavano le cose circa l'attuale rosa e la necessità di intervenire sul mercato per rinforzarla, infatti, non si è certo tirato indietro e nel famoso mini-summit del 5 agosto scorso con Berlusconi e Galliani si è fatto evidentemente sentire. Tanto è vero che dopo neanche ventiquattro ore - e più di un mese di assoluto immobilismo della società sul fronte del mercato - et voilà, è arrivato Huntelaar, con un'operazione degna dei migliori colpi messi a segni in passato dal duo Galliani-Braida, in pieno stile Milan: quindici milioni di Euro per il passaggio in rossonero a titolo definitivo del forte attaccante olandese, 26 anni da compiere giusto tra tre giorni e un ruolino come cannoniere semplicemente impressionante. Altro che i venti milioni di Euro chiesti dal Siviglia per il ventinovenne sosia di Ricardo Oliveira.
E non solo: parrebbe che sia stato lo stesso Leonardo a mettere la parola fine alla vicenda Pirlo, parlando direttamente con il calciatore e convincendolo a restare, con relativo scorno dell'ex Carletto nostro che lo avrebbe voluto a tutti i costi con sé a Londra (quest'ultimo retroscena rivelato dallo stesso Andrea).
Insomma, sia a sentirlo, sia nelle cronache provenienti da Milanello, Leonardo ha dato e sta dando una bella scossa all'intero ambiente rossonero, portando entusiasmo, umiltà e voglia di fare. Probabilmente apparirò eccessivamente severo nel giudizio, ma diciamocelo sinceramente: pur con tutta la ovvia riconoscenza di questo mondo per gli splendidi anni passati insieme, il citato Carletto nostro aveva fatto un po' il suo tempo alla guida di questa squadra e, specialmente negli ultimi tempi, era palpabile una sorta di stanchezza soprattutto mentale del collettivo ai suoi ordini, cosa che inevitabilmente è emersa negli altalenanti risultati delle due ultime stagioni. Che sia stato lui a voler cambiare aria o la società a decidere di separarsene è argomento che magari un giorno affronteremo (almeno per quanto mi riguarda, penso di aver ben chiaro come siano andate le cose). Fatto sta che, ora come ora, non poteva esserci al mondo persona migliore di Leonardo per sostituirlo.

Poi, però, vedi giocare il Milan in queste amichevoli estive e qualche conto comincia a non tornarti. Metto subito le mani avanti e premetto un paio di cose a scanso di ogni equivoco: è ovvio che il progetto è nuovo e necessita del dovuto tempo per essere messo in atto nella sua forma compiuta; è più che comprensibile che con i pesanti carichi di lavoro di questi tempi, il fittissimo calendario di amichevoli volute intorno al mondo non ha aiutato certo a farci fare bella figura; chissenefrega del prestigioso "Asshole Trophy" negli Stati Uniti, della "Swanstucker Cup" in Germania o della "Chupa Meu Copa" giocata ieri (con tutto il rispetto per l'autentica leggenda vivente Eusebio); così come è altrettanto ovvio che, come i duri ci insegnano, quando il gioco si farà serio sarà lì che conterà mietere risultati; infine, come amano ripeterci ultimamente (oggettivamente anche un po' troppe volte) il nostro presidentissimo ed il suo fido AD siamo la società più vincente al mondo, la nostra fiducia in loro non può che essere totale ed il nostro cuore batte e batterà per sempre per questi colori.
Insomma, tutte cose note ma mai banali che conosciamo benissimo.
Eppure... Eppure.

