domenica 18 gennaio 2009

Qualche precisazione sul caso-Kakà

Non possiamo parlare di ciò che non sappiamo (Kakà ha pianto veramente? Il Milan vuole venderlo? E' il giocatore ad essere ammaliato dalle sterline?), ma possiamo legittimamente analizzare ciò che abbiamo visto. E io, a San Siro, ieri sera ho visto tante cose che non mi sono piaciute. Più specificamente, gli striscioni contro la società. Volgari, offensivi, violenti. Quasi a voler dimenticare cosa ha fatto questa società per i propri tifosi.
Una cosa di cui nessuno parla. La società ha il diritto di fare ciò che vuole. Del resto, i soldi mica li mettono i tifosi. I quali, se non sono d'accordo con le politiche societarie, possono benissimo prendere e smettere di andare allo stadio. Buttare i decoder. Cancellare i propri abbonamenti a Sky o a Mediaset Premium. Ma il solito clima italiano "attenti che facciamo un casino" che si è respirato ieri sera non fa bene al calcio. Non fa bene al paese.

8 commenti:

The Crow ha detto...

Sono d'accordo con quasi tutto quello che hai scritto, caro Astoria. Quasi, però, perché c'è un "ma" grande come una casa che cercherò di spiegare.

Andiamo per punti.

1) Innanzi tutto, sono d'accordo sul fatto che la società abbia il diritto di fare ciò che vuole, ci mancherebbe. Come hai sottolineato anche tu, è la società che mette i soldi, su questo non si discute.
2) Sono altresì d'accordo sul fatto che i tifosi spesso dimentichino quanto di buono abbia fatto questa società in tutti questi anni (quante volte li abbiamo aspramente criticati da queste parti e non solo?). Anzi, non ho paure di smentite nell'affermare che questa società nel corso di venti e passa anni di gestione sarà ricordata come la più vincente della storia del calcio mondiale. E anche su questo non si discute.
3) Così come non si discute, almeno per come la vedo io, sui modi della contestazione dei tifosi ieri allo stadio e, prima, davanti alla sede della società in via Turati. Personalmente, il reagire in maniera scomposta o, peggio ancora, con atteggiamenti intimidatori da logica del branco non è mai appartenuto alla mia visione della vita. Se proprio non mi sta bene una cosa, credo vi siano sempre altre maniere per manifestare il proprio dissenso, come quelle da te ricordate (smettere di andare allo stadio, cancellare l'abbonamento e via dicendo). Di conseguenza, anche su questo punto sono completamente d'accordo con te.

Veniamo ora, però, alla questione più delicata, il vero nodo cruciale dell'intera vicenda, dove appunto esprimevo il mio "ma" grosso come una casa poco sopra: quello che sappiamo. Perché se da una parte è vero quello che dici tu che al momento non tutti gli aspetti della vicenda sono chiari, è altrettanto vero che dopo le dichiarazioni di Adriano Galliani di ieri sera lo scenario almeno ai miei occhi sia cambiato completamente. Non abbiamo ancora chiara l'intera evidenza della situazione, ma almeno i contorni che la delineano ora si vedono. Eccome se si vedono.

Che cosa è successo quindi? E' successo che in tutta questa storia, almeno uno dei tre componenti che vi partecipano abbia mentito clamorosamente: o Berlusconi o Galliani o Kakà. Da qui non si scappa.
Come ho raccontato ieri sera nel dopo partita con la bella storia di "Re Riccardo Artù e i cavalieri della tavola rossonera" su questo blog (a proposito, grazie per l'applauso), le dichiarazioni di Galliani hanno chiaramente messo in luce questo sinistro aspetto della menzogna. Ad opera di chi per il momento ancora non lo sappiamo e, probabilmente, mai lo sapremo, però pur non conoscendo il peccatore, il peccato c'è ed è sotto i nostri occhi.
Nella giornata di ieri, infatti, Silvio Berlusconi era stato decisamente chiaro e dubbi ormai quasi sembravano non essercene più.

"Certo che mi dispiacerebbe se partisse, ma, al momento non sono al corrente degli esiti della trattativa. Ho già detto come la penso ad Adriano Galliani, ma il mio ragionamento è chiaro. Ad un ragazzo che ha una carriera che non è per tutta la vita e ha la prospettiva di un introito molto superiore a ora, è difficile dire di no. Non possiamo aumentare uno stipendio già al massimo livello. Dovremmo aumentarlo a tutti e francamente non è possibile, ma spero che rimanga".

