domenica 30 agosto 2009

Tutto in una notte

Tanto la vittoria di misura a Siena era riuscita a gettare un po' di fumo negli occhi di tutti circa le possibilità di questa squadra, quanto l'umiliante sconfitta di ieri sera nel derby ha diradato ogni nebbia su quello che è realmente il Milan oggi. E non solo: come d'incanto, sono stati squarciati tutti i veli sulla sciagurata gestione negli ultimi due anni di quella che un tempo ormai lontano fu la più grande e vincente società del mondo e che ora, invece, ci costringe ad osservare la macerie ancora fumanti di un tracollo da incubo. Così, tutto in una notte.
Avevamo gettato il cuore oltre l'ostacolo, anteposto il sentimento alla ragione, chiuso non uno ma entrambi gli occhi su scelte societarie da manicomio, un mercato ridicolo, una preparazione estiva tragicomica, ma alla fine il conto di tutto questo ora ci è stato presentato.
Ed è salatissimo.

Non ingannino i primi minuti baldanzosi del derby, perché il Milan di oggi, il "vero" Milan, sta tutto nella (breve) partita di Gennaro Gattuso, paradigma di quel che rimane dell'intero ambiente rossonero: acciaccato, fuori forma, ferito, scoppiato. Solo una squadra da bassa classifica (per non dire peggio) può prendersi un contropiede da un calcio d'angolo a proprio favore come quello da noi subito in occasione dell'azione di Eto'o che ha portato al rigore neroazzurro. Solo un giocatore scoppiato come Gattuso, già infortunato alla caviglia, può decidere in quella azione di "placcare" il camerunense in quella azione in piena area, procurando non solo il rigore, ma trovando pure la grazia al di fuori di ogni regolamento dell'arbitro Rizzoli di essere soltanto ammonito e non espulso, facendo giustamente incacchiare tutti gli interisti, Mourinho in testa. Ed è finita qui? Macché: da autentica barzelletta la sua mancata sostituzione pochi minuti dopo, con Clarence Seedorf indicato come sostituto che si alza dalla panchina alla velocità di un bradipo che si è appena svegliato; Ringhio che nel frattempo, portatosi a bordo campo, visto che la partita stava comunque continuando, decide di rientrare in campo e un attimo dopo di entrare durissimo su Sneijder, procurandosi così il secondo giallo; Leonardo che non si sa bene che cosa stesse pensando in quel momento in panchina e Gattuso che, espulso, getta la fascia di capitano a terra e insulta la panchina.

Già, la fascia di capitano.

Mi aiutate a ricordare negli ultimi trent'anni chi l'ha indossata? Dunque, vediamo: l'ultimo è stato Paolo Maldini. E prima di lui? Beh, facile: Franco Baresi. E prima ancora? Oddio, qui bisogna risalire a quando ero un bambino, ma forse me lo ricordo ancora: Gianni Rivera.

Uomini. Ancor prima che calciatori.

Simboli. Immortali.

Ed oggi? Eccola lì, la fascia: gettata dal nostro "capitano" sul prato di San Siro.

Per non parlare degli altri: Pirlo, Zambrotta, Jankulovski, Ronaldinho. Gesù, Ronaldinho. Ma l'avete visto il "gaucho"? OK, nella partita di Siena giocata a due all'ora aveva illuso noi "ottusi" milanisti di chissà quale suo prodigioso recupero, ma ora alla prima partita vera, eccolo lì: camminare abulico, sempre in ritardo sul pallone, perennemente anticipato e, come se non bastasse, pure scorretto e rissoso, come nell'occasione della mezza azione partita da Pato nei primi minuti, con palla servita a lui che la gira malamente altissima verso la porta e, dopo un attimo, cade a terra da solo, con Stankovic che non l'aveva neanche sfiorato. E protesta pure con Rizzoli! Che vergogna.

