domenica 21 settembre 2008

Cose che non resteranno/3

Il Milan torna a vincere e a convincere in campionato con una prestazione d'altri tempi. Il direttore d'orchestra Kakà e il compositore Seedorf ammaliano la platea con la loro sinfonia, mostrando di cosa è capace il Milan (senza Nesta, Senderos, Pirlo, Flamini, Ronaldinho, Shevchenko, Inzaghi) quando le gambe iniziano a girare e la fortuna non ti volta le spalle. La Lazio, a differenza del Catania, si schiera a San Siro con un 4-3-1-2 molto offensivo, che non lascia spazio a dubbi: i biancocelesti vogliono i tre punti. E non ci mettono molto a farlo capire agli avversari e al pubblico. Ma è il Milan a giocare meglio e così, da un rimpallo fortunoso, Seedorf si ritrova a tu per tu con Carrizo che può solo sentire il vento che gli accarezza i capelli