sabato 27 novembre 2010

Un grande Milan

Quello che ho visto stasera. Ok il pareggio, ok Ibrahimovic un po' meno in forma del solito, ok le disattenzioni sotto porta in occasione del pareggio.
Ma.
Primo. Il Milan ha dominato la partita per settantacinque minuti, concedendo solo le briciole alla Sampdoria ed ottenendo comunque un pareggio dopo ben nove giornate che avevano fruttato la bellezza di venticinque punti (otto vittorie ed una sconfitta con la Juventus). Insomma, il segno x poteva anche starci, se consideriamo le statistiche.
Secondo. Robinho, da ex calciatore e semi brocco quale l'avevano dipinto metà degli addetti ai lavori, si sta dimostrando un formidabile attaccante. Segna, aiuta, crossa, difende, rilancia. Gioca nella posizione di Shevchenko ma si trasforma in Gattuso quando serve. Ottimo.
Terzo. Clarence. Sembra quello di sette anni fa.
Quarto. Abbiati. Sembra il Dida di sette anni fa.
Quinto. Allegri. Gestisce la squadra che lo segue come si segue un generale. Ognuno fa il proprio compito. La squadra crede in se stessa, entra in campo affamata e non sembra mai aver timore dell'avversario, che anzi si preoccupa più di contenere che di segnare. Qualcosa che non vedevamo dal 2004, anno dell'ultimo scudetto rossonero.
Sesto. Questo pareggio porterà due vittorie contro Brescia e Bologna. Poi c'è la Roma a San Siro, probabilmente la partita più importante del girone d'andata. Una vittoria significherebbe andare in vacanza con non meno di otto punti di vantaggio sui giallorossi - i quali, come scrissi ad Agosto, mi sembrano gli unici che possono sfidare il Milan, a patto che non subiscano infortuni e che Borriello e Vucinic facciano i miracoli come stanno facendo finora.
Settimo. La rabbia. Il pareggio di oggi è palesemente ingiusto, è chiaro a tutti. La Sampdoria è scesa in campo per lo zero a zero, ha attaccato dieci minuti per trovare il pareggio e poi Di Carlo ha iniziato ad inserire difensori a pioggia. Eppure, queste sono le partite giuste da pareggiare. Così poi quando si gioca contro Brescia e Bologna si ha la necessaria cattiveria per chiudere le partite in fretta e per annichilire l'avversario.
Ottavo. Galliani ha dichiarato di essere felice e di aver sentito il Presidente il quale si sarebbe anche lui detto felice. Non solo dei risultati, ma del modo in cui gioca questo Milan. Quanti anni è che non lo sentivamo?

8 commenti:

mavalà ha detto...

Sto vedendo dopo anni un Milan al quale, per segnare, gli avversari devono farsi un c...o così!!! ( o avere una botta di fortuna di quelli che trovano la schedina vincente sul marciapiede, come Pazzini oggi).

Perchè anche e soprattutto i suoi fuoriclasse, in particolar modo quelli che giocano davanti, danno il buon esempio, aiutando sempre la squadra in fase di non possesso.

Squadra che è tornata a recuperare palla in fretta e verticalizzare in velocità.

Giocando così ne pareggeremo poche, e ne perderemo pochissime, se non nessuna.

ps: spero Pato abbia visto la partita, e notato il modo di giocare di Robinho...

ilPrigioni3ro ha detto...

Tutto giusto.
Un appunto? Bisogna essere più cinici, tante occasioni ma poche realizzazioni

The Crow ha detto...

Mmm... Temo che non siamo d'accordo su di un paio punti... Cose che capitano, eh?
Premetto che quello visto a Genova e generalmente in questo periodo è effettivamente un grande Milan. Ma non grandissimo, a mio modo di vedere, perché manca della cattiveria necessaria per chiudere le partite a fronte di una mole di gioco davvero impressionante. L'emblema di questo sta un po' proprio nella palletta appoggiata a Curci da Clarence solo davanti alla porta nel secondo tempo, azione che avrebbe potuto portarci nuovamente in vantaggio e forse darci la più che meritata vittoria. Io, poi, in particolare vedo proprio Seedorf (mio idolo assoluto, lo sapete) un po' annebbiato da qualche partita a questa parte, anche quando la squadra gira a mille come nel primo tempo contro la Samp: sempre un secondo in ritardo sulla palla, dribbling che abitualmente gli escono ad occhi chiusi sbagliati e, cazzo, non UN calcio d'angolo battuto come si deve. Semplice periodo no o naturale e momentaneo affaticamento per le sue 34 e passa primavere? Lo spero.
Discorso ben diverso per Abbiati, invece: a me non è mai piaciuto (sapete anche questo) e lo reputo al massimo un ottimo portiere, a volte anche eccellente, ne convengo, ma nulla di più. Dida era un fuoriclasse, al di là di tutte le cappellate che ne hanno in parte caratterizzato gli ultimi anni. Ecco, se ti metti a fare le cappellate come quella del rinvio di piede trenta secondi prima del goal su angolo di Pazzini e non sei neanche un fuoriclasse a me girano le scatole. Poi, va beh, ti sfodera il paratone poco dopo su inzuccata di Pozzi, ma ormai la frittata era stata già fatta.
Capitolo Allegri: sta uscendo alla distanza. Onore a lui per come ha fatto quadrare la squadra e saputo rimediare a qualche sbavatura iniziale. Non è da tutti. E' giovane, ha già una gran bella personalità e il tempo è dalla sua parte, purché continui a mostrare questa apertura mentale.
Standing ovation, infine, per Robinho: su di lui sono totalmente d'accordo con voi, a tal punto da esserne entusiasta. Non tanto per le qualità tecniche - quelle si sapevano - quanto alla abnegazione fin qui mostrata, come da voi sottolineato. Verissimo: Pato dovrebbe mandare a memoria i filmati delle sue prestazioni.
Insomma, in definitiva, tantissime luci, qualcuna addirittura accecante (di Ibra è superfluo parlarne ora), ma anche qualche piccola zona d'ombra. La strada imboccata è comunque quella giusta.