E ad inizio ripresa, l'ennesimo capolavoro: sotto di tre a zero, in dieci uomini, Silvio Berl... pardòn, Leonardo mette in campo la seguente squadra: fuori Borriello e Flamini (gli unici che almeno lottavano e correvano) e dentro Seedorf e Ambrosini, con il solo Ronaldinho centravanti in mezzo ai quattro della difesa neroazzurra. Risultato? Al quinto anticipo di fila subìto, sostituito da Huntelaar.
Ora, io mi domando retoricamente: ma quale mente insana puà pensare di lasciar partire Kaka', all'apice della sua carriera, 26 anni, e allo stesso tempo ritenere di poterlo sostituire con un giocatore fermo da due anni, 29 anni, che non ha più né la capacità, né la voglia di correre?
Ma l'avete vista l'Inter? OK, anche loro sono stati alle prese con le "voglie spagnole" di Ibrahimovic, ma avete visto che razza di squadra hanno messo su? Lucio in difesa, Thiago Motta e ora pure Sneijder a centrocampo, Eto'o e Milito in attacco. In più, su di un'ossatura comunque già forte e collaudata. E ai nerazzurri ieri mancava pure Cambiasso.
E noi, invece, chi abbiamo preso? Onyewu, con tutto il rispetto.

E ha ragione Moratti quando dice che i suoi ragazzi sono stati bravi a non infierire nel secondo tempo, perché se solo avessero voluto la partita sarebbe finita con un punteggio non tennistico, ma da pallacanestro, mentre invece si sono limitati a tener palla, "divertendosi" solo a provare qualche tiro dalla lunga distanza, così come è accaduto con la sventola di Stankovic in occasione del 4 a 0. Onore a loro, bisogna riconoscerlo.

E ora? E ora, se va bene, ci aspetta un'altra stagione di passione, che giocheremo, ripeto, s-e-n-z-a-p-r-e-p-a-r-a-z-i-o-n-e, con la benzina finita ancor prima di cominciare, una squadra senza né capo, né coda, con lacune terribili nella rosa e con la società che continuerà a ripeterci che siamo il club più titolato al mondo.

Se vogliamo parlare di calcio, del Milan, del nostro Milan, questi sono i fatti.
Altrimenti, ci mettiamo due belle fette di prosciutto sugli occhi e continuiamo a tifare per la nostra squadra come se nulla fosse.
Scusatemi, ma io non ce la faccio.

10 commenti:

AstoriaRecords ha detto...

Sei molto perentorio, nulla da dire. Spero - anche tu, immagino - che tu stia sbagliando, ma temo che invece tu possa avere ragione. E' presto per giudicare, ma come inizio promette decisamente male.

mavalà ha detto...

Concordo. Al 100 %.

Aggiungo solo una cosa: l'anno scorso, anche senza Kaka, la squadra aveva la capacità di non perdere la testa.

La partita di ieri, con in panchina quello che avrebbe dovuto vincere lo scudetto dicendo ai giocatori di tenere palla nei finali, l'avremmo persa, probabilmente, ma non così.

Non sto accusando Leonardo di niente, ché i giocatori non possono perdere la testa comunque, ma dicendo che correttezza vorrebbe che si dessero, non solo da parte nostra, i giusti meriti ad Ancelotti, forse l'unico (speriamo di no) capace di tenere insieme una squadra che tale non è.

ilPrigioni3ro ha detto...

Che sconforto: mi unisco alla tua disamina.
Aggiungo solo che lo sfacelo emerge per colpa di Gattuso, fossimo rimasti in undici avremmo perso ma non cosi.
Rino si deve dare una bella calmata, la società (?) deve farglielo capire.
Aver messo in panchina un allenatore alle prime armi (che per sua stessa ammissione non è un incarico che lo interessa per il futuro) non è stata una buona idea.
E non parlo delle carenze strutturali che sono evidenti. Ma stiamo bene così....

Alla proprietà dico:
C'è modo e modo di ridimensionarsi, cazzo!
Scusate...

The Crow ha detto...

Non solo lo spero, ma sarei la persona più felice del mondo sei i fatti a fine campionato mi dessero torto. Ma, come dici tu, l'inizio è tutt'altro che promettente.