Chiarissimo, no? Ma leggete attentamente le parole del nostro presidente: non ha mai parlato di offerta da società a società, ma di offerta da società a giocatore, al quale sarebbe "difficile dire di no di fronte ad un'offerta del genere". Tutto sembrava essere in mano a Kakà, quindi.
Cosa di preciso Berlusconi avesse detto a Galliani circa il suo pensiero, il presidente non l'ha specificato, ma da quanto sopra riportato non sembrava appunto che la società avesse preso in considerazione l'offerta del City ma che, dopo l'ingaggio ritoccato per l'ennesima volta l'estate scorsa a Ricky (diventato "già ai massimi livelli", con le parole del presidente) avesse rimesso nelle sue mani il peso della decisione.
E invece no. Sentite Galliani in quello che ha dichiarato ieri sera e che, bene o male, ho cercato di trascrivere.

"Sono un tifoso come tutti gli altri che tifano per questa squadra, che però devo fare anche valere la ragione, perché devo fare andare avanti questa squadra, devo cercare di far quadrare i bilanci, devo cercare di coniugare, appunto, sentimenti e ragione.
Quello che posso dire per tranquillizzare i tifosi del Milan è che ad oggi né il Milan né il giocatore hanno firmato alcunché, quindi Kakà è un giocatore del Milan.
Ragioneremo e valutermo.
Non si poteva non almeno pensare davanti a questa offerta in un momento di crisi dell’economia mondiale, in un momento di grandi problemi.
Io continuo a credere che i club debbano vivere soprattutto delle loro risorse e non della magnificenza dei magnati presidenti che mettono cifre incredibili nei loro club, perché il rischio è che se un giorno si dovessero stancare diventa un disastro.
Un club con un bilancio sano ha secondo me invece più certezze di andare avanti nel tempo.
Io cercherò di ragionare, di pensare, di trovare una soluzione.
Io capisco la loro rabbia, ma non pensino i tifosi che chi gestisce il Milan non abbia sentimenti: chi gestisce il Milan ha sentimenti come loro. Però, avendo obblighi di gestione, deve pensare".

Delirio.

Allora è cambiato tutto? Allora la scelta non era SOLO nelle mani di Ricky? Già, proprio così.

Dunque, caro Astoria, è vero che la società ha il diritto di fare dei suoi soldi quello che più gli piace, certo, ma non di prendere in giro i suoi tifosi in maniera così maldestra. Questi saranno dei beceri imbesuiti, ragioneranno con il loro unico neurone sull'onda delle barzellette del giornale rosa, ma un briciolo di intelligenza ce l'hanno comunque e se tu menti loro, beh, questi si incazzano. Non è poi giustificabile comunque questo comportamento, però io almeno un pochino lo comprendo.
Berlusconi dice - giustamente - che non può aumentare ancora lo stipendio al giocatore per competere con l'offerta del City e Galliani che fa? Dice invece che è la società a non poter "non pensare ad una offerta del genere", per via della crisi mondiale e tutto il resto. WHAT? Con tutto il rispetto di questo mondo, ma vi siete bevuti il cervello?
La società deve far quadrare il bilancio? Benissimo. Certo, ognuno ha o avrebbe la ricetta migliore per farlo, e come dicevamo la più giusta di tutte rimane sempre quella adottata dalla società dal momento che è questa a metterci i dindi. Però, se la strategia economica di una società come il Milan, con la sua storia, con i suoi valori con i quali ci siamo sempre riempiti la bocca è quella di arrivare al punto di vacillare di fronte ad una offerta per Kakà (qualsiasi, mio caro, anche di 500 milioni perché come hai detto tu non ha prezzo), beh, allora mi si consenta di dire che questa strategia è stata semplicemente disastrosa.
Come giustamente dicevano Prigioniero e Mavalà in questi giorni, se si arrivasse alla cessione di Kakà sarebbe chiaro che qualcosa si sarebbe rotto per sempre nel nostro Milan e sarebbe un segnale epocale che in un sol colpo manderebbe in frantumi i nostri ultimi vent'anni di "virtuosa" gestione societaria, aprendo un varco verso scenari futuri che in questo momento non voglio nemmeno immaginare.
Ripeto, sono l'ultimo al mondo che possa permettersi di fare una critica in tal senso, ma volevi far quadrare i conti della società? Volevi che questa si "autofinanziasse"? Benissimo, hai tutte le ragioni della Terra, ma come ho detto sempre nel post di Artù, allora perché sei andato a prendere Ronaldinho? Perché ti sei fatto bello/a (se intendiamo la società) con il ritorno da libro Cuore del figliol prodigo Shevchenko? Allora, cazzarola, avevano ragione tutti quei tifosi che insistevano per il ringiovanimento della squadra. Prendevi tre/quattro/cinque ragazzi della Primavera e tagliavi i rami secchi, et voilà, il gioco era fatto. Dichiaravi pubblicamente che non c'era più trippa per i gatti e che, nella dignità della nostra storia, non si sarebbero potuti più comprare grossi giocatori ma che ci si sarebbe dovuti arrangiare con quelli che c'erano. Così, invece di andare a prendere Zambrotta e relativo ingaggio, si giocava a destra come terzino con Pasini. Invece di andare a prendere Senderos e relativo ingaggio, si investiva su Darmian. Niente Flamini, Dinho, Borriello, ma Abate, Di Gennaro, Paloschi. Però, mi rendo conto di sembrare il più becero contestatore della curva, giù le mani da un ragazzo come Kakà. Giù le mani da tutti gli altri che hanno fatto la storia di questa squadra, di questo club, di questa società.