Al di là delle comprensibili e generose parole spese da Leonardo a fine gara ieri con l'ovvio scopo di dare morale alla truppa, il Milan non ha giocato male, ma malissimo. E non tanto per il gioco messo in mostra (mi si perdonerà la sorta di ossimoro), ma perché davvero non si capisce il senso di quello che sta accadendo nei laboratori di Milanello. Cerco di spiegarmi.
L'entusiasmante - almeno ai miei occhi - nuovo modulo adottato da Leonardo nella prima vittoriosa (e al momento unica) amichevole di questo pre-campionato contro il Varese, con i due mediani centrali a sostegno del trequartista e il tridente offensivo con i due esterni molto larghi, non si è mai più visto nelle gare successive. Perché? Paura di sperimentare nei prestigiosi trofei estivi citati? E quando, allora? Mancanza di uomini, assenti per un motivo o per un altro (vedi il leggero infortunio di Seedorf), per provare il nuovo schema? In parte.
Fatto sta che fin dalla prima uscita in terra statunitense contro i Galaxy si è tornati a i tre mediani a centrocampo, con il trequartista dietro le due punte centrali.
Si è voluto tenere a tutti i costi Pirlo e noi non possiamo che essere felici di questo, ma ieri sera il regista bresciano (con tutte le premesse di cui sopra, eh?) è stato semplicemente i-n-g-u-a-r-d-a-b-i-l-e. Lo stesso Leonardo, proprio in una delle sue primissime uscite come neo allenatore rossonero, aveva lasciato intuire che il ruolo di Andrea nei nuovi schemi sarebbe cambiato, trasformandosi da regista arretrato a suggeritore dietro le punte. Neanche per idea: in Germania, come ieri in Portogallo, abbiamo visto il "solito" Pirlo galleggiare davanti alla difesa, con gli avversari sfrecciargli attorno alla velocità della luce e, come se non bastasse, non riuscire ad azzeccare un-dicasi-un passaggio giusto, lungo o addirittura corto che fosse. OK, Andrea è molto indietro con la preparazione e, ad esempio, ieri mancavano contemporaneamente Ringhio, Ambro e Flamini, ma che c'entra tutto questo con la sua posizione in campo? Mistero.

E' arrivato Huntelaar: yuhuuu! Ed il mio entusiasmo è sincero, lo sapete, così come scrissi nel mio post "E' una questione di Klaas" che auspicava proprio il suo arrivo. Eppure, ironia della sorte, sapete chi è stato il migliore in campo ieri sera? Borriello. Lo scugnizzo napoletano è stato fantastico, correndo come un dannato, sputando sangue per tutti i novanta minuti e sfiorando anche il goal in un paio di occasioni grazie a sue magnifiche giocate. Il peggiore visto in campo ieri sera, invece? Pato. Sì, lo so che anche lui, al pari di Pirlo, è quello con il ritardo più evidente di preparazione e che negli ultimi minuti grazie ad una sua - bellissima, in verità - discesa sulla fascia sinistra si è poi raggiunto il pareggio in extremis, ma per il resto degli ottantacinque minuti è stato, perdonatemi l'espressione, "da schiaffi". Cocciuto come nelle sue peggiori prestazioni, incaponito in perenni quanto controproducenti dribbling, con tanto di compagno smarcato a tre metri che puntualmente NON riceveva palla. Addirittura, nel secondo tempo, ha iniziato a fermarsi letteralmente al centro dell'area di rigore avversaria, con Borriello che invece svariava come un matto da una parte all'altra, in una sorta di messa in scena "al contrario" di quello che dovrebbe essere invece il nostro gioco offensivo. Mancanza di fiato? E allora come spiegare la citata progressione di cinquanta metri negli ultimi minuti che ha portato al goal? Solo "la gamba" che si è man mano sciolta durante la gara come spiegato poi da Leonardo? Mah, mi sembra un po' deboluccia come tesi.
E cosa ci dice tutto questo, con in più il sempiterno Superpippo che scalpita alle spalle del napoletano nel ruolo di prima punta? Che non avevamo e non avremmo bisogno di una seconda punta da affiancare al papero, se non altro anche per metterlo nella condizione mentale di doversi comunque "sudare" un po' il posto? E, invece, ora con l'arrivo di Huntelaar ci ritroviamo con tre centravanti potenzialmente "titolari" ed una sola seconda punta.
Che entro la scadenza del fatidico 31 agosto avremo delucidazioni circa questa nostra osservazione? Speriamo.