Quanto alla considerazione fatta da Mavalà in merito ad Ancelotti, mi associo in pieno. Un giorno, temo non troppo lontano, la società si accorgerà dell'errore e il presidente, seppur con estrema difficoltà vista la presunzione che da sempre lo accompagna, dovrà ammettere di aver sbagliato a voler competere in termini di conoscenza calcistica con Carletto nostro.
Fino all'altro giorno, non conoscendo fino in fondo come nessuno di noi come siano andate realmente le cose, pensavo anche che Ancelotti alla fine se la fosse un po' cercata nel volersi mettere contro il presidente, nel voler cocciutamente insistere con il modulo a lui più caro con una punta sola, ma ora, visto lo stato nel quale ci troviamo, chi può dargli torto? E Berlusconi, non contento, oggi si permette pure di lanciare frecciate avvelenate nei confronti del nostro ex tecnico, dissertando sulla posizione di Ronaldinho che era sbagliata nella scorsa stagione.
Ridicolo.
Bisognava, invece, partire dalla Champions vinta epicamente nel 2007 per rifondare gradualmente, ma radicalmente la nostra squadra. Confermare in blocco l'undici titolare, ma da subito rinverdire la rosa con acquisti mirati (tre, quattro, non il solo Pato) che dessero la possibilità di far ruotare l'intera rosa. Avere il coraggio di tagliare i rami secchi e, sopra ogni altra cosa, dare in mano le chiavi della gestione delle risorse in ambito di mercato completamente ad Ancelotti. C'era da fidarsi, no?
Carletto avrebbe potuto essere e, anzi, avrebbe dovuto essere veramente il nostro Ferguson, avendone tutte le capacità umane e professionali da milanista DOC al 100%.
E, invece, il poveretto si è permesso di chiedere invano per due anni giusto una punta di peso (Adebayor, Drogba, lo stesso Eto'o) per il gioco che aveva in mente lui, vedendosi rispedite al mittente ogni sua richiesta. E così, alla fine, dopo essersi visto arrivare puntualmente giocatori da lui non richiesti (vedi Ronaldinho, appunto), sotto sotto si è accordato con il Chelsea e, al momento buono, ha salutato tutti ed ha chiuso la porta di Milanello. Non prima, però, di averci portato per l'ultima volta in Champions, da autentico galantuomo qual è.
Adesso sì che sono sempre più convinto nel tifare Chelsea...

The Crow ha detto...

Quanto alla questione Gattuso posta da ilPrigioniero, beh, è evidente che la società non esista più. Esagerato? Giusto poco fa nel notiziario sportivo di Italia 1 si diceva di un Galliani furibondo che avrebbe chiesto spiegazioni su diversi episodi del derby, come appunto la vicenda della (mancata) sostituzione di Gattuso e, udite udite, anche del perché Ronaldinho sia stato schierato al centro dell'attacco nella ripresa. Ma cos'è, una barzelletta? Ma qualcuno l'ha informato che Berlusconi in persona vuole che giochi così?
E poi Seedorf. Essendo stato una delle tre persone in Italia a difenderlo (e tra queste anche Astoria) sempre e comunque, credo di potermi permettere di dire quello che penso fino in fondo. Perdonatemi, ma se il nostro presidente ha la geniale idea di andare in giro a raccontare che secondo lui Clarence dovrebbe far parte del tridente offensivo titolare insieme a Dinho e a Pato, svilendo così di fatto il ruolo di Leonardo e privandolo di ogni autorità, ma secondo voi, ad uno con l'ego spropositato come Clarence quanto gliene può fregare di saltare sugli attenti ed iniziare a riscaldarsi per entrare in campo dalla panchina?
Volete un caso diametralmente opposto? Senza allontarci da casa nostra, pensate allo stesso Berlusconi di venti e passa anni fa alle prese con i mugugni dei senatori di allora (gente del calibro di Baresi e Tassotti) nei confronti di Sacchi e dei suoi metodi, che si amplificarono ulteriormente dopo la sconfitta in casa alla seconda di campionato con la Fiorentina. Quale fu la mossa del nostro presidente? Mise a tacere tutti e disse loro che Sacchi non si sarebbe mosso fino alla fine della stagione e chi non fosse stato d'accordo sarebbe stato libero di andarsene. Esattamente il contrario, cioè, del Berlusconi di oggi, che fa, disfa, dice, si contraddice, svuota inopinatamente il ruolo del malcapitato Leonardo davanti agli occhi dei suoi stessi giocatori.

Scusate per il "cazzo"? Guarda, se non mi rimanesse ancora un minimo di decenza, avrei riempito il post di ieri del dopo derby di sole maleparole nei confronti della dirigenza, altro che analisi e analisi.
Figurati.

ilPrigioni3ro ha detto...

