lunedì 29 settembre 2008

Cose che non resteranno/4

Succede solo al Milan. Succede solo al Milan che in occasione della partita più importante, quando bisogna dimostrare che siamo i più forti, questo avvenga con una frequenza impressionante. Che Ronaldinho, prematuramente giudicato un brocco, un ex-giocatore, una "figurina" da tanti giornalisti e tifosi risorga con una prestazione maiuscola e un goal bellissimo, per giunta sotto la curva sud, per giunta decisivo per la vittoria. Che Seedorf, faro di questa squadra, tiri fuori una prestazione da Olanda anni '70 e annichilisca praticamente da solo ogni azione dell'Inter. Che la difesa tanto vituperata dagli addetti ai lavori si trasformi in un Tassotti-Costacurta-Baresi-Maldini e chiuda tutto. Che Abbiati pari tutto. Che una squadra data per morta distrugga, umili, cancelli l'avversario, già ritenuto più forte di tutto e di tutti. Che Galliani e Berlusconi, a fine partita, si abbraccino forte. Mancava solo che Ancelotti si mettesse a cantare in mezzo al campo come dopo la finale di Champions del 2007.

Come nel più classico film degli anni ottanta, dove il buono ha la meglio sul cattivo, alla fine ieri è stato il Milan a spuntarla. E l'esempio buoni/cattivi adottato non è casuale. Certe sensazioni, certe frasi, certi abbracci, certi visi, certi sorrisi, certe dichiarazioni appartengono solo al Milan. Pensate alla bontà di Ancelotti, alla correttezza di Gattuso e Ambrosini, all'onestà di Maldini, ai sorrisi di Kakà, Ronaldinho e Pato, all'intelligenza di Seedorf. E' vero, il Milan compra prima degli uomini, e poi dei giocatori. Il Milan fa pochi falli, il Milan non fa mai risse, il Milan non fa mai polemica.
E i cattivi? I cattivi perdono. Perdono perché non sanno perdere. E così perdono la faccia. Quella cattiva, rabbiosa, violenta di Ibrahimovic, Stankovic, Burdisso, Materazzi. Quella da rosicone di Mourinho, capace di dire a fine partita che "il Milan non ha meritato di vincere". Quella da teppista di Ibrahimovic, capace di dire a fine partita che "l'arbitro ha vinto la partita". Quella da finto buono di Cambiasso, capace di dire a fine partita che "è strano che non abbiano espulso anche Stankovic, per come è stato l'arbitraggio". I buoni, più forti dell'invidia, della cattiveria, della sfortuna e dell'ingiustizia, vincono. L'happy ending è tutto nostro e nessuno può levarcelo.
Il racconto della partita.
Il derby nasce e finisce in modo surreale. Nei giorni antecedenti il match queste (e ora vorrei mandargli un e-mail) sono le idee che vanno per la maggiore. Insomma, sembra proprio che il Milan debba fare la parte di Isacco. In più, l'infortunio di Borriello e la condizione fisica di Ronaldinho e Shevchenko non aiutano certo a decifrare quale sarà la formazione anti-Inter, così un po' tutti pronosticano una facile e larga vittoria dei nerazzurri.
Poi si scende in campo.
Il Milan si presenta con un 4-1-2-2-1. Quell'uno davanti alla difesa è il più grande centrocampista degli ultimi vent'anni, cui Ancelotti concede le chiavi della regia del gioco. Come ai tempi dell'Ajax, quasi quattordici anni fa. Tanto tanto tempo, ma Clarence non si è dimenticato nulla, e da subito fa capire che ogni ripartenza dell'Inter verrà contrastata con largo anticipo. Partita un po' chiusa nei primi dieci minuti, in cui le squadre si studiano, si annusano, cercano soprattutto di non commettere errori. Poi il Milan inizia a giocare. I rossoneri controllano il gioco, fermano ogni iniziativa interista e avanzano il proprio baricentro. Al sedicesimo Kakà e Dinho si inventano uno show cui Julio Cesar si oppone dimostrando una reattività pazzesca. Nei minuti seguenti, il pressing del Milan aumenta, così come aumentano le occasioni. Un tiro di Kakà viene spedito in angolo da Maicon, uno scatto bruciante di Pato su Chivu viene fermato da Julio Cesar, un tiro di Zambrotta accarezza la traversa. Arriva il minuto trentasette. Dinho supera la metà campo, vede Kakà largo a destra. Con un campanile che sembra disegnato da Giotto gli consegna il pallone. Kakà scende verso l'area, si ferma. Da fermo, con due nerazzurri che si frappongono dinanzi a lui, inventa una parabola morbida che attraversa l'area. Sembra innocua, finché non arriva l'incornata vincente di Ronaldinho. Julio Cesar resta fermo. La curva sud impazzisce. Il gaucho balla la samba. Il primo tempo si chiude così.
Nella ripresa ti aspetti una reazione dell'Inter. Che non c'é. Per merito nostro. Il Milan sfiora in più occasioni il raddoppio, i nerazzurri ci provano malamente col nuovo entrato Cruz e con Ibrahimovic da fuori area, ma la mira non è granché. A centrocampo il Milan sovrasta l'Inter, soffocando ogni sua azione e cancellando ogni velleità offensiva dei cugini. Poi la partita si innervosisce. Burdisso viene espulso per aver agganciato Kakà in contropiede, Stankovic viene graziato quando calcia da dietro Ricky che si sta involando in solitaria verso la porta nerazzurra, Materazzi e Oriali si fanno infine espellere per aver inscenato una polemica con urla e parolacce dalla panchina. Il numero dei cartellini gialli aumenta. Ed è vero, solo da una parte. Perché? Perché solo una delle due squadre fa fallo. L'altra, in vantaggio, cerca di far passare il tempo e ci prova in contropiede. Come quando Shevchenko, sfortunatissimo, fa partire un missile che Julio Cesar devia in angolo con le unghie. L'unico vero brivido, ma poi neanche tanto, nel terzo minuto di recupero, è quando Adriano di testa la mette a lato. Ma, non so perché, sapevo che non sarebbe entrata. Per una sorta di equilibrio universale.

