martedì 16 febbraio 2010

Sulle bestemmie in campo

Ampia digressione prima della partita, perché sono due settimane che leggo papiri su papiri contenenti tante sciocchezze. Allora, partiamo dalla pietra dello scandalo. Le bestemmie in campo. Dopo che le televisioni hanno beccato Buffon che bestemmiava, si è aperto un vasetto di Pandora, proprio un vasetto, tipo quello dello yogurt, perché il vaso vero nessuno ha le palle di aprirlo. Insomma, dopo la bestemmia incriminata è arrivata la proposta molto bipartisan di censurare chi bestemmia con una bella squalifica.
Mettendo da parte le posizioni politiche, la religiosità e le opinioni personali, occorre dire qualche parola in merito alla questione.
Primo. Vietare le bestemmie è da Medioevo. E' come vietare le parolacce, il sesso, il sesso orale, la masturbazione (e allora hai voglia a costruire galere), l'uso del preservativo, l'uso della pillola, il divorzio, i capelli lunghi, la musica rock e tutto quello che ha portato la società puritana degli anni cinquanta a fare un bel salto culturale. Poi tutte queste cose sono state manipolate, e oggi viviamo in una società di deficienti che vivono di Facebook, gruppi musicali che durano un disco, droghe per cavalli e tagli di capelli da imbecilli. Ma questa è un'altra storia.
Secondo. La bestemmia è un atto soggettivo. E' personale. Se a qualcuno desse fastidio l'uso della parola, che so "freccia", nessuno si sognerebbe di censurarne l'uso e tutti riderebbero di colui il quale considera blasfemo l'uso di tale vocabolo. Eppure, seguendo l'esempio di Buffon, se noi quattro gatti oggi fondassimo una religione il cui dio si chiama "Freccia" che tra duemila anni raccogliesse un miliardo di credenti potremmo magari chiamare la federazione di tiro con l'arco per vietare l'uso della parola "freccia".
Terzo. L'Italia è un paese laico. E non lo dico da mangiapreti, da bestemmiatore, da anarchico, da senzafede eccetera. E' solo una constatazione, una banale realtà che tutti conoscono. Se vogliono togliere i crocifissi dalle aule, mi sembra poi ridicolo punire chi bestemmia in campo. Neanche venisse sentito dal Papa in persona. In Italia ormai c'è un'esaltazione del sesso, dell'uso di droghe, dell'uso dell'alcool, vogliono pure alzare il limite di velocità in autostrada a centocinquanta... ma una bestemmia è illegale.
Quarto. Perché un calciatore che tira cocaina, va a puttane o trans, si fa beccare trenta volte dall'antidoping, falsifica il proprio passaporto, va a duecento all'ora in autostrada rischiando di fare male agli altri, ecc. ecc. è un fottuto figliol prodigo che ha solo bisogno di amore, coccole e un po' di affetto mentre un povero calciatore con un cognome qualunque tipo Benetti, Merini o Fasani che magari è sposato, ha un figlio, non fa nulla di male ma tira una bestemmia è un cattivo esempio?
Cinque. Sui cattivi esempi. Questa storia dei calciatori-educatori fa ridere i polli. Nessuno in Italia prende esempio dai calciatori, né li invidia, se non per il fatto che scopano donne mediamente più affascinanti di quelle che puoi incontrare dietro casa tua, che girano con macchine grosse e rumorose e che guadagnano tanto più di te. Stop. Per il resto, i calciatori sono visti come dei minus quam dalla maggioranza delle persone. Poi, la storia dei cattivi esempi fa acqua da tutte, ma proprio tutte le parti. Nella mia vita ho frequentato alcolizzati, tossici, teppisti e altra gente che non inviteresti alla prima del Lago dei Cigni. A dire il vero, non li inviteresti neanche in una rissa tra gang. Ad ogni modo. Sono stato in posti moralmente deprecabili, ho frequentato donnacce, ascoltato musica suonata da gente piena di piercing e tatuaggi, capelli colorati e pantaloni larghi. Morale della favola? Non bevo, non mi drogo, cedo il posto alle vecchine sull'autobus e faccio la raccolta differenziata. Non ho piercing, non ho tatuaggi, non ho la cresta da Mohicano. Ascolto Mozart, Beethoven, Rachmaninoff, Chopin. Al contrario, parecchi dei miei compagni di scuola che frequentavano assiduamente la chiesa e l'oratorio ora si fanno di ecstacy, ketamina, LSD, acidi, trip, funghi allucinogeni, cocaina, bevono anche il Martedì sera (la serata più sfigata della settimana, probabilmente) e rimbalzano da uno psicologo all'altro. Non che vi sia una connessione diretta, ma chi di noi sta meglio?

1 commento:

The Crow ha detto...

Uh, mio caro, quale voragine di discussione apri!
Che dire e, soprattutto, da dove cominciare? Innanzi tutto, dal fatto che, per quanto scontato, sono d'accordo con te su TUTTA LA LINEA. Giusto per azzardare un sunto dell'intera questione, credo che viviamo l'epoca delle contraddizioni per eccellenza. Per rimanere in ambito calcistico, abbiamo raggiunto un livello di tecnologia impressionante, eppure non siamo in grado di fornire di cronometro il quarto uomo a bordo campo per stabilire il tempo effettivo di una partita ed evitare puerili scene di calciatori che per uscire dal campo o per rimettere la palla in gioco impiegano venti minuti. Eppure, qualche tempo fa si parlava di inserire nei palloni dei microchip e di dotare le porte di sensori per risolvere i cosiddetti casi dei "goal fantasma", ma giusto tre giorni fa abbiamo visto a Parma un pallone ribattuto (in più di mano) mezzo metro oltre la linea di porta e l'arbitro non accorgersi di niente. Si ammonisce come da regolamento un giocatore che per esultare dopo un goal si toglie la maglia, ma magari non si niente contro un altro che entra per spaccare la gamba all'avversario. Fuori dal campo, sulle strade ci sono i limiti di velocità a 130 km orari, ma anche la più piccola utilitaria prodotta oggi fa i 180. E' vietato l'uso di droghe leggere, ma in Parlamento come ad ogni angolo della strada si tira di cocaina.
Che senso ha tutto questo?
E, in più, contraddizione delle contraddizioni, è emerso negli ultimi anni un "buonismo", un animo ipocrita da provincia dell'Impero che è il cancro peggiore dei nostri tempi. Non si manda a Sanremo Morgan perché ammette di fare uso di droghe, come se noi che siamo cresciuti ad ondate di Jimi Hendrix, Janis Joplin e Rolling Stones ci fossimo liquefatti il cervello sull'esempio dei cattivi maestri. Si demonizzano i videogiochi cosiddetti violenti perché diseducativi e di cattivo esempio, come se io che ho giocato per anni a Resident Evil, poi fossi andato in giro ad abbattere passanti a colpi di doppietta. La caccia è uno sport crudele e disdicevole, mentre le batterie di polli lasciati in condizioni terrificanti negli allevamenti no. E, adesso, andiamo pure ad indagare su chi bestemmia in campo, come se non bastasse già il clima da "grande fratello" di orwelliana memoria nel quale già viviamo.
Hai ragione, mio caro: tutto questo nel migliore dei casi è semplicemente ridicolo. Ma, del resto, in un mondo come il nostro dove si è lasciato passare come se nulla fosse, anzi, addirittura compiacendosene, uno scempio vergognoso come "calciopoli", di cosa più vogliamo sorprenderci?