domenica 18 gennaio 2009

Re Riccardo Artù e i cavalieri della tavola rossonera

Mai ingaggiare battaglia per motivi sbagliati quali amore e desiderio di beni materiali.
Già, era questo uno dei sacri comandamenti del codice comportamentale dei cavalieri della tavola rotonda. Re Riccardo Artù lo sapeva bene, tant'è che proprio per amore - quello eterno marchiato a fuoco che ti colpisce soltanto una volta nella vita - aveva più volte pubblicamente dichiarato che mai avrebbe tradito i suoi valorosi cavalieri. Al loro fianco, infatti, aveva combattuto ogni sorta di tenzone, guidandoli alla vittoria nei più importanti tornei ai quattro angoli del mondo. E tutti ma proprio tutti si erano inchinati di fronte alla loro magnificenza, alla loro sublime arte di coniugare in battaglia la bellezza della loro divina tecnica alla letale efficacia dei loro affondi.
Artù era stato incoronato come il più forte cavaliere senza macchia della Terra e intorno alla tavola rotonda si era creata un'aura magica fatta di senso di appartenenza e di valori d'altri tempi che tutti i regni rivali mossi soltanto da arrogante cupidigia invidiavano.

Così, un brutto giorno dal lontano Oriente arrivò un malvagio sceicco che voleva convincere Riccardo Artù a tradire i suoi cavalieri e ad unirsi al suo insignificante esercito, mettendo sulla tavola rossonera un'oscena quantità di monete d'oro. Il re vacillò e con lui tutti i cavalieri furono scossi dal solo pensiero che potessero perderlo. Come era mai potuto accadere?
Colui che cercava di guidare Artù nelle sue azioni tramite la saggezza del fratello maggiore, il mago Silvio Merlino, tentò allora di spiegare la situazione: "A tutti noi dispiacerebbe che Artù ci lasciasse, ma è anche comprensibile che lui ci pensi: con tutti i miei incantesimi non riuscirei comunque a far comparire tutto quel fiume di monete d'oro per trattenerlo. E se anche potessi - ma soprattutto volessi - dovrei poi far comparire tanti altri fiumi di monete quanti sono gli altri cavalieri e questo non è possibile. Sta a lui decidere". Chiaro come il sole, quindi.
Allora Artù era stato davvero tentato ed era per questo che tutto ad un tratto era invecchiato e si era chiuso nelle sue regali stanze, non volendo più parlare con nessuno?

Nel frattempo, come sempre accadeva, la perfida Stampa Morgana aveva diramato ad arte la sua spazzatura maleodorante, fatta di menzogne, smentite e contro-smentite, contribuendo così a generare ulteriormente il caos al quale da sempre ambiva. Ma questo caos era tutta opera della strega?
Questa volta no, perché la Società Ginevra, moglie di Artù, per voce del suo amministratore, il frate Adriano,  dichiarò che in realtà anche l'intera tavola rossonera aveva preso in considerazione l'offerta dello sceicco, vaneggiando discorsi sulla crisi dell'economia mondiale (del tempo), sui bilanci del regno e sul fatto che questo dovesse autofinanziarsi, senza ricorrere agli incantesimi di Silvio Merlino. Allorché, alcune considerazioni emersero spontanee:

1) ma Silvio Merlino non aveva poco prima dichiarato che la decisione dipendeva solo da Riccardo Artù? Quale ciuffolo c'entrava la crisi mondiale?
2) quando la Società Ginevra al matrimonio con Artù - e ai suoi successivi "rinnovi" - portò in dote un bel fiume di monete d'oro, non grande come quello offerto dallo sceicco, ma sempre un BEL fiume, aveva deciso di versargli una parte di quel fiume ogni anno, giusto? OK, ma allora non aveva considerato la problematica dell'autofinanziamento?
3) il discorso era forse legato agli elevati costi di gestione che l'intera tavola rossonera esigeva ogni anno? E che c'entrava Artù? Ma perché, allora, si era imbarcata giusto pochi mesi prima nel far arrivare alla tavola rossonera il costosissimo cavaliere Dinho Lancelot e, addirittura, il clamoroso ritorno di sir Andryi Tristano?
4) la Società Ginevra non aveva pensato che lasciando andare via Artù avrebbe tradito non soltanto i suoi più strenui sostenitori, ma anche la sua STORIA?
5) non solo, non aveva pensato che anche dal punto di vista economico, il fatto che non ci fosse più Artù in testa alla tavola avrebbe infranto l'incantesimo e tanti suoi finanziatori (leggi sponsor) vecchi ma soprattutto nuovi avrebbero potuto girare lei le spalle?

