giovedì 2 settembre 2010

Sulla decadenza nerazzurra

Recentemente ho scritto che Milan ed Inter si giocheranno lo Scudetto, con la Roma pronta a fare da outsider e a rompere le scatole. Beh, mi sbagliavo.
Oggi invece credo che siano Milan e Roma a giocarsi il campionato. E il motivo della (mia personalissima nonché presunta) decadenza nerazzurra è che qualcosa è cambiato nel panorama generale del calcio italiano. La Roma ha smesso di vendere i propri calciatori più forti (Chivu, Mancini, Aquilani) e ha fatto investimenti (Burdisso, Castellini, Simplicio, Borriello, Adriano). Il Milan è uscito dall'empasse in cui si trovava e ha ricominciato ad investire con criterio e con sregolatezza (Amelia, Montelongo, Yepes, Papastathopoulos, Boateng, Ibrahimovic, Robinho).
Non solo. José Mourinho. Il triplete dell'anno scorso, a differenza di quello barcellonese - il cui merito era dei calciatori - è stato raggiunto solo perché era Mou a comandare la nave. Nei momenti duri sono state la sua intelligenza, la sua furbizia, la sua tenacia, la sua arroganza ad aiutare i nerazzurri. Lo Scudetto vinto, demeriti romanisti a parte, non è certo stato vinto da Milito che segnava o da Eto'o che faceva il terzino, ma da Mourinho che si incazzava anche quando ai suoi veniva negata una rimessa laterale al secondo di gioco contro una neopromossa. La Champions League vinta è stata vinta perché il portoghese ha convinto i suoi ragazzi che l'avrebbero potuta vincere. Poi soprassediamo sul fatto che il Barcellona aveva segnato un goal regolare e che l'Inter si sia barricata per novantaquattro minuti. Ma il merito è tutto di Mourinho. Ed ora che se ne è andato via, qualcosa di questo quinquennio è sparito. E' facile da spiegare.
Mancini vinceva i Campionati per due ragioni: Ibrahimovic e la mancanza di avversari. La prima volta la Juventus era in B e il Milan era stato penalizzato e non aveva fatto mercato, la seconda volta la Juventus era ridicola e il Milan non aveva ugualmente fatto mercato. E la seconda volta, se a Parma non ci fosse stato Ibrahimovic, forse la Roma avrebbe vinto quel campionato.
Mourinho vinceva i Campionati per due ragioni: Mourinho e la mancanza di avversari. La prima volta la Juventus, il Milan e la Roma erano così così, la seconda volta se Pazzini non avesse fatto quello che ha fatto ai giallorossi il triplete sarebbe rimasto un sogno nel cassetto.
Oggi non ci sono più né Ibrahimovic né Mourinho, per di più Milan e Roma si sono rinforzate e l'Inter si è privata di un suo fenomenale attaccante. Tirate le somme.

2 commenti:

mavalà ha detto...

Mi piacerebbe tu avessi ragione...

A me, sinceramente, sembra troppo presto per eliminare l'inter dai favori del pronostico.

Hanno sempre una gran squadra, e un ottimo allenatore.

Non manca loro né qualità né mentalità.

Certo, in coppa non hanno speranze, secondo me, ché vincerla due volte di seguito è difficilissimo quando sei la squadra più forte, praticamente impossibile quando non lo sei.

Ma in campionato, sono la principale rivale nostra.

Confido comunque nella voglia e determinazione dei nostri, mister in testa.

Se saprà far riemergere la cattiveria agonistica, il gusto per il dominio degli avversari, lo scudetto tornerà dalla parte giusta di Milano. Ne sono sicuro.

AstoriaRecords ha detto...

L'Inter non ha più quella sicurezza in se stessa, quella cattiveria, quel desiderio di vincere che Mourinho era riuscito ad instillare nella testa dei giocatori. I quali oggi si sentono normali, forti ma non imbattibili, esattamente come ai tempi di Mancini. Solo che lì non c'era concorrenza.