giovedì 23 ottobre 2008

Soldi ben spesi

Il Milan è noto per essere una società che non getta denaro al vento. Raramente ha speso tanti soldi per acquistare calciatori, e quando l'ha fatto nove volte su dieci si è ritrovato tra le mani un pallone d'oro o un fenomeno (Rijkaard, Gullit, Van Basten, Papin, Savicevic, Baggio, Weah, Shevchenko, Pato, Ronaldinho). Nel decennio 1996-2006, poche pippe o giocatori sfortunati sono passati per i corridoi di Milanello: Sordo, Futre, Reiziger, Blomqvist, Kluivert, Ba, Ziege, Smoje, Nilsen, Maini, West, De Ascentis, Chamot, Redondo, Pablo Garcia, Javi Moreno, Umit, Dhorasoo, Vogel, Amoroso. Di questi, solo Reiziger, Kluivert e Javi Moreno furono investimenti onerosi. E manco poi tanto. Gli altri arrivarano quasi gratis. Al contempo, il Milan si è ritrovato in mano due fenomeni quali Pirlo e Seedorf, cioé il miglior playmaker del mondo e il miglior centrocampista del mondo, acquistati in cambio di Guglielminpietro, Umit e soldi (da parte dell'Inter, ovviamente).
Eppure, nonostante ciò, da qualche anno i media e gli addetti ai lavori riescono a far credere al pueblo ignorante che Galliani e i suoi buttino i soldi dalla finestra. In tutto questo, gli stessi furbastri della carta stampata e delle televisioni riescono anche a far credere al pueblo ignorante che l'Inter, au contraire, sia l'officina del risparmio, la sede del buongoverno, la Mecca degli investimenti intelligenti. Ora, ricordando velocemente le centinaia di milioni di euro buttati in bidoni nel decennio 1996-2006 (Centofanti, Pistone, Pedroni, Fresi, Jonk, Tarantino, Orlando, Caio, Winter, Rambert, Mezzano, Sartor, Colonnese, Milanese, Zè Elias, Cauet, Sforza, Angloma, Gilberto, Camara, Silvestre, Mezzano, Ventola, West, Serena, Georgatos, Rivas, Ferrante, Robbiati, Cirillo, Fissore, Macellari, Dalmat, Vampeta, Recoba, Pacheco, Peralta, Hakan Sukur, Gresko, Domoraud, Farinos, Kallon, Emre, Okan, Dellafiore, Karagounis, Padalino, Sorondo, Potenza, Vivas, Gamarra, Umit, Almeyda, Kily Gonzales, Choutos, Lamouchi, Brechet, Adani, Zé Maria, Cesar, Wome, Carini) o in giocatori mai esplosi a Milano (Delvecchio, Martins, Ince, Carbone, Conceiçao, Morfeo, Helveg, Paulo Sousa, Simeone, Moriero, Mutu, Frey, Seedorf, Pirlo, C. Zanetti, Dabo, Panucci, Jugovic, Blanc, Roberto Carlos, Keane, Kanu, Batistuta, Cannavaro, Luciano, Van Der Meyde, Davids, Solari, Samuel, Pizarro), viene da farsi qualche domanda. Ancor più se si analizzano i grandi acquisti del primo decennio Morattiano. J. Zanetti, Djorkaeff, Ronaldo, Baggio, Vieri, Crespo, Stankovic, Cruz, Adriano, Cambiasso, J. Cesar. Pochini, in dieci anni, rispetto a qualcosa come sei-settecento e passa milioni di euro investiti. E, se noterete, ben otto giocatori su undici sono attaccanti o centrocampisti offensivi. In difesa, Materazzi e Cordoba sono stati considerati, ahimé, grandi acquisti - benché la storia abbia detto il contrario.
Poi c'é stata Calciopoli, e secondo tutti l'Inter è diventata "oculata" (prima era "generosa" e non "incompetente", ma questa è un'altra storia). Dopo aver scippato Ibrahimovic e Vieira alla Juventus, l'Inter ha acquistato nei due anni passati Grosso, Maicon, Dacourt, Maxwell, Gonzales, Rivas, Chivu, Maniche, Pelè, Cesar (di nuovo), Suazo, Crespo (di nuovo). Di questi, ad oggi, solo Maicon gioca. Chivu ha poco spazio, gli altri sono stati quasi tutti venduti, con perdite notevoli. Il caso Suazo è emblematico. E tutti sanno, interisti in primis, che senza Ibrahimovic e Vieira sarebbero stati una squadretta da terzo-quarto posto. Insomma, coi giocatori della Juventus di Moggi, cercati e voluti da Moggi, fulcri del gioco della "squadra di ladri" gestita da Moggi, l'Inter ha portato a casa uno scudetto a tavolino, uno a Tavaroli e uno con più o meno la stessa concorrenza che ha la Microsoft nel mondo dei computer. Morale della favola? Senza Moggi l'Inter non sarebbe prima in classifica e non avrebbe due tricolori e mezzo in più in bacheca. Chissà se ci hanno mai pensato.
Quest'estate, infine, l'Inter ha comprato Quaresma per trentacinque milioni di euro, Mancini per una ventina e Muntari per una quindicina. Settanta milioni di euro, stipendi esclusi. Quaresma fa spesso panchina (scalzato da Obinna, recentemente), Mancini è stato determinante solo col Panathinaikos, Muntari ha fatto un goal e poi ha perso il posto a favore di Stankovic. Chiaramente i giornali alle vongole sorvolano. Ma anche questa è un'altra storia.
C'è infatti una cosa più grave, più ironica, più paradossale da ricordare. Ogni mese l'Internazionale Football Club versa uno stipendio di cinquecentomila euro a Roberto Mancini. Sono sei milioni di euro l'anno, fino al 2013. In totale trenta milioni di euro per pagare una persona che sta seduto a casa propria ad aggiustarsi i capelli. Perché Mancini non allena al momento? Perché col cavolo che trova una squadra che lo paga così profumatamente. La questione diventa ancora più ridicola quando si ricorda che l'Inter dovrà pagare il suo ex allenatore anche per ogni trofeo conquistato da qui al 2013.
Ma anche questa è un'altra storia.

2 commenti:

The Crow ha detto...

C-h-i-a-r-o-c-o-m-e-i-l-s-o-l-e.
Purtroppo, i "fattacci" accaduti da due anni a questa parte, che tutti conoscono, ma che ormai pochi sembrano ricordare, sono il paradigma di come i Masaniello siano tuttora di terrificante attualità e il popolo pecorone sempre pronto a seguirli.
E sempre un piacere, poi, scorrere l'interminabile lista dei "fuoriclasse" acquistati dall'Internazionale negli ultimi anni e, in più, si imparano sempre cose nuove. Non sapevo, infatti, che a dimostrazione della competenza della società, fra i tanti, fosse stato acquistato come calciatore anche Quentin Tarantino.

AstoriaRecords ha detto...

Hahahahaha sei grande Crow. Il prossimo post lo si fa sugli allenatori nerazzurri del decennio in questione. Ti preannuncio unicamente che sono stati quindici.