Chi aveva tradito chi, quindi? Il mistero (ma neanche tanto) si infittiva.
Artù, intanto, obbligato a mostrarsi in pubblico per partecipare ad una (ultima?) tenzone al fianco dei suoi valorosi cavalieri, senza parlare, aveva comunque ricambiato l'affetto mostratogli dai suoi sostenitori assiepati ai bordi del campo di battaglia portandosi la mano sul cuore, in segno di amore nei loro confronti. Ma Artù aveva dimenticato il suo sacro comandamento: mai ingaggiare battaglia per motivi sbagliati quali amore e desiderio di beni materiali. Già, Artù, dove avevi smarrito la tua fede? Chi era il tuo dio? Dov'era il tuo Graal?

Gli altri cavalieri, poi, ad uno ad uno andarono ad abbracciare il loro re, quando all'improvviso, proveniente dall'eremitaggio dorato dove era relegato nel regno delle Americhe, irruppe sul campo di battaglia sir David Percival. Questi, porgendo ad Artù il sacro calice che recava con sé, spiegò alla folla: "Sono sicuro che re Riccardo resterà qui sul suo trono rossonero e non andrà su quello che gli offre lo sceicco. Credo che sia solo una questione di speculazione tra regni e che per lui non sia solo una questione di soldi, ma piuttosto di continuare a combattere a capo del regno più forte del mondo con i cavalieri più forti del mondo".

End of story.

5 commenti:

AstoriaRecords ha detto...

Applauso

Coccy ha detto...

Grazie Crow. Il tuo post è commovente e al tempo stesso tagliente.
In questa faccenda che ai miei occhi risulta così ambigua e che mi scuote impedendomi di prendere una posizione e mantenerla per più di un'ora, mi hai aiutata a capire meglio.
Ho visto la partita ieri sera e, per la prima volta, la mia attenzione non era rivolta alla prestazione della squadra, così come non mi interessava il risultato. Ho speso il mio tempo a scrutare, per quello che poteva essere possibile, le reazioni dei giocatori e in particolare quelle di Kakà, a pensare a tutto ciò che è stato detto cercando di trovare un filo logico, come a ricomporre i pezzi di un puzzle di un film di Lynch. Mullholland Drive, vi assicuro mi prese meno tempo in quanto a decodificazione dei segni e questo la dice lunga.
Dopo aver letto il post di Crow, ho sentito comunque le dichiarazioni di Galliani che mi hanno lasciata sconcertata ed allibita. E' tutto così grottesco e inconcepibile.
In poche parole: ieri pomeriggio mi sono scagliata contro Riccardo, eri sera durante la partita ho cominciato a vacillare, stamane ho cambiato nuovamente opinione. Ma dov'è lo spettacolo, il bel gioco, dove sono gli uomini veri? Tutto si sposta sugli interessi economici, sui bilanci da far quadrare e sulla crisi economica mondiale? No, grazie non ci sto e se dovesse finire come temo, con me il Milan ha chiuso. Nessun altro beniamino da idolatrare.
FINE DELLA STORIA.

AstoriaRecords ha detto...

Non voglio difendere il giocatore, né la società. Però voglio ricordare a tutti che le informazioni di cui disponiamo sono quelle che possiamo leggere sui giornali, vedere in televisione, ascoltare alla radio. E i media, si sa, sono disposti a scrivere di tutto, ad inventare di sana pianta, a spostare il fuoco dell'attenzione della gente ogni cinque minuti, solo per vendere una copia in più.
Evitiamo pertanto di farci rincoglionire da quello che "viene detto", e attendiamo l'esito - qualunque esso sia - della trattativa. Allora, quando società e giocatore rilasceranno delle dichiarazioni, saremo in grado di valutare con il giusto peso tutta la vicenda. Al momento, almeno per ciò che mi riguarda, non mi sento in grado di decifrare le posizioni delle parti e schierarmi. Non può certo essere il giornale rosa ad imporre la mia opinione.

Coccy ha detto...

Scusa Astoria, ma le dichiarazioni di Galliani non le ho lette sulla Gazzetta, le ho sentite con le mie orecchie provenire dalla sua bocca.
Io non voglio difendere nessuno, come non voglio condannare nessuno. Vorrei la verità e non mi sembra che se ne intravveda neanche l'ombra, per il momento.

AstoriaRecords ha detto...

Coccy, scusami ma mi sono spiegato male. Non intendevo assolutamente dire che tu ti sia fatta rigirare come un calzino (come nessuno, qui dentro) dalla stampa e dalle televisioni. Parlavo dei "tifosi".
Circa le parole di Galliani, capisco i tuoi sentimenti. Resto però dell'idea che l'ad del Milan in questo momento non possa sbilanciarsi in alcun modo. Per preservare la società e il calciatore in questione.