lunedì 1 marzo 2010

Sotto a chi tocca

Partiamo da una considerazione spicciola. Se a Luglio, Agosto, Settembre ma anche Ottobre qualcuno avesse pronosticato il Milan in corsa per lo Scudetto a Marzo, ci sarebbero state grasse risate. L'idea generale era quella di un Milan low cost che riuscisse a guadagnare l'accesso alla Champions League, preferibilmente senza dover passare dai preliminari. Detto questo, appunto, vedere il Milan a meno quattro punti dall'Inter, a più tre dalla Roma, a più undici sul Palermo e a più tredici su Juventus e Napoli non può che essere un segnale positivo. Per come è stata allestita la squadra e per come sono andate molte, moltissime cose, ripetere quanto fatto nella stagione precedente sarebbe già stato un buon traguardo.
E invece il Milan continua a vincere, convincere e alternare classe cristallina a cinismo da becchini. La partita con l'Atalanta parte sottotono, con i neroazzurri a comandare le operazioni. Del resto, il Milan viene da un filotto di quattro partite in dieci giorni (Udinese, Manchester United, Bari, Fiorentina) e accusa la stanchezza, in particolare dato lo scarso ricambio degli uomini. Eppure, dopo una ventina di minuti noiosi, i rossoneri cambiano marcia, diventano freschi come se fosse la prima di campionato e cominciano ad attaccare il fortino dei bergamaschi. Dopo la sfortunata rovesciata di Ronaldinho e il tiro fuori di Borriello, ci pensa il solito Pato. Prima, concludendo un'azione Ronaldinho-Ambrosini da stropicciarsi gli occhi, poi dribblando il portiere dopo aver ricevuto l'ennesimo assist al bacio di Ronaldinho. Si va al riposo in tranquillità. La ripresa si apre con toni più bassi, la partita sembra chiusa. Eppure Jaime Valdes è l'unico dei suoi a crederci, e ci crede così tanto che dribbla tre milanisti in un fazzoletto di campo e infila Abbiati. Ma questo Milan è troppo forte, troppo consapevole dei propri mezzi per farsi rimontare. Così Bonera decide di fare il Kakà e guadagna un rigore. Ronaldinho sbaglia (che vada a lezione da Pirlo), ma il solito Borriello la mette dentro. Poi, solo titoli di coda. La brutta notizia, a venti minuti dalla fine, è l'infortunio di Pato. Dicono che sia una sciocchezza, ma probabilmente salterà Roma e Manchester United.
Ad ogni modo, il Milan agguanta la quarta vittoria consecutiva, consolida il secondo posto e ora si prepara allo scontro diretto dell'Olimpico di Sabato sera. A dispetto dei risultati, la Roma non è una squadra così forte. Ha avuto molte situazioni fortunose e spesso addormenta il gioco per lunghe porzioni di partita. E non dimentichiamocelo - alla Roma basta un terzo posto per salvare le proprie finanze e tenersi i giocatori più rappresentativi. E' il Milan che ha ambizioni maggiori. Detto questo, un eventuale pareggio non dovrebbe scoraggiare più di tanto. A undici giornate dalla fine, quattro o sei punti sono la stessa identica cosa. Soprattutto se consideriamo il fatto che molte energie andranno preservate in vista della trasferta di Manchester.
Riassumendo. Il Milan ad oggi ha disputato un meraviglioso campionato. Finirà probabilmente con più punti, più goals fatti e meno goals subiti dell'anno scorso. E' la squadra con più vittorie esterne, ha il secondo miglior attacco e la seconda miglior difesa. Ronaldinho è tornato quello di Barcellona, Pato segna come se piovesse, Borriello è esploso, Huntelaar sta convincendo. La difesa e il centrocampo sono sempre all'altezza e Abbiati si sta guadagnando un posto da titolare con parate pazzesche. Insomma, non ci si può lamentare. Lo scudetto, per tanti fattori che prescindono da quei quattro miseri punti, è però ancora molto lontano. Per quanto l'Inter possa battere il Chelsea, infatti, sa che prima o poi le toccheranno Barcellona e Real Madrid. Quindi sia Moratti che Mourinho terranno i propri calciatori concentrati sulla vittoria in Serie A, unico obiettivo verosimilmente raggiungibile dai nerazzurri. Anche perché se dovessero fallire, la stagione si chiuderebbe con uno zero titoli a dir poco eloquente.

1 commento:

The Crow ha detto...

Il colpo di Pato davvero non ci voleva: nel momento probabilmente più decisivo dell'intera stagione con la doppia trasferta Roma-Manchester che ci aspetta, abbiamo perso il giocatore che forse più di ogni altro avrebbe potuto farci compiere l'impresa.
Ma i ragazzi hanno già dimostrato di essere un grande gruppo, guidato dall'allenatore migliore che potessimo avere.
La partita è ancora tutta da giocare.