Per il centrocampo, invece, al di là dell'orrida prova del maestro Pirlo di ieri e dei descritti "misteri" sulla posizione del trittico della nostra mediana, sarei un tantinello più fiducioso. Pur mancando a mio avviso comunque un altro giocatore che faccia rifiatare i guerrieri di tante battaglie Gattuso e Ambrosini ed il nuovo gladiatore Flamini, ad esempio ieri mi è piaciuto particolarmente Di Gennaro, eccellente talento capace di dare qualità ma anche quantità al nostro centrocampo. Al suo ritorno al Milan a giugno, dichiarò che si sentiva anche pronto di prendere in mano le redini del gioco nel ruolo di Pirlo: beh, come l'ho visto ieri, potrebbe anche non trattarsi di una mera boutade e, magari, potremmo anche ritrovarci in casa il futuro di quel ruolo.
Mi è piaciuto decisamente meno, invece, Abate. Dico subito che non posso che elogiare il suo ruolo di maratoneta di centrocampo e che uno così, memore del leggendario Angiolino Colombo di sacchiana memoria, serve come il pane in una squadra di "artisti del pallone" come la nostra. Ma il biondo cursore beneventano è come se, a volte, non sapesse quello che sta facendo, gettandosi ciecamente in azioni che nella migliore delle ipotesi risultano improduttive. Lontano parente, per intenderci, della furia agonistica dello stesso Flamini, che è però spesso supportata comunque da acume calcistico e giocate ad alto livello (e chi se lo dimentica il suo lancio di cinquanta metri che Pippo ha trasformato in rete in una delle amichevoli americane?). E' solo una mia momentanea impressione, ovvio, e spero in ogni caso che il buon Ignazio ci dia dimostrazione nei prossimi mesi di quanto errato sia questo giudizio.

Capitolo difesa, infine, che sembrerebbe essere lo specchio in tutti sensi del nostro attacco. Anche qui, infatti, ci ritroviamo con un bello squilibrio circa la copertura dei ruoli sulle fasce. Se è vero che Zambrotta può ricoprire quasi con la stessa disinvoltura sia il ruolo di terzino destro a lui più naturale, sia quello sinistro, è altrettanto vero che al momento sulla destra abbiamo Antonini (di certo meno duttile di Zambro) e Oddo, mentre a sinistra il solo Jankulovski. E chi stiamo - o staremmo - trattando come possibile nuovo terzino? Un altro terzino destro come il laziale De Silvestri. Ieri sera chi giocava come esterno di sinistra della nostra difesa? Favalli. Il quale, ricordiamolo, dovrebbe essere nella prossima stagione il vice del vice di uno dei due centrali.
In ogni caso, terzini a parte, spendo più che volentieri ancora una volta una parola sulla ai miei occhi bellissima coppia centrale titolare: qualche sbavatura qua e là, qualche golletto preso scioccamente come quello di ieri sera (e non sempre per esclusiva colpa loro, anzi, quando gli avversari crossano in area come vogliono), ma Nesta è tornato davvero ai suoi livelli stratosferici prima del dannato infortunio e non gli è da meno un già eccezionale Thiago Silva, fantastico nelle chiusure "impossibili" (accusatemi di lesa maestà, ma a me in più di un frangente è sembrato Baresi), con in più anche il vizietto di portarsi nelle mischione in area avversaria e buttarla dentro quando gli capita. Che si può volere di più?

In definitiva, specialmente nella partita di ieri, è emerso che attualmente siamo ancora una squadra, meglio, una rosa di giocatori con qualche bella a tratti bellissima luce e tante, tante ombre. Come detto, ieri si sono salvati Borriello, un po' Di Gennaro e Zambrotta e la citata coppia centrale difensiva. Per il resto, notte fonda, con una squadra sinistramente parente dell'ultimo Milan di campionato, quando Ancelotti decise anticipatamente di spegnere le luci di Milanello. Se rinnovamento doveva e dovrebbe esserci, bisognava osare di più, provare nuove cose, così come appunto ci eravamo illusi di vedere nella prima amichevole di questa estate.
Così, invece, sembra come se non si abbia avuto il coraggio di andare fino in fondo in questa nuova avventura, nell'entusiastico progetto iniziale di Leonardo, e che ci si stia piano piano ripiegando sul già conosciuto, strada che non necessariamente può rivelarsi più sicura in un momento di forti cambiamenti come quello che stiamo vivendo attualmente in via Turati. Quello che un po' preoccupa, come detto, non sono tanto le sconfitte negli ultimi trofei di Vattelapesca, infatti, quanto il modo con cui sono arrivate. Un modo vecchio, stantìo, già visto, che mal si addice ai luminosi occhietti brillanti di luce nuova di Leonardo.
Osa, Leo, osa. E noi ti eleggeremo come nostro nuovo messia.

Nonostante tutto, io ci credo.

