Inutile stare qui ad individuare le cause di tutto questo, a parlare della interminabile ed incredibile sequela di infortunati o delle responsabilità di Carletto nostro, il quale - poveraccio - ieri sera nel dopo partita non ha avuto difficoltà alcuna nel prendersele.
Ci sono annate che iniziano male (le due sconfitte nelle prime due partite) e che finiscono peggio (arrivare già a febbraio con gli obiettivi falliti, se non con i soli piazzamenti Champions ancora a disposizione). Bisogna prenderne atto e farsene una ragione, pensando appunto che, sempre come diceva Astoria, è proprio da annate come questa che si riparte per costruire i successi futuri, così come ha ampiamente dimostrato in passato la nostra società.
Onore quindi a 'sti tedeschi, capaci di venire a San Siro a correre come dei matti per novanta minuti tondi tondi. Il doppio vantaggio maturato a nostro favore nel primo tempo oltre ad essere stato illusorio, era stato immeritato, se vogliamo dircela tutta. E questo nonostante l'ennesima prodezza di Pato. Ma i ragazzi non c'erano. O, meglio, troppa era la differenza di forma (mentale e fisica) con gli avversari. Poi, se a questo aggiungiamo che l'unica lucina nostra ancora accesa è stata brutalmente spenta con l'infortunio di Clarence, l'unico che poteva ancora inventare qualcosa nel nostro "pestato" centrocampo (vedi Pirlo e Ambrosini), beh, allora pazienza, non c'è stato più nulla da fare.
Ripartiamo da qui. Ci aspetta un finale di campionato che va affrontato con serenità e non con rassegnazione. Poi, quel che sarà da giugno in avanti, si vedrà.
1 commento:
Sono d'accordo con me stesso, allora.
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