lunedì 6 ottobre 2008

Cose che non resteranno/6

Il Milan torna da Cagliari con un punto in tasca. Paradossalmente, il risultato più ingiusto per le due squadre - che avrebbero entrambe meritato la vittoria. Il Milan ha giocato un dignitoso primo tempo, creando alcune situazioni pericolose coi tre brasiliani, e un buon/pessimo secondo tempo, a seconda se uno guardi alle occasioni create o ai rischi corsi. Già, perché nella ripresa se non abbiamo fatto goal è stata sfiga pura - vedi ad esempio Ambrosini e Pato, ma se siamo usciti con un punto da Cagliari è merito di San Abbiati e di quel giocatore, Culovic, di cui tanto si parlava qualche anno fa.
Ad ogni modo, tre vittorie, un pareggio e due sconfitte sono accettabili. Soprattutto considerato il fatto che la sfida con il Bologna è stata più unica che rara. Soprattutto perché dopo aver perso a Marassi non siamo più rimasti a secco. Soprattutto perché il numero di goal subiti diminuisce mentre tutti gli attaccanti segnano. E soprattutto perché abbiamo incontrato squadre quali Inter, Lazio, Genoa, Reggina, Cagliari. E la Reggina e il Cagliari, benché in fondo in classifica, giocano un buon calcio e se hanno pochi punti è perché hanno incontrato avversari molto forti. In questo senso, dare una valutazione alle "piccole" ha poco valore. I sardi hanno già giocato con Milan, Juve e Lazio. I calabresi con Milan, Roma e Palermo. Ci sono delle provinciali che hanno fatto ben più punti, ma alle quali il calendario ha riservato un inizio di stagione più morbido.

Le pagelle che non resteranno.
Abbiati - 7: il migliore dei suoi, insieme ad Ambrosini. Dà sicurezza, esce con calma e risulta provvidenziale su un paio di tiri di Fini e Agostini.
Zambrotta - 5,5: partita discreta per il campione del mondo, fino a quando nella ripresa cala vistosamente la qualità della difesa rossonera e lui si fa pure ammonire. Salterà la Sampdoria.
Bonera - 6: perfetto nel primo tempo, in cui nulla è lasciato al caso, cala anche lui nel secondo.
Maldini - 6,5: Oggi i pericoli maggiori vengono dalle fasce, e lo stanchissimo Paolo non ha tanto da fare. Migliore, se così si può dire, del suo reparto.
Gattuso - 5,5: propositivo in attacco, meno lottatore del solito, sbaglia qualche passaggio.
Ambrosini - 7: se non prendiamo un paio di goal e rischiamo di farne altrettanti il merito è suo. Titolare inamovibile di questa squadra, se la mette sulle spalle e la trascina come un pesante fardello per lunghi tratti di gara. Il pallonetto a sorprendere Marchetti è stato un opera d'arte.
Seedorf - 5: quasi sempre lontano dalla palla, si vede che è stanco e che l'avversario non lo stimola.
Kakà - 6: due-tre giocate spettacolari e poco altro. Ricky gioca ininterrottamente da Genoa-Milan e anche lui, come gli altri cristiani, deve rifiatare.
Ronaldinho - 5,5: mai pericoloso, ma credo valga la stessa giustificazione di Kakà.
Pato - 6: ci mette l'animo per segnare ma palloni non gliene arrivano. Sfortunato su un tiro da posizione impossibile.
Flamini - sv
Shevchenko - sv
Inzaghi - sv

Piccola postilla. Sono le partite come quella di ieri quelle che ti fanno vincere lo scudetto. E in campo, nelle suddette occasioni, vedo raramente un Milan dominante, sicuro, spavaldo, affamato come nel 2003/2004. In questo senso, tanto va ancora fatto - benché io sia molto fiducioso. E ci sono delle giustificazioni. Al Milan mancano i tre centrali titolari (Nesta, Kaladze, Senderos), il geometra del gioco (Pirlo) e la punta centrale di peso che ti aiuta a vincere contro le squadre piccole. Sarà un caso, ma con Borriello abbiamo battuto la Reggina e abbiamo quasi ottenuto un pareggio contro il Genoa nella ripresa, senza di lui le abbiamo prese dal Bologna (al di là della sfortuna) e non siamo riusciti a scardinare la cassaforte cagliaritana. Mi auguro che possa tornare as soon as possible perché ci aspettano una serie di sfide da qui a Natale (Sampdoria, Atalanta, Siena, Napoli, Lecce, Chievo, Torino, Palermo, Catania, Juventus, Udinese) che non possono essere affrontate senza averlo recuperato.

3 commenti:

The Crow ha detto...

Sono d'accordo sulla partita di ieri: penso anch'io che sia più un punto guadagnato che due persi. Come ha detto oggi lo stesso Galliani, i punti che magari ci mancano sono i tre persi in casa con il Bologna, non certo quelli di ieri. Ma va bene così.
La squadra è apparsa - ed era - stanchissima, dopo il tour de force di voli che in quattro giorni l'ha portata tra Zurigo, Milano e Cagliari. Difficile, poi, in queste condizioni, trovare anche il tempo di allenarsi...
In più, contrariamente a quanto ci raccontava la classifica, onore anche al Cagliari che, come diceva Astoria, ci ha messo pure in grossa difficoltà in almeno un paio di occasioni.
I quindici giorni che ci dividono ora dalla prossima partita di campionato sono oro colato.

ilPrigioni3ro ha detto...

Sono un po ' deluso dalla partita di ieri, pensavo che alla fine l'avremmo portata a casa e invece è veramente un punto guadagnato. Piccola critica al mister da parte mia per i cambi troppo in ritardo, soprattutto non aver provato prima le 2 punte.
Purtroppo sono partite come queste che fan la differenza alla fine e noi non abbiamo ancora fatto quel salto di qualità necessario.
Le prime 3 partite al rientro dalla sosta penso che saranno molto esaustive sulla ns. sorte in questo campionato.

mavalà ha detto...

Beh, ieri la squadra non riusciva a giocare come voleva; merito del cagliari, certo, ma anche demerito del milan, che non ha trovato la zampata in campo, e la mossa giusta in panchina.
Ci sta, non sempre si può vincere, come diceva la canzone.

Sono mancati alcuni elementi chiave, e lo si è visto.
Nesta, Pirlo, Kaladze, Borriello non sono giocatori che si regalano agli avversari così, a cuor leggero.
Nessun alibi, ché se chi è sceso in campo fosse stato in forma (Seedorf palesemente stanco, Ronaldinho stanco e non in forma, Kaka appesantito, Inzaghi e Sheva ancora giù di tono, Maldini e Zambrotta sfiniti) non ci sarebbe stata partita.
Ma in queste condizioni era difficile fare di più.

Concordo con ilPrigioni3ro sul ritardo nei cambi; aggiungo che avrei tenuto Pato in campo fino alla fine.