Crow, su Ancelotti hai ragione al 1000x100.

Come sempre, solo la Storia e il tempo da i meriti a coloro i quali questi spettano veramente.

Giustamente, forza Carletto, forza Chelsea!

The Crow ha detto...

Carissimo, ti ringrazio.
E per quanto magra possa essere, vedere uno dei nostri, veri milanisti come Carletto infilare già quattro vittorie di fila e prendersi la testa della classifica con il suo Chelsea, beh, è comunque una bella soddisfazione.
Spero onestamente che vinca la Premier e, anzi, glielo auguro con tutto il cuore, così almeno qualcuno lassù si renda conto dei danni che ha fatto e sta facendo.

AstoriaRecords ha detto...

Per prima cosa, mi prendo le royalties per il discorso-Chelsea, essendo stato il primo a dichiarare il mio amore per i Blues.
Cazzate a parte, capitolo Ancelotti. Lo stimavo, lo stimo e lo stimerò sempre come allenatore. Ha preso un Milan sgangherato (Roque Junior, Sala, Comandini erano gli acquisti estivi - altro che Ronaldinho!) e l'ha trasformato nella più grande squadra del mondo per più di un lustro. L'avrei tenuto anche io, ma se la politica del Presidente è quella di investire sui gggiovani e di mettere un esordiente sulla panchina, posso solo capire il buon Carletto che ha fatto le valigie e ha deciso di andare a vincere oltremanica.
Sulla squadra qualche riflessione più approfondita. Ogni squadra, come ho sempre sostenuto, ha dei cicli. Vincenti e perdenti. Come l'economia. Possono durare mesi, anni, lustri. Prima o poi, però, finiscono. E' il caso, secondo me, del nostro blocco storico. Gattuso, Seedorf, Pirlo, Ambrosini. Uno ogni anno andrebbero venduti. Hanno finito la loro storia calcistica nel Milan. Non sono più rossoneri come lo erano sette-otto anni fa. Brutto da dire, ma sembra proprio così. Pirlo e Seedorf non giocano decentemente da due anni. Gattuso e Ambrosini alternano prestazioni buone a prestazioni mediocri. Il futuro si chiama Flamini. Magari non vinceremo nulla, ma almeno sarà una scossa. L'unico della vecchia guardia che merita di restare, a parte Nesta, è il signor Filippo Inzaghi, inspiegabilmente in panchina in entrambe le partite di campionato. Ecco, chi ha la sua fame e la sua voglia di Milan resti pure. Gli altri vadano a mostrare il proprio talento altrove.
In questo momento, comunque sia, il Milan è un quid di oscuro, indecifrabile, strano. Difficile esprimere giudizi, speriamo che il futuro sia più roseo.

The Crow ha detto...

Odio farlo, ma debbo contraddirti.
Quando Ancelotti prese in mano il Milan nell'autunno del 2001 a scapito del povero Therim, il cui mandato durò poco più di un battito di ciglia (ma in tempo, comunque, per rifilare quattro pappine all'Inter nel derby), nell'estate precedente era stata fatta una campagna acquisti a dir poco in grande stile, con Andrea Pirlo preso a titolo definitivo dall'Inter (dopo che aveva giocato l'anno precedente in prestito al Brescia), Rui Costa pagato alla Fiorentina una botta da 80 miliardi di lire dell'epoca e, infine, una nostra vecchia e tuttora amata conoscenza: Inzaghi Filippo da Piacenza, acquistato dalla Juventus per quasi altrettanto. Altro che Sala, Comandini e Roque Junior, quindi.
Per il resto, non posso che essere d'accordo con te circa il ricambio ormai resosi necessario di alcuni dei nostri "senatori".

AstoriaRecords ha detto...

Hai preso le mie parole in modo troppo esagerato. Non intendevo dire che gli acquisti della stagione fossero stati solo quelli, enfatizzavo solo sul fatto che nella rosa militava gente come Laursen, Coco, Roque Junior, Ba, ecc. Poi c'erano anche Sheva, Rui Costa e Pippo. Però il blocco Ancelottiano si è formato dopo il suo arrivo, non prima.