martedì 16 dicembre 2008

Let it be

Il post scritto post Juventus - Milan è uscito dalla mia mente e dalle mie mani mentre ero incazzato, livido, nero.
Avevo appena visto l'Inter battere con difficoltà un Chievo ultimo in classifica, e credevo che i rossoneri sarebbero scesi in campo determinati, rabbiosi, volitivi. E infatti è stato così. I bianconeri sono stati sottomessi, ubriacati, ipnotizzati dal gioco rossonero per trenta lunghissimi minuti, in cui il Milan, privo di alcune sue pedine fondamentali, era ciononostante stato in grado di far emergere tutte le lacune, le paure e le mancanze di una Juventus che nessuno, anche dopo la vittoria di Domenica sera, ritiene razionalmente l'anti-Inter. Insomma, perdevamo uno a zero, ma sentivo che il goal sarebbe stato nell'aria. Lo sapevo che sarebbe entrata. E infatti è entrata. La gioia è un sentimento che va gustato lentamente. Un sentimento che deve essere assaporato a lungo. Altrimenti la rabbia che si scatena è amplificata. E così è stato. Vedere Chiellini segnare in quel modo beffardo, quasi ingiusto rispetto ad un equilibrio universale che il calcio disconosce, dopo che il Milan si era dannato l'anima per riacciuffare la partita, mi ha letteralmente sommerso di tristezza. E il tre a uno di Amauri, subìto pochi minuti dopo, è stato come vedere un cacciatore che spara alla testa dell'animale ferito, sanguinante e ormai pronto a spegnersi. Senonché, dopo un inizio di ripresa dominato dalla Juventus, ecco ristabilito l'equilibrio di cui sopra. Goal brutto, con doppia deviazione, di Ambrosini. Ingiusto, immeritato, quasi sporco. Perfetto, quello che ci voleva. La fortuna gira anche per noi. E poi, quasi come a voler soffocare ogni velleità, ogni speranza, ecco la stupida espulsione di Zambrotta e la condanna a morte eseguita dal boia Amauri, con il governatore che non ha telefonato all'ultimo secondo per comunicare che il condannato a morte, in realtà, è stato scagionato e che merita di vivere.
Spenta la televisione, ho pensato e ripensato. Ho pensato ai Milan visti negli ultimi sette anni. La dinastia Ancelottiana. Ogni stagione, ogni anno ha avuto degli alti e dei bassi. La qualificazione in Champions del 2002, subito dopo l'umiliazione patita a Dortmund. La vittoria di Manchester del 2003, previa perdita dello scudetto. Il tricolore del 2004, giunto pochi giorni dopo la batosta di La Coruna. Il 2005 e il 2006, anni terribili, con le cocenti sconfitte in Champions e gli scudetti persi alla fine, dopo rincorse estenuanti. La Champions del 2007, incredibile cavalcata di un esercito di lottatori, affiancata ad un campionato non buono. Il 2008, con il trionfo di Montecarlo e di Yokohama, purtroppo seguiti da un pessimo finale di campionato. Arriviamo al 2009. Quest'anno. Due trofei, due storie diverse. Mi aspetto belle notizie da un fronte, accetto di buon grado cattive notizie dall'altro.
Il Milan ha vinto tanto, forse troppo, in questi ultimi ventidue anni. Ventisei trofei. Una volta l'anno, in media, si gioisce. Cose che non succedono neanche ai tifosi di quelle squadre dell'Est che vincono venti campionati di fila. Potremmo accontentarci. Invece no. No perché i nostri sono i calciatori più forti che ci siano. Guidati dal migliore allenatore in circolazione. Con alle spalle la migliore società calcistica della storia. E' vero. Non riesco a vedere il Milan sculacciato da una ridicola Juventus assemblata da un signore che è più incapace di Moratti. E non riesco a vedere il Milan che si fa riagguantare da Lecce e Torino in quel modo. E no, non riesco a vedere il Milan che scende a Palermo senza fame.
So che il Milan si rialzerà, come ha fatto ogni volta che è caduto. So che si riprenderà, più forte di prima, più forte delle ingiustizie, più forte di tutto e tutti. Sono fiducioso in quei colori. Non mi hanno mai tradito, non ci hanno mai tradito. Il Milan rinascerà. Molto molto presto. E quel giorno, quando nessuno ci crederà, noi saremo con la mente lì, a soffrire coi nostri eroi.
Perdonatemi per aver così aspramente criticato i ragazzi. E' che il mio amore per questa squadra è infinito.

4 commenti:

Coccy ha detto...

Astoria è tornato!
Il tuo post è talmente bello, talmente commovente, talmente vero, talmente sentito che non potrebbe essere che tuo.
Grazie.

The Crow ha detto...

Mi unisco al gaudio di Coccy.
Nessun bisogno di perdono, caro: ho compreso perfettamente quale sia stato il tuo stato d'animo, così come del resto quello di tutti noi. So bene quanto ami il Milan e, credimi, la rabbia per come sono andate le cose domenica non è stata da meno anche da queste parti.
Grazie anche da parte mia.

mavalà ha detto...

Il milan è l'unica squadra capace di sovvertire la brutta situazione in cui lui stesso si è cacciato.

Bel post, veramente.

ilPrigioni3ro ha detto...

Mi unisco anch'io al vostro pensiero.
Come si dice: ...addà passà a nuttata.....
no?