Quanto, invece, allo sfogo di Paolo circa la mancata presa di posizione della società contro i contestatori di domenica scorsa e la relativa risposta di Galliani che spiega come il silenzio sia l'arma migliore contro certe manifestazioni, mi spiace, ma sono ancora una volta d'accordo con Maldini: il nostro capitano, colui che è ammirato dal mondo intero (vedi, appunto, quanto riportato sopra) per la sua a dir poco incredibile carriera, ha subito un attacco vergognoso proprio nel giorno del suo addio al calcio, della sua festa, e la società aveva il dovere di difenderlo.
IL DOVERE, lo sottolineo.
Contro tutto e tutti, a costo di inimicarsi mezza curva.
Altro che il silenzio.
2 commenti:
Crow sono d'accordo al 1000x100.
La società doveva esporsi immediatamente, il comunicato di Galliani non mi è piaciuto per tanti motivi.
Temo che in questo periodo abbiamo dei problemi gestionali.
Condivido. Aggiungo, però, un però. Se le squadre non si dissociano dai propri tifosi quando lanciano motorini in curva, quando tirano petardi sui portieri, quando uccidono o feriscono altri tifosi o gente che passa al momento sbagliato al posto sbagliato, come si può pretendere che una società si metta a fare il muro contro muro per un paio di striscioni contro un suo calciatore?
Lo dico con tristezza, perché a me la storia di Maldini ha infastidito e non poco. Però mi rendo conto del fatto che siamo in Italia, e che probabilmente una reazione della società avrebbe rischiato di portare a conseguenze ben più gravi.
Molto negativo, lo so. Ma siamo in Italia.
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