Le pagelle che non resteranno.
Abbiati - 7: gran partita per Christian, con un paio di interventi su Ibrahimovic e Stankovic degni di applauso. Deve solo imparare, certe volte, a non respingere il pallone di pugno, ma a cercare di controllarlo.
Zambrotta - 6,5: buone cose, senza mai strafare. Del resto, anche lui ha bisogno di tirare un po' il fiato.
Kaladze - 7: nella serata del dentro/fuori, nel derby più importante, nel momento più cruciale della stagione sfodera dal cilindro una partita perfetta e chiude, insieme a Maldini, una difesa che ha concesso e rischiato pochissimo. Domanda personale a Kakhaber - potevi svegliarti anche contro Bologna e Genoa?!
Maldini - 7,5: gioca l'ultimo derby con la fame, l'agonismo e la voglia di un diciottenne. Fa impazzire Ibrahimovic, annulla Quaresma, soffoca Adriano e Cruz. La saracinesca alzata dinanzi ad Abbiati ricorda quella del Milan di Capello. Immenso.
Jankulovski - 7: anche lui decide di fare il fenomeno, spingendo e coprendo per novanta minuti, nella partita più delicata che ci fosse. Cancella dai tabellini quel giocatore pagato trenta e passa milioni di euro che in novanta minuti riesce a fare una sola trivela - che poi sarebbe un cross d'esterno, se lo fanno gli altri.
Gattuso - 7: lui e Ambrosini garantiscono costante superiorità a centrocampo ed erigono una diga semplicemente invalicabile. Il siparietto con Ancelotti, con urla a scena aperta, mostra quanto valga per Rino la maglietta che indossa. E' tornato quello di tre anni fa.
Ambrosini - 7: si spinge meno in avanti e quindi ad alcuni potrebbe essere sembrato di averlo visto sottotono. In realtà il futuro capitano rossonero fa il proprio mestiere perfettamente e proprio per questo motivo ogni azione dell'Inter viene soffocata sul nascere.
Seedorf - sv: non ho diritto di dare un voto al più grande centrocampista degli ultimi vent'anni, come non ho diritto di dare un voto all'Incredulità di San Tommaso del Caravaggio. I capolavori non si giudicano, si ammirano estasiati. Mughini ha chiesto a Galliani di aumentargli lo stipendio, Galliani ha detto che è stato il migliore in campo, i compagni lo hanno osannato durante le interviste. Messo nella posizione in cui giocava nell'Ajax, Clarence corre, difende, lotta, strappa palloni, si inserisce, sforna assist, salta, recupera... Personalmente, e Crow sarà probabilmente d'accordo con me, il prossimo capitano del Milan dovrebbe essere lui.
Ronaldinho - 7,5: il gaucho ha giocato, a dispetto di quanto detto e scritto da moltissimi, una gran partita. Ha corso, ha difeso, ha inventato palle d'oro (quella per Pato in fuorigioco millimetrico era commovente), ha tirato (e Julio Cesar ha compiuto un miracolo), ha passato a Kakà, si è incuneato nella solida e muscolosa difesa interista dove ha saltato più di tutti e ha infilato all'angolino un colpo di testa alla Bierhoff. Che dire? Anche il suo risorgimento passa da questa partita.
Kakà - 7: non ha segnato, ma ha sfornato tre-quattro assist deliziosi, ha coperto quando c'era da coprire, ha causato l'espulsione di Burdisso, l'ammonizione di Stankovic e, most of all, ha inventato una parabola pazzesca (da fermo) per Dinho.
Pato - 6,5: non può fare goal ad ogni occasione, ma è stato comunque bravo ad inserirsi, a spingere, a dare fastidio alla difesa nerazzurra che non ha mai capito dove fosse.
Flamini - sv
Shevchenko - sv
Ancelotti - 9: ogni anno rischia il posto e ogni anno si dimostra il migliore allenatore del mondo. Si inventa Seedorf regista difensivo, tenta la carta Ronaldinho quando nessuno ci crede più, conferma Pato al posto di Shevchenko quando tutti gli danno dell'aziendalista. Che dire? Carlo, ti vogliamo bene.
Galliani - 8: e Ronaldinho sarebbe una figurina? Bene ha fatto a bacchettare i tanti giornalisti che negli ultimi tempi avevano screditato lui, Ancelotti e il Milan. Grazie Adriano.

