giovedì 22 ottobre 2009

Il timoniere

Purtroppo non ho potuto vedere la grandiosa partita di ieri sera. Sono tornato a casa al minuto settantotto, ho sofferto come un cane per quindici, interminabili minuti, mi sono disperato per il goal ingiustamente annullato a Thiago Silva, sono poi saltato in aria al goal di Pato come un bambino che, il giorno di Natale, trova il regalo che tanto desiderava ricevere.

Pertanto, lascio la cronaca, l'analisi e i commenti sulla partita al mio caro Crow.

Mi ritaglio invece uno spazio per discutere del nostro nuovo generale. Leonardo.

Già, perché questa è la vittoria di Leonardo. Un uomo che stimo profondamente dal primo giorno che arrivò al Milan. Era diverso dagli altri. Uno che parlava sei lingue, che sapeva distinguere tra congiuntivo e condizionale (cosa rara in Italia, non solo nei calciatori), che si esprimeva con una ricchezza di termini degna di un professore universitario. Un uomo silenzioso, attento, che non esagerava mai. Sembrava invisibile. Ma aveva già nel cuore e nella testa quelle doti da leader che solo i predestinati hanno.
A Leonardo hanno affidato una squadra vecchiotta, gli hanno tolto il Capitano e la stella, gli hanno comprato un portiere discreto (Storari) e uno appena sufficiente (Roma , un ottimo difensore (Thiago Silva), un difensore sconosciuto (Onyewu) un modesto terzino destro (Oddo), una buona ala (Abate), un discreto centrocampista offensivo (Di Gennaro) e un buonissimo, anche se non l'ha ancora dimostrato, attaccante (Huntelaar). Niente di trascendentale, insomma. Leonardo ha faticato. Ha masticato amaro. Si è sentito inveire contro, urlare epiteti e slogan usati solitamente contro dittatori, assassini o terroristi. Si è sentito solo. E da solo, come unicamente i grandi uomini sanno fare, si è rialzato nel fango, ha fatto crescere nei giocatori quel fuoco, quella passione, quel desiderio di vittoria necessari perché la squadra esplodesse. E ce l'ha fatta. Alla faccia di chi non credeva in lui. Alla faccia di chi lo considerava un raccomandato, una seconda o terza scelta, un colletto bianco ingiustamente prestato alla panchina. Leonardo de Araujo, grazie. Ora lo so. Sei uno da Milan.

Postilla. Ieri sera, alla fine della partita, è successo qualcosa che non si vedeva da tempo. Leonardo è andato ad abbracciare ogni giocatore con un'intensità incredibile. Sarebbe potuto essere un tifoso cui danno la possibilità di abbracciare i propri beniamini dopo una finale di Champions vinta per quattro a zero. Seedorf, addirittura, l'ha quasi lanciato in aria per la gioia. Ecco, queste cose succedono solo al Milan. E vedere poi lo stesso Leonardo ai microfoni della Rai quasi in lacrime che però esponeva con vigore e coraggio le proprie idee, l'ha reso ancora più forte. Per la prima volta in tre mesi, il nostro Carletto è un ricordo meno amaro.

4 commenti:

The Crow ha detto...

Caro Astoria, poco o nulla da aggiungere a quello che ha già scritto tu, centrando perfettamente la questione: è una vittoria di Leonardo in tutto e per tutto. Se il nostro neotecnico un errore può aver commesso in questi primi mesi - così come, tra l'altro, più volte sottolineato anche qui sul MFH - è stato a volte di aver peccato in "coraggio", di non aver perseguito le sue idee fino in fondo, di non essersela "giocata". Esattamente, cioè, quello che invece ha fatto ieri sera, partendo fin dal primo minuto con un Milan offensivo e deciso a far male, così come sempre vorremmo vedere.
Pur senza creare chissà quali motivi di preoccupazione a Casillas, infatti, nel primo tempo è bastato vedere il primo lancio lungo verso Pato, per capire che il Milan avrebbe potuto affondare il Real come e quando avrebbe voluto.
Infortunio di Dida a parte in occasione del goal di Raul, il primo tempo avrebbe potuto tranquillamente finire sullo 0 a 0, facendo emergere una palese mediocrità della squadra madridista. Della serie "se noi non stiamo bene, loro non se la passano certo meglio".
Sarà stato per l'emozione o cosa, Kaka' avrà toccato in tutto tre palloni, spesso "nascondendosi" invece di farsi vedere dai (nuovi) compagni; Benzema ha spesso girato a vuoto e, tolto l'inossidabile e sempre pericoloso Raul, il resto del Real si è dimostrato squadra senza né capo, né coda. Anche Xabi Alonso è sembrato parecchio appannato, senza un briciolo di idea e, complici soprattutto gli inesistenti meccanismi di gioco dei suoi compagni, non sapeva letteralmente cosa fare con il pallone tra i piedi.
Il secondo tempo è così iniziato con un Milan ancor più convinto e, dopo l'autentico fulmine di Andrea Pirlo che pareggiava i conti da più di 30 metri, i nostri attaccanti hanno affondato nella difesa avversaria come una lama in un panetto di burro.
Così il secondo goal firmato Pato, su bellissimo lancio di Ambrosini, con il brasiliano che ha letteralmente mandato a farfalle Casillas per poi infilare a porta vuota, e la rete del definitivo 3 a 2, dopo uno splendido dialogo Ronaldinho-Seedorf, con quest'ultimo che lanciava ancora Pato in mezzo ad una spaesatissima difesa del Real.
In mezzo, il goal del momentaneo 2 a 2 ad opera di Drenthe, su calcio d'angolo battuto intelligentemente da Raul. Sulla boardata da fuori area dell'olandese, più che Dida, m'è sembrata questa volta colpevole la nostra retroguardia, lasciandolo tirare praticamente indisturbato.
Ma il Milan non ha mai dato l'impressione di poter uscire sconfitto dal Bernabeu, controllando una partita in fin dei conti "facile" per - come detto - l'inconsistenza della retroguardia "blanca", il cui unico rammarico è stato quello di non avere ancora una squadra al top della propria condizione, soprattutto sotto il profilo del convincimento psicologico dei propri mezzi. In tal caso, sarebbe stata davvero una goleada da parte nostra, altro che quella annunciata da Pellegrini annunciata alla vigilia del match.
Sono curioso ora di vedere il ritorno a San Siro: per quanto possano loro essere col dente avvelenato per la bruciante sconfitta subita in casa, se solo sapremo aspettarli e colpirli al momento giusto, non avranno scampo. Ancora una volta.

The Crow ha detto...

P.S. Bellissima la foto che hai postato!

ilPrigioni3ro ha detto...

I complimenti a Leonardo e a tutta la squadra: per la prima volta espugnamo il bernabeu in partite ufficiali.
L'emozione è ancora tanta anche dopo 2 gg.

Scusatemi, però il mio rammarico cresce: un vero peccato non aver operato quei 2/3 innesti, anche con giocatori non galattici, che avrebbero consentito a questa squadra di essere protagonista dall'inizio alla fine in tutte le competizioni.

mavalà ha detto...

Che emozione...

Tre cose sulla partita:
1 L'orgoglio dei (nostri) campioni.
2 La pazienza e la sapienza di Leonardo.
3 Tra due squadre votate all'attacco, la differenza l'hanno fatta le difese (Nesta santo subito ndr).