martedì 23 settembre 2008

Giornalismo alle vongole

Dopo aver massacrato, umiliato, pubblicamente distrutto il povero Carlo Ancelotti per anni - definendolo un debole, un aziendalista, uno che non si fa rispettare dalla società - è da un paio di giorni che su ogni giornale, su ogni sito internet, in qualunque show televisivo il tecnico emiliano è improvvisamente stato riabilitato e rivalutato. Addirittura, alcuni blog e alcune fanzine rossonere lo definiscono "un grande", dopo averne chiesto la testa per mesi. Ora, voi mi chiederete quale sia il problema nel definire "un grande" Ancelotti. Nessuno, figuratevi. Io lo difendo da sempre e anche se scendessimo in serie B non avrei che parole positive per lui. Il punto è che la difesa di Carlo viene sfruttata per attaccare la società, la dirigenza, il Presidente. Fateci caso - tutti stanno sottolineando il fatto che Ancelotti, contro la Lazio, abbia fatto accomodare Shevchenko e Ronaldinho in panchina. Come a dire, uno schiaffo ai vertici rossoneri.
E' il solito giornalismo alle vongole all'italiana. Anziché cercare motivazioni prima di pubblicare le proprie tesi, tale processo avviene ex-post. E spesso, modellando le informazioni e i fatti e fregandosene completamente della palese distorsione della realtà. E se Ancelotti, nel derby, schierasse Ronaldinho e Shevchenko dall'inizio, si aprirebbero due scenari. Nel primo caso, Ancelotti sarebbe di nuovo marchiato a fuoco e bollato come "servo dei padroni". Nel secondo, tutti direbbero che l'ha fatto per mostrare i limiti del Milan derivanti da un'impossibile coesistenza dei due palloni d'oro.
Nota/1: riescono ad attaccare la società anche grazie a Flamini. Il povero Mathieu, dopo aver giocato sempre, è stato fatto accomodare in panchina contro la Lazio per rifiatare. Beh, anche tale evento è stato vissuto come "un attacco neanche troppo velato" di Ancelotti alla società. Dimenticandosi del fatto che Flamini l'ha voluto proprio lui, dopo averlo visto in azione negli ottavi di Champions del Febbraio scorso.

4 commenti:

Coccy ha detto...

Ho sempre sostenuto che l'accanimento giornalistico (nel senso di giornalisti "cani" con tutto il rispetto per i quadrupedi) nei confronti del Milan, dell'allenatore o dei giocatori cela, in realtà una sorta di opposizione al suo Presidente. Una questione politica più che calcistica, correlata da una buona dose di invidia. La soddisfazione di battere la squadra di Berlusconi non è un fatto meramente calcistico. Sarò una visionaria. Ma assicuro che sono milanista da una vita. BEN PRIMA DELL'86.
Qui si parla di calcio e di passioni, lungi da me, dunque, voler introdurre argomenti che nulla hanno a che fare con lo sport.
Volevo solo esprimere un pensiero, forse una certezza.

FORZA MILAN.

ilPrigioni3ro ha detto...

E che dire della notizia in prima pagina su corriere.it dell'intercettazione telefonica di Dinho con un narcotrafficante (e poi se leggi capisci che non ha fatto nulla) e invece non trovi mezzo bè sull'inchiesta collocamento gonfiato titoli Saras per coprire i buchi dell'Onesto?
Da vomitare.

The Crow ha detto...

Discorso lungo, complesso e spinoso. E non ha torto Coccy in quello che dice sul nostro presidente, anzi. Il problema è che il minimo che si possa rischiare da parte nostra nell'affrontare questi (sacrosanti) discorsi è quello di fare la figura dei piangina. Un po' quello che per anni hanno fatto gli onestoni, per intenderci. Con un'unica e fondamentale differenza, però: loro "piangevano" per mascherare l'incapacità di una dirigenza ridicola, per noi, invece, mi sembra che sia un dato di fatto il "furto" in piena regola che viene costantemente perpetrato nei nostri confronti da anni a questa parte. E - attenzione - per furto non intendo certo solo la penalizzazione di due anni fa nell'ambito della cosiddetta "calciopoli" (altrimenti, la Juventus, al nostro confronto, dovrebbe spararsi in bocca), ma mi riferisco soprattutto ad uno scippo ben più grave e subdolo: la verità, grazie ad una costante distorsione della realtà con l'occupazione dei punti nevralgici dell'informazione, sportiva e non. Lo so che siamo sul filo della politica, ma pensateci bene: il maggiore quotidiano sportivo nazionale è in mano loro; la redazione sportiva di Mediaset è per 3/4 interista (e meno male che il Berlusca ha il dominio dell'informazione); per non parlare dei principali quotidiani italiani (Corriere, Repubblica) che sappiamo bene quello che pensano del cavaliere. Osservate bene gli onestoni: si sono incarogniti, incattiviti, sono diventati arroganti, dopo che per anni hanno preso bastonate ad ogni livello, diventando la barzelletta dell'Italietta pallonara. Ricordo di un Moratti che veniva giustamente indicato come un gran signore nei loro anni bui, uno che "sapeva perdere". E guardatelo da due anni a questa parte: gesti dell'ombrello, "vaffa" distribuiti come caramelle, per non parlare del "figlio di p." indirizzato a Ronaldo nel derby.
Siamo un Paese strano, spesso fatto di pecoroni, così come la nostra ultrasecolare storia fatta di invasioni ci insegna. Neanche cento anni fa le piazze si affollavano per ascoltare i discorsi di un dittatore. Venti anni dopo le stesse piazze erano altrettanto affollate per farne carne da macello. A sessant'anni di distanza un giornalista (di sinistra) come Giampaolo Pansa ha semplicemente cercato di fare luce sulle efferatezze che si susseguirono ad opera di coloro che ci avevano "liberato", per essere naturalmente tacciato di "tradimento". Uno che schierato giustamente contro la degenerazione di quel regime, ha voluto solo avere l'onestà di raccontare tutta la storia, non solo una parte. La verità, insomma.
Al confronto, quindi, che cosa volete che sia per il nostro popolo un colpetto di stato come quello architettato dagli onestoni due anni fa?

mavalà ha detto...

Preferisco anche io non addentrarmi troppo in questi discorsi, anche se di cose ne avrei da dire, oh, se ne avrei...

In generale, la mia poca considerazione per i giornalisti, che considero servi il 90 % delle volte, mi lascia indifferente anche di fronte a casi eclatanti di disinformazione, di rincoglionimento delle masse, di semplificazione utilizzata ad arte per far trasparire solo una parte della storia, che, guarda il caso, è sempre quella utile alle loro tesi precostituite.

Anzi, tesi precostituite non da loro, ma dai loro padroni onnipotenti, che sono il primo male della nostra povera Italia. Paese che hanno in mano, che possiedono come se stessero giocando a Risiko o Monopoli.

La cosa ancora peggiore, però, sapete qual è?
La loro ignoranza, ché spesso non sono in grado neanche di scriverle in italiano, le loro cazzate.