P.S. Ancora due piccole note a pie' di pagina sul trofeo di ieri sera.
La prima è che non ho mai visto calciare rigori tanto brutti in vita mia. In particolare, quello di Ronaldinho è stato ai limiti del tragicomico, con palla calciata in modo talmente fiacco e centrale che l'avrei parato perfino io. Non da meno gli sono stati gli altri nostri rigoristi che hanno sbagliato. Volete una mia "visionaria" opinione in merito? Secondo me l'hanno fatto apposta per "regalare" il trofeo al Benfica e ai suoi tifosi presenti che sembravano aver capito di essere ad una semifinale di Champions, invece che ad un'amichevole estiva, dal tifo sfrenato che arrivava dagli spalti. L'unico problema, però, che i giocatori portoghesi riuscivano nell'impresa di calciare i rigori ancora peggio dei nostri e così si è quasi rischiato di andare verso una infinita "oltranza"... Eheheh!
La seconda, invece, non c'entra nulla con tattiche, mercato e tutto quello finora scritto, ma vedere nella cerimonia prima della partita i cerchi concentrici disegnati in aria dalla splendida aquila, simbolo del Benfica, per planare infine al centro del campo per atterrare proprio sullo stemma della squadra lusitana, beh, da solo è valso il prezzo del biglietto. Probabilmente, anche perché era ancora forte la suggestione della vittoria degli "aquilotti" laziali in Cina... Ahahah!

sabato 8 agosto 2009

Le aquile cinesi tinte di bianco, celeste, rosso e nero

Perché scrivere sul Milan Football Hall della vittoria della Lazio in Supercoppa italiana ai danni dell'Internazionale? Beh, innanzi tutto, perché se è vero che siamo in primis milanisti, siamo anche "tifosi" di calcio in generale. In secondo luogo, perché c'era anche un motivo di interesse statistico in questa finale che ci riguardava direttamente e cioè la possibilità per i neroazzurri di agganciarci in vetta nella speciale classifica dell'albo d'oro di questa competizione: con la vittoria dei biancocelesti, invece, il Milan resta saldo al comando con cinque vittorie, l'Inter rimane a quattro e la Lazio si avvicina con tre. Terzo perché nella squadra romana militano due milanisti "doc" come Brocchi e Rocchi. Quarto perché tra i tifosi laziali inquadrati sugli spalti dello stadio di Pechino mentre esultavano al fischio finale, ce n'erano anche un paio cinesi con le maglie del Milan che saltavano come pazzi. E, infine, cinque perché una sconfitta dei neroazzurri, non nascondiamocelo, ci fa sempre piacere.
Insomma, "colore" a parte, mi interessava fare un paio di considerazioni su quanto visto.
Non esagero, ma per la prima volta da anni a questa parte ho visto l'Inter messa bene in campo, con gli uomini giusti al posto giusto, vogliosa finalmente di mettere in campo uno straccio di idea di gioco che non sia il classico traversone lungo in attacco della serie "diamola ad Ibra e poi preghiamo Iddio". La coppia d'attacco Eto'o-Milito è già ben integrata e, da giocatori intelligenti quali sono, l'uno è a disposizione dell'altro, con scambi di posizione e vicendevoli inserimenti in area. Alle loro spalle Stankovic supportato dai due cursori Thiago Motta e Muntari e Cambiasso a chiudere il rombo al centro come vertice basso davanti alla difesa "a quattro". Ma al di là degli uomini, come dicevo, è una "nuova" idea di costruzione di gioco ad animare gli interisti: tutti partecipano alla manovra, gli scambi a centrocampo sono aumentati esponenzialmente e raramente, se non addirittura mai, si è visto uno dei famigerati lanci in attacco alla "spera-in-Ibra". La Lazio, dal canto suo, è apparsa assai contratta per buona parte del primo tempo, con una difesa da brividi che veniva puntualmente tagliata come un panetto di burro ed il solo portiere Muslera ad arginare valorosamente le folate avversarie. Risultato del primo tempo? Possesso palla interista da capogiro (ben oltre il 60%) e netta impressione che avessero ben in pugno la partita. E l'avvio del secondo tempo non ha fatto che confermare questa impressione con ancora il bravo Muslera ad opporsi efficacemente in un paio di occasioni e addirittura Eto'o che su di uno sciagurato passaggio al proprio portiere calibrato malissimo da un difensore laziale si è ritrovato con la porta praticamente spalancata davanti ed riuscito incredibilmente a mandare la palla a lato. A quel punto chiunque avrebbe scommesso sui minuti che mancavano all'imminente marcatura interista.
Eppure, il dio del calcio quando ci si mette è davvero bizzarro e nel giro di due-minuti-due c'è stato un devastante quanto inatteso uno-due laziale. Verso il quarto d'ora della ripresa, infatti, su di una punizione dai venti metri battuta con la consuetudine potenza da Kolarov ci sono stati ben due, anzi tre rimpalli della difesa interista, perché dopo che la palla è finita fortunosamente sui piedi di Matuzalem, il tiro di quest'ultimo è stato respinto da Julio Cesar per finire sul... pieno volto del centrocampista biancoceleste e, infine, in rete. Neanche il tempo di mettere la palla al centro del campo e, pochi minuti dopo, Mauri - uno che ha camminato per l'intera partita e non ne ha azzeccata una - sfodera dal cilindro uno splendido lancio a tagliare la difesa avversaria per l'inserimento di Rocchi, il quale mette a segno un goal capolavoro con tanto di stop di petto in corsa e pallonetto alle spalle di un incredulo Julio Cesar.
A nulla è valso quindi l'ulteriore assalto neroazzurro nella mezzora finale, con la solita selva di attaccanti messa dentro da Mourinho (ma una volta questa non era considerata tattica da terzo mondo calcistico?), altri "miracoli" di Muslera e la sola parziale soddisfazione con l'inutile goal messo a segno da Eto'o, ma anche qui grazie ad un allucinate "regalo" di Dabo ai limiti della propria area che ha ritenuto opportuno involarsi in una difesa della palla (per modo di dire) che anche nei pulcini di qualsiasi squadra lo avrebbe messo sulla pubblica gogna.
Possesso palla finale? 63% per l'Inter e 37% per la Lazio.
Che significa tutto questo? Lascio a voi le ovvie conclusioni.

