domenica 30 agosto 2009

Zero quattro

Quando si perde quattro a zero, scatta un automatismo che porta ad elaborare cento e più teorie volte a giustificare, spiegare, analizzare i motivi stanti dietro una sconfitta di tale portata.
Cerchiamo di capire, senza paraocchi ma anche senza fare inutili tragedie greche.
Il Milan è partito meglio dell'Inter, molto meglio. Ha chiuso i nerazzurri nella propria metà campo per una ventina di minuti durante i quali la squadra di Mourinho ha provato con un paio di tiri da lontano, di cui uno - quello di Sneijder - ha messo in difficoltà Storari. Il Milan faceva la partita, l'Inter aspettava. Poi d'improvviso Gattuso si fa male. Il Milan, con una velocità di involuzione mai vista fino a ieri, smette di giocare. L'Inter ne approfitta e segna prima un bellissimo goal con una triangolazione Eto'o-Milito-Motta. Poi su rigore, dopo un contropiede in cui Eto'o, lanciato a rete, viene fermato davanti alla porta da Gattuso, che inspiegabilmente non viene espulso. Leonardo si rende conto delle condizioni di Rino e prepara Seedorf, che però ha bisogno di una fasciatura alla gamba. Non passano neanche due minuti che Gattuso travolge inopinatamente Sneijder, apparentemente senza motivo dato che si era a metà campo, beccandosi il cartellino rosso e incazzandosi con la panchina, rea secondo lui di averci messo troppo ad effettuare il cambio. Il Milan, fino a quel momento strapazzato come un uovo, si trova pure a dover affrontare il match in dieci contro undici. Inevitabile il terzo goal di Maicon, che si beve la difesa rossonera e segna il tre a zero.
La ripresa è un possesso palla continuato per l'Inter, che potrebbe farne altri cinque ma che si limita a mantenere il controllo della palla per non infierire. Per quanto mi riguarda, giù il cappello al signor Mourinho che secondo me ha detto ai suoi di non fare sciacallaggio di un corpo già esanime. Ad ogni modo, la ripresa risulta noiosissima tranne che per delle occasioni - tutte di marca nerazzurra - che non vengono però sfruttate a pieno. Diventa a tratti imbarazzante la facilità con cui qualunque giocatore interista riesce a penetrare la difesa del Milan aprendola come fosse burro. Totalmente indisturbato, infatti, Stankovic si appropinqua al limite dell'area verso la metà della ripresa, scaglia un tiro che si infila sotto la traversa e i giocatori del Milan tutti a guardare. Poi la partita scema fino al fischio finale.
Bene, questa la partita. I perché non li so, né sono in grado di saperli. Quello che so è che, come detto prima, questa è la seconda giornata e nulla è perduto. Mi rendo anche conto del fatto che anche il Milan di Siena avrebbe faticato contro questa Inter organizzatissima, ben disposta in campo, e finalmente portatrice di un barlume di gioco. Pochi falli, tanta corsa, buone idee. Il Milan, al contrario, è crollato inspiegabilmente nel momento in cui ha perso un suo giocatore. Ci sarà tanto lavoro da fare per Leonardo.
Non sono pessimista, né ottimista. In questo momento posso solo fotografare la situazione. E di cose buone ce ne sono. Nesta e Thiago Silva, ottima coppia di centrali difensivi. Storari, validissimo secondo portiere. Flamini, lottatore instancabile. Pato, Pallone d'Oro in erba. Huntelaar, desideroso di farsi notare anche in una serata buia come questa. Il resto? Tanti, tantissimi dubbi. A partire dai terzini, bevuti ad ogni occasione. E se Maicon, vabbè, è un fenomeno, farsi però fregare da Chivu non è un bel segnale. Poi. Il centrocampo rossonero. Il modulo adottato nel lontano 2002 all'arrivo di Ancelotti (il rombo) è ormai diventato popolare a livello planetario, pertanto gli avversari conoscono ogni mossa del Milan là in mezzo. Siamo lenti, prevedibili, impacciati. Pirlo non gioca ai suoi livelli da tre-quattro anni. Dati i muscoli interisti, forse un Ambrosini in più avrebbe fatto comodo? Chissà. Ronaldinho, da solo, non può nulla. La sua prova, dunque, è ingiudicabile. Fino allo zero a uno però era stato volenteroso. Borriello è un enigma. Speravo mi smentisse, ma ieri è stato completamente fuori dal gioco per tutto il primo tempo. Non mi è mai sembrato un tipo da Milan, e difficilmente lo diventerà.
Insomma, nel deserto un paio di foglioline crescono. E pensare che i giocatori che rappresenteranno il futuro del Milan - Thiago Silva, Flamini, Pato, Huntelaar - siano stati i migliori in campo non può che confortare.
Del resto, una legnata come quella di ieri sera sarà difficile da dimenticare. Con o senza l'arrivo di un terzino. Due sono le possibilità - o il Milan si getta dietro le spalle questa partita e comincia un nuovo campionato a partire da Livorno, o serviranno tre o quattro nuovi giocatori per ricominciare un nuovo ciclo. Le due settimane di riflessione serviranno.

1 commento:

The Crow ha detto...

Pur essendo stato molto più duro nel mio post, se leggi bene, diciamo le stesse cose.