Ma anche qui c'è un "ma" altrettanto enorme che chiude la trilogia di menzogne o presunte tali: il silenzio di Kakà. Perché se è vero che Berlusconi e Galliani non ne siano usciti proprio bene dalla vicenda, c'è sempre la possibilità da considerare che magari, lo dico per assurdo, abbiano dovuto concordare una poi rivelatasi maldestra strategia di dichiarazioni "ufficiali", per fare buon viso a cattivo gioco di fronte ad una richiesta dello stesso giocatore o di chi per esso (leggi ingegner Bosco).

A questo punto, sinceramente, trovo quest'ultima ipotesi la meno credibile, ma ormai non mi sorprenderebbe più nulla.

In ogni caso, se così non fosse, ripeto, sbaglierò io ed ognuno ha la sua verità in tasca. Però, per quanto mi riguarda, al partecipare al circo del calcio di oggi allineandomi verso il basso con le altre folli società che girano di questi tempi, le quali, pur di vincere, venderebbero tranquillamente anche le loro madri, beh, mi dispiace, ma io continuo a preferire i nostri valori.
O, perlomeno, quelli che a questo punto sembrerebbero un tempo a noi appartenuti.

AstoriaRecords ha detto...

Sarò pazzo, ma ritengo l'opzione finale - dichiarazioni maldestre ma non in malafede causate dalla difficoltà di accordarsi circa una dichiarazione unica - quella più veritiera.
Come la vedo io. Berlusconi ormai è lontanissimo dal Milan, pertanto ha detto le cose più scontate che potesse dire. Non poteva fare altro. Un colpo al cerchio e uno alla botte.
Galliani, che secondo me in questo momento è tra l'incudine e il martello (ha avuto pochissimo tempo per ragionare con il Presidente e con Kakà) ha anche lui dato un colpo al cerchio e uno alla botte. Poteva dire che Kakà è incedibile, ma magari Kakà è desideroso di fuggire. Poteva dire che Kakà se ne andrà, ma magari Kakà non vuole andarsene. E' rimasto a metà strada, secondo me per il semplice motivo che vuole attendere un incontro non ancora avvenuto tra le parti (ingegner Bosco compreso) prima di poter dire la sua.
Kakà, poveraccio, è messo ancora peggio. Nessuno sa (dichiarazioni di cinque giorni fa a parte) cosa voglia. Ha un padre che lo venderebbe all'oratorio dietro casa se questo gli offrisse un milione di euro a settimana. La società in cui gioca non si è espressa. La società che lo desidera tre giorni fa parlava di "affare quasi in porto", ora parla di "affare distante anni luce". Insomma, nessuno vorrebbe trovarsi al suo posto.
Riassumendo. Berlusconi non conosce a fondo i dettagli della faccenda, avvenuta troppo velocemente. In tre giorni siamo passati dal "al Milan per sempre" al "con quei centoventi milioni compriamo Adebayor, Essien, Alex, Clichy e ci resta pure la mancia per il cameriere". Galliani non ha il potere di Berlusconi e non ha ancora incontrato gli emissari del City e il padre di Kakà. Siccome non può sottrarsi alle interviste (cosa direbbero i giornali?), rilascia dichiarazioni ambigue. Non per colpa sua, ma perché non può affermare qualcosa e poi essere sbugiardato dal Presidente o da Kakà. Kakà, infine, non sa cosa fare. Ama il Milan e credo seriamente che voglia diventarne capitano, ma accanto a lui si trova questo padre malato di denaro che vuole venderlo ad ogni costo.
Conclusione. Io avrei imposto un silenzio stampa fino alla fine della trattativa. Purtroppo parlare quando si dovrebbe tacere moltiplica esponenzialmente i problemi e ne fa sorgere altri. Del resto, un silenzio stampa (come detto sopra), avrebbe forse portato ancora più caos in questa brutta vicenda. Pertanto, fino alla conclusione di questa estenuante trattativa, credo che l'attesa sia obbligatoria.