P.S. Del Milan e degli ultimi "sviluppi" di mercato al momento non parlo: troppo combattuto tra ragione e sentimento. Intanto, però, stasera non mi perderò la sfida di Lisbona, ovvio.

Quando i nomi non sono tutto...

E così l'Inter dei nuovi Lucio, Thiago Motta, Milito ed Eto'o viene battuta nel primo trofeo importante da una Lazio priva di Pandev, Ledesma e De Silvestri - più o meno i suoi migliori giocatori in attacco, a centrocampo e in difesa. Un'altra dimostrazione del fatto che non vince chi spende di più? Non lo sappiamo, certo è che Milan società - Milan tifosi 3-0. E i milanisti che oggi godono dovrebbero imparare la lezione. Cosa che puntualmente, ovviamente, non accadrà.

giovedì 6 agosto 2009

E Klaas

E ora è arrivato anche quel fenomeno di Huntelaar, uno che ha la media goal più alta del continente. Chissà se i mal di pancia caleranno.

mercoledì 5 agosto 2009

Cose che si dimenticano facilmente

E' arrivato Thiago Silva. A Gennaio. Per cui per tutta la tifoseria è come se non fosse stato ancora acquistato nessuno. Eppure si sta dimostrando un grandissimo giocatore, uno che sa fare anche goal e soprattutto uno che ha una classe sopraffina. Ma siccome è arrivato a Gennaio, è come se il Milan non l'avesse acquistato.
Pirlo rimane. Fino a fine carriera. Ora, quelli che lo volevano pensionare fino a due mesi fa e che in questi giorni si imbarazzavano all'idea di vederlo partire, sono comunque insoddisfatti e non lo vogliono. Quelli che prima lo volevano per sempre e che durante Luglio lo avrebbero venduto anche per un pacchetto di noccioline ora che rimane sono comunque dispiaciuti.
Arriverà una punta. Uno tra Dzeko, Luis Fabiano e Huntelaar. Altri nomi non ne sono usciti, ma chissà che Galliani e Braida non abbiano lavorato undercover per non farsi scoprire. Ad ogni modo, nel peggiore caso ci arriverà l'attaccante titolare della propria nazionale. Uno che fa venticinque-trenta goals a stagione. Uno che ha meno di trent'anni.
Milan società - Milan tifosi: 2-0.

sabato 1 agosto 2009

Scenari inattesi/1

E anche il Real Madrid di Cristiano Ronaldo e Benzema perde. Dalla Juve di Molinaro e Zebina.