Se è vero che la partita di stasera in Champions arriva nel momento probabilmente peggiore per il Milan di questo inizio di campionato, sarebbe necessario allora dare la famosa "scossa", azzerare tutto o quasi e, soprattutto, non guardare in faccia a nessuno. Ecco, quindi, la conta dei "superstiti" sui quali si potrebbe tentare di puntare dopo il buio totale della partita contro il Bari. In verità, ci sarebbe da fare una "strage", ma gli uomini ormai sono questi e tanto vale allora cercare di tirare fuori da loro almeno il minimo indispensabile, salvare il salvabile.
In porta, neanche a dirlo, Storari, di certo l'unico sul quale non avere dubbi insieme a Nesta.
A destra riconfermerei inevitabilmente Abate, un altro dei pochissimi positivi, al centro Sandro con Kaladze (ma un pensierino ad Onyewu ce lo farei) e sulla sinistra - brutalmente - fuori dalle balle Zambrotta e dentro Favalli: di sicuro Peppiniello non potrà fare peggio, anzi.
A centrocampo è il settore dove più c'è da turarsi il naso, ma almeno abbiamo Flamini che è fresco (?), non avendo giocato domenica. Al suo fianco al centro gli metterei un altro incontrista per stare il più coperti possibile e, scartato un inguardabile Gattuso, la scelta più che forzata non può che cadere su Massimo Ambrosini. Davanti a loro, altra scelta obbligata nel ruolo di trequartista o regista avanzato se si preferisce: Clarence è praticamente scoppiato, Ronaldinho è inaffidabile e l'unico "decente" che possiamo permetterci in questo momento è Andrea Pirlo. Spazio a lui, quindi, in più sgravato da almeno una parte della copertura in fase di non possesso per la presenza alle sue spalle dei due cursori centrali di centrocampo.
In attacco due "certezze" e la "famosa" sorpresa alla quale sto pensando da due giorni. Inzaghi al centro dell'attacco è talmente scontato (ah, se solo avesse dieci anni di meno) che non c'è neanche lo spazio di battere un carattere della tastiera. Ma come esterni? Alto a sinistra Pato, là dove gli è più congeniale giocare, con le sue accelerazioni e i suoi "numeri", libero di folleggiare non ingolfato al centro dell'attacco. Alto a destra, invece, Jankulovski.
Svenuti? Siete ancora vivi? Credete che sia impazzito? Pensateci. Marek ha ampiamente dimostrato in questi anni di non essere un difensore, sic et simpliciter. Come esterno sinistro di difesa, quei pochi spunti positivi in fase di proposizione offensiva sono puntualmente sommersi dalle castronerie in fase difensiva e, in più, non ha più l'età per farsi tutta la fascia sinistra più e più volte nell'arco di una partita. Che farsene, allora? Lasciarlo marcire in panchina? Ovvio. Ma in un periodo di vacche magrissime come questo, anche uno come Marek potrebbe tornarci utile se debitamente impiegato. La tecnica ce l'ha, su questo non ci sono dubbi, un minimo di corsa ancora (di certo più di Ronaldinho) e in quel settore, Abate a parte che però DEVE essere titolare come esterno destro in difesa, non abbiamo praticamente nessuno. Poi è mancino e come mezzapunta destra avrebbe la possibilità di inquadrare meglio la porta e il fronte offensivo come suggeritore così come ci insegnò il Maestro Liedolhm. Ricordate Bruno Conti? Ecco, da mancino qual era, fu proprio Nils a inventarlo ala destra e a consegnare alla nostra Nazionale il più forte giocatore al mondo in quel ruolo giusto in tempo per farci vincere il Mondiale dell'82. Ma senza allontanarci troppo, il nostro stesso Savicevic, altro mancino, amava partire da destra per accentrarsi e fare molto, molto male alle difese avversarie. E oggi Messi come gioca? Allo stesso, identico modo, "fisso" sulla fascia destra.
Certo, non sono così pazzo da accostare Jankulovski ad uno dei tre fuoriclasse citati, però questo suo nuovo ruolo potrebbe rappresentare per sé e soprattutto per la squadra quella novità necessaria e quella boccata d'aria fresca per ridare morale e tirarci via dalle tremende sabbie mobili nelle quali ci siamo cacciati.
Per il resto, schemi, giocatori e supposizioni da "apprendista stregone" a parte, questa sera, visto come siamo messi, ci sarebbe solo da munirci di boccetta d'acqua santa e tenerla bella stretta durante tutta la partita. Come faceva (fa?) Trapattoni, per intenderci.