Coccy ha detto...

Se avessi le capacità di analisi di Crow, avrei scritto nella sostanza quello che ha scritto lui. Quello che mi impedisce di essere così è una forte componente emotiva che mi porta a farmi prendere dal "panico".
aggiungerei anche le mie lacune relativamente ai contenuti... per essere sincera.
Quindi, non mi rimane altro che applaudire (per rubare un'espressione ad Astoria) e SOTTOSCRIVERE.

Coccy ha detto...

Hai ragione Astoria. Non ci resta che attendere.

ilPrigioni3ro ha detto...

Ho letto ieri un articolo di Alberto Costa sul Corriere: ebbene da come stando andando le cose mi sento di dire che ha colto nel segno.
http://archiviostorico.corriere.it/2009/gennaio/17/Addio_grandeur_Con_quei_100_co_9_090117117.shtml
Probabilmente è la fine della grandeur Berlusconiana: È nel suo diritto innestare la retromarcia dopo avere fatto di quello rossonero il club più vincente al mondo ma anche i tifosi hanno il diritto di sentirselo dire. Pubblicamente.
Aggiungo io: capiremmo e accetteremmo il tutto con molte lacrime ma senza rancore.

mavalà ha detto...

E' però vero anche che non sarebbe del tutto corretto impedire a un ragazzo di guadagnare, nel complesso della sua carriera, qualcosa come 50 milioni di euro in più (almeno) di quelli che guadagnerebbe se restasse nel suo attuale club.

Nessun dirigente oggi (dopo l'avvento di questi rozzi sceicchi pieni di soldi e boria) può dire che il tal giocatore è incedibile.
Non perchè realmente servono al milan i 100, 150, 200 o anche i 500 milioni di euro ipotizzati da TheCrow, ma perchè il vero mercato si fa sugli ingaggi (lo stesso milan ha strappato Flamini ad Arsenal e Juve grazie a questa politica).

Se poi il giocatore in questione decide di rinunciare, lo fa, e lo deve fare, esclusivamente di testa sua, valutando tutto ciò che c'è sulla bilancia (il City è una squadra senza storia, Manchester è una città bruttissima, la storia si ricorderà più del suo faraonico passaggio da una squadra all'altra che dei suoi goal, la carriera e il dopo carriera saranno inevitabilmente diversi, ecc...).

Riguardo a Galliani: fa il suo mestiere, cioè il parafulmine.
Le decisioni, certe decisioni, non spettano certamente a lui.
E come la verità non sta mai da una parte sola, anche nelle dichiarazioni dei protagonisti, probabilmente, ci sono mezze verità e mezze menzogne.
Voi trattereste mostrando tutte le cartre in gioco (ammesso che siano uscite tutte) al pubblico?

The Crow ha detto...

Brutto segno: per la seconda volta in pochi giorni, non sono d'accordo con Prigioniero. :-)
Scherzi a parte, a me quello che scrive Costa convince poco. Anzi, per nulla, perché giunge in maniera anche un po' facilona e saccente - della serie "adesso vi spiego tutto io ché so tutto" - a conclusioni tutte sue sull'onda di quelle mezze verità sulle quali di contro a noi del Milan Football Hall ci sta fumando il cervello in questi giorni per districarne la matassa. Ieri sera, Luca Serafini in collegamento da San Siro ha spiegato bene la situazione: qui tutti sanno tutto, ma poi alla fine nessuno sa niente.
Piuttosto, nel tourbillon di sensazioni che stiamo vivendo al passo di un cambiamento radicale delle nostre opinioni sull'intera situazione al secondo, ritengo molto equilibrato e verosimile quello che scrive Astoria qui nel suo ultimo commento: per il precipitare degli avvenimenti, è chiaro che la situazione sia un po' sfuggita di mano e mal gestita e da qui anche le dichiarazioni contrastanti tra Berlusconi e Galliani e qualche "vaneggiamento" di troppo da parte di quest'ultimo (vedi "crisi economica mondiale" al quale subito uno come Costa ha abboccato, bravo).
Che la società e Ricky, quindi, e noi con loro ci ritrovassimo tutti sull'orlo del precipizio di fronte alla cupidigia dell'ingegner Bosco?
Vero, non ci resta che attendere.

P.S. Grazie, Coccy.

The Crow ha detto...

Tutto vero e giusto, Mavalà.
Ma leggi quanto appena riportato da Astoria sul dietro front del Manchester City e siamo punto e a capo...
Qualcuno ha un cachet per il mal di testa? Grazie.