lunedì 19 aprile 2010

Sulla regolarità del calendario

Le televisioni ci sono. Pagano, e devono essere accontentate.
Ma.
E' completamente antisportivo il fatto che le due contendenti per lo Scudetto stiano giocando da due settimane ad orari diversi. E anche nel prossimo weekend, quando per la terza volta di fila la Roma scenderà in campo già consapevole del risultato dell'Inter, impegnata in casa Sabato pomeriggio contro l'Atalanta. E non solo quello. La Roma, infatti, dovrà sfidare la Sampdoria, diretta concorrente, per il quarto posto, del Palermo - che però giocherà anch'esso Sabato sera contro il Milan.
Ora, immaginiamoci il seguente scenario. Qualunque sia il risultato dell'Inter, supponiamo che il Milan sconfigga il Palermo. A quel punto, la Sampdoria non scenderebbe in campo all'Olimpico con il coltello tra i denti. Anzi. Mica è un biscotto, è solo una questione di stimoli. Però il fatto resta.
A questo punto, sarebbe il caso che le partite che coinvolgono squadre in lotta per qualcosa siano giocate tutte alla stessa ora. Almeno nelle ultime cinque-sei giornate, qualora il Campionato sia ancora aperto. Perché sarebbe davvero terribile vedere, come nel 1999/2000, quando le avversarie della Lazio scendevano in campo svogliate. O nel 2001/2002, quando i giocatori del Parma, all'Olimpico, temevano di essere linciati dai tifosi giallorossi. Un bel finale di stagione? Il famoso cinque Maggio 2002, quando Inter, Juventus e Roma si giocarono lo Scudetto in novanta minuti, e in cui la squadra campione cambiò in continuazione.
L'unica cosa buona della prossima giornata sarà sapere che Napoli e Juventus dovrebbero raccogliere i tre punti in casa contro Cagliari e Bari. A quel punto, se il Milan non dovesse battere il Palermo, la Sampdoria giocherebbe una partita vera contro la Roma.

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