mercoledì 13 ottobre 2010

Genova

Anche ieri il popolo dei cretini ha trovato un argomento per disquisire su Facebook. La violenza a Genova, il tifoso serbo con aria da neonazista, lo scandalo per i bambini che non possono andare allo stadio tranquilli, bla bla bla. Tutto vero, tutte cazzate quando diventano oggetto di opinioni malate sui social networks e nei bar sport.
Si è parlato di tre a zero a tavolino, di bastonare i tifosi serbi (in nome della giustizia, eh), di escludere la Serbia da tutto, pure dall'Europa, magari prestandola all'Africa per un ventennio.
Chiariamo alcune cose.
Uno. Ciò che i tifosi serbi hanno fatto ieri in città e allo stadio non è diverso da quello che avviene più di una volta l'anno in Italia. Non facciamo le verginelle, che qui nel Belpaese si picchiano persino i genitori durante le partite dei figli.
Due. Il tre a zero a tavolino non ha senso. Che c'entrano Stankovic, Krasic e compagni con ciò che è successo? E se per puro caso i tifosi italiani si fossero comportati allo stesso modo? Tre a tre a tavolino?
Tre. L'esclusione della Serbia da coppe, coppette e competizioni. Altra cosa ridicola. Se gli ultras di tutta Europa si organizzassero per mandare a monte, durante la stessa giornata, tutte le partite, cosa bisognerebbe fare? Escludere tutta Europa dall'Europa? Fare una Champions League con squadre di Andorra, San Marino, Lichtenstein, Lussemburgo e Malta?
Proviamo a guardare le cose in modo realistico.
Primo. L'ultima volta che sono andato allo stadio mi hanno fatto buttare via un accendino, una bottiglietta d'acqua piena a metà e mi hanno messo le mani ovunque. Giustamente, data la situazione degli stati italici. Eppure, ieri come in altre occasioni, sono riusciti ad entrare parecchi tifosi con fumogeni, bengala, bastoni, pinze, tronchesi ed altro. Questo significa che non sono stati controllati.
Secondo. I tifosi serbi hanno cominciato a creare disordini fin dal pomeriggio in giro per la città. Ciononostante, li si è fatti entrare allo stadio, anziché fermarli, portarli in questura e rispedirli a casa. Perché?
Terzo. Perché sono stati venduti i biglietti della partita a soggetti che in Serbia sono conosciuti come ultranazionalisti, estremisti, violenti e che hanno fedine penali che pesano più della Divina Commedia?
Il resto sono tutte sciocchezze.
Ps non dimentichiamoci una cosa. Domenica scorsa a Belgrado c'è stato il gay Pride. Guardate cosa è successo, probabilmente sono gli stessi di Genova. Gente a cui del calcio frega, ma che in primis pensa alla politica. E siamo nel fottuto duemiladieci.

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