The Crow ha detto...

Ecco, al momento di postare il mio commento, non avevo ancora letto quanto scritto da ilPrigioniero: appunto.

Coccy ha detto...

Mi affaccio timidamente e provo a dare la mia interpretazione della partita, consapevole del fatto che di calcio, a parte una passione smisurata, capisco veramente poco. Mi limiterò dunque a trascrivere le mie sensazioni. Concordo con Astoria quando scrive che un Milan così non si vede da sette anni, ma non mi trovo d'accordo per quanto riguarda il suo giudizio nei confronti di Clarence che io comunque adoro. Quel tiro, che poi era quasi un rigore, doveva entrare, ci avrebbe dovuto mettere più cinismo, più cattiveria. Per Abbiati, beh, concordo con Crow: non mi è mai piaciuto e non mi ha mai dato la sicurezza che mi dava Dida. Fa parate strepitose, è vero, ma poi è capace di rilanciare la palla come se giocasse nelle giovanili, spesso non esce, molte volte non sa coprire bene, tergiversa troppo per rilanciare la palla e far ripartire l'azione. Domanda retorica: ma ve lo ricordate il rilancio di Dida a Kakà che andò direttamente in porta e segnò?
Abate corre e corre tanto, ma a volte ho l'impressione di vedere Martins dell'inter... non so se mi spiego.
Per il resto un primo tempo eccezionale, perfetto. Un Milan così può andare ovunque, ed è un buonissimo segnale. Così se do una lettura da bicchiere mezzo pieno. D'altro canto, però un Milan che gioca un primo tempo del genere non può e non deve buttare via tre punti. No, ci deve mettere quel cinismo di cui parla il Prigioniero.
In quanto a Robinho: strepitoso. Così come lo sono Gattuso ed Ambrosini. Della difesa nulla da recriminare. Come poterlo fare.
Un appunto. Allegri tiene in panchina Ronaldhino, ma ogni tanto potrebbe fare altrettanto con Seedorf: è un giocatore meraviglioso, ma quando fa l'artista nei momenti in cui occorre essere artigiani, mi fa venire un po' i nervi. Sì perché in certe occasioni meglio lasciar perdere le velleità artistiche, e optare per il pragmatismo dell'artigiano.
Piccola digressione: ma qualcuno di voi ha sentito parlare di un ritorno di Kakà a gennaio?

Coccy ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Coccy ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
AstoriaRecords ha detto...

Questo è quello che definisco un blog funzionante.

Cercherò di replicare a tutti.
Il Milan di Genova ha giocato una partita strepitosa per intensità (dopo un mese in cui si giocava ogni tre giorni non credevo ce la potessero fare, davvero bravi) ma sicuramente non tutte le volte basta un uno a zero per portare a casa il risultato - ad Auxerre la rete di Ronaldinho è stata quasi casuale, fondamentalmente anche quello era un uno a zero. Sulla cattiveria sotto porta c'è poco da dire, Galliani ha ragione quando sostiene che se il tiro di Robinho al minuto novanta fosse entrato staremmo tutti quanti parlando di un'altra partita. Su Seedorf, credo come al solito che sia difficile fare gli allenatori non conoscendo la vera verità di Milanello. Del resto, penso che Ronaldinho avrà delle occasioni e non disdegno l'idea paventata da alcuni giornalisti che prevederebbe l'impiego di Pirlo nel ruolo di trequartista, posizione in cui è cresciuto. Il povero Abbiati a me piaceva nella Primavera del '99, quando a ventun anni parava tutto e ci faceva vincere lo scudetto. Poi è arrivato Dida e per un ragazzo di quell'età è stato indubbiamente una botta psicologica non da poco, dalla quale Christian, a mio avviso, non si è mai ripreso - Torino, Atletico Madrid e riserva nella Juventus non bastano per farti diventare grande. Detto questo, di portieri più forti di Abbiati in giro non ne vedo tanti. Il Manchester United ha comprato Lindegaard, una sorta di promessa norvegese di ventisei anni. Forse Sirigu? Non saprei, certo quelli che vedo non mi sembrano Peruzzi, Marchegiani, Pagliuca, Zenga o Seba Rossi. Su Robinho. Dopo Huntelaar, uno di quei giocatori che ho sempre sperato che giocassero nel Milan. Se per l'olandese ho sofferto quando è partito, credo che per Binho, sempre più forte e decisivo, il destino andrà diversamente.
Infine, due parole su Kakà. Non tornerà al Milan, certo non a Gennaio, sicuramente non a Giugno, credo mai più. Per Shevchenko fu fatta un'eccezione che penso resti tale, Kakà è un giocatore che basa tutto sulla corsa e lo scatto, a quasi ventinove anni non ha più l'esplosività di un tempo. Secondo me si farà altri due-tre anni al massimo a Madrid e poi traslocherà in qualche campionato minore, magari portandosi dietro il solito fratello.
Infine, Allegri. Sacchiano duro e puro nei metodi, Capelliano duro e puro nei risultati, Ancelottiano duro e puro nell'entusiasmo. Il mix vincente. E se ne fotte di Ronaldinho, trattandolo come uno dei tanti. Solo che a differenza di Leonardo (troppo aristocratico per fare l'allenatore) e dell'ultimo Ancelotti (troppi anni al Milan per avere motivazioni) è uno che i giocatori li sa trascinare e guidare verso la vittoria. Per questo Berlusconi è felice e non dice nulla.