11 commenti:

ilPrigioni3ro ha detto...

Oggi sono veramente felice, perchè il campo pian piano sta incominciando a far energere la verità.
E mi devo cospargere il capo di cenere e scusarmi 1000 volte con il Dinho perchè settimana scorsa lo avevo visto imballato e non l'avevo giudicato abile a giocare 90'. Invece lui e il nostro mister mi hanno smentito.
Sopra tutti, grande Carletto, ha impartito una lezione di calcio al sedicente messia.
E poi che dire di più su Clarence? Per l'autorità mostrata ieri io arrivo a dire che in un futuro non tanto lontano sarà lui uno dei nostri grandi prossimi allenatori.
E un abbraccio forte a Paolino alla faccia di coloro che lo irridono (irridevano?) per l'età.
Il risultato ci va anche stretto a mio parere.
Adesso incominceremo a vedere qualche cadavere transitare nel fiume.

cuorerossonero ha detto...

Trallallallero trallalà,
zumpappero zumpappà!!!

Mortacci nostri quanto siamo belli!!!

I cugini rosicano e io godo come un caimano!!!

Ma a parte l'entusiasmo, devo dire che non concordo su una cosa (ma tanto lo dico da un sacco di tempo):
la difesa.
Io non ho visto questa grande muraglia, e anche se abbiamo retto, la difesa resta il nostro punto debole.
E se alla fine abbiamo vinto è anche grazie al fattore C che ha impedito ai cuginastri di realizzare un paio di palle goal praticamente fatte.
Quindi il mio rammarico è pensare a quanto potremmo essere più forti con una difesa meno ballerina.
Non si può contare su 90 minuti di fase difensiva di Ringhio, Ambro e Seedorf... non sono automi e se alla fine mollano come è normale che sia, dietro si soffre.

Ma comunque... ci siamo!

mavalà ha detto...

Seedorf si conferma centrocampista, e non trequartista (ruolo che copre bene, ma non è il suo).
Ieri strepitoso, grazie anche, secondo me, a Mourinho che dice a Cambiasso di difendere e basta, e non di pressare su Seedorf, in modo magari da mettere in discussione il dominio del centrocampo.

Ancelotti, mettendo a sorpresa "l'ex giocatore, figurina, foca ecc..." Ronaldinho, ha, primo allenatore al mondo, bloccato Maicon e le sua avanzate devastanti, costringendolo a pensare alla sua zona, a difenderla, e a non scoprirsi troppo.
Della serie la miglior difesa è l'attacco.

Il nuovo allenatore interista, neo mago, profeta del calcio moderno, pensava di giocare un derby inglese, da partita come le altre.
Pensava che il milan, che aveva preso goal da tutti, l'avrebbe sicuramente preso anche dalla sua inter, e allora credeva che bastasse non subire reti per vincere.
Morale, il milan ha segnato, gli ha scombussolato i piani, e l'inter è l'unica squadra che non ha fatto goal al milan.
Se poi hai Materazzi, Burdisso, Vieira, Ibrahimovic, Cruz, Adriano va bene buttare palle in mezzo all'area e cercare, sperare, di sfruttare la maggior prestanza fisica, ma per molto meno di 9 milioni di euro all'anno un altro allenatore avrebbe trovato anche soluzioni alternative.

Cuorerossonero, la difesa, considerato l'elenco appena fatto di torri schierate dall'inter, non poteva fare di più. Anzi, ieri, un'altra difesa sarebbe crollata, prima o poi.

Kaka almeno mezzo voto in più, che ha illuminato e lottato, sacrificandosi, come nessun altro trequartista al mondo saprebbe fare.

cuorerossonero ha detto...

Mavalà...
se quel pippone di Adriano avesse infilato il tiro sotto il sette e il colpo di testa alla fine, oggi saremmo a -7.
E sono stati momenti di vero panico e distrazione difensiva.
Sono d'accordo con te: la nostra difesa non poteva fare di più. Specialmente così composta.
Proprio per questo, forse, qualche nuovo innesto in difesa non sarebbe stato male.
Se poi, a quanto sento dire a roma e ai laziali, Nesta a gennaio tornerà in biancoazzurro... (sono voci ovviamente, ma sai com'è...)

mavalà ha detto...

Guarda, sinceramente, io quei tiri aspettavo che uscissere. Con un po' d'ansia, ma aspettavo che uscissero.

Nesta (soprattutto) e Senderos non si regalano agli avversari senza che nessuno se ne accorga.
Sandro non andrà in biancoceleste, mi ci gioco la casa. Non certo a gennaio, e forsa mai.

AstoriaRecords ha detto...

Scusate se mi intrometto prepotentemente nella vostra discussione, ma il fatto di non aver preso goal - e, oggettivamente, di non aver rischiato chissà quanto (e comunque era un derby giocato con tante assenze) contro la squadra più forte d'Italia - non è poco. Certo, non siamo ancora una muraglia in senso stretto. Ed è vero che abbiamo commesso degli errori. Però, lasciate le vesti dei critici e indossate quelle dei tifosi innamorati, abbandoniamoci a festeggiare e a fare i complimenti ai nostri. Soprassediamo per un giorno solo su quisquiglie calcistiche che dopo il novantesimo perdono ogni significato. In fondo, i nostri difensori sono un quarantenne definito vecchietto e un trentunenne che non ne azzeccava molte in questo periodo. Se in novanta minuti sono riusciti a concedere solo due palle-goal ad una corazzata quale l'Inter, beh io non riesco proprio a lamentarmi.

The Crow ha detto...

Anche se con un discreto ritardo, mi unisco a voi nell'orgasmico dopo derby. Non commenterò il post di Astoria, talmente bello da indurmi alle lacrime, ma mi limiterò a seguire il suo ultimo consiglio: godiamo e basta.

R

O

N

A

L

D

I

N

H

O

!

!

!

A

H

A

H

A

H

mavalà ha detto...

Sono tornato a casa poco fa. Ho acceso la TV, come non è mia abitudine. Facendo zapping sono incorso sull'ennesima edizione del processo di Biscardi, e mi sono fermato perché ho sentito la parola milan; sì, c'era un sondaggio sul milan. Titolo: dopo il derby il milan è tornato grande?
Il 61 % dei partecipanti ha risposto sì.
Il 49 % ha risposto no.

Non ho parole. Ma se non sei un coglione a certe trasmissioni non ti fanno neanche avvicinare?

AstoriaRecords ha detto...

Mavalà, c'è qualcosa di strano nelle tue percentuali...

The Crow ha detto...

Strano? Direi di tragicomico...
E, in ogni caso, sono i famosi sondaggi di Biscardi che, ancor prima che inizi la trasmissione, hanno già 1.578.456.342 voti.

mavalà ha detto...

The Crow, il numero di votanti è pari a quello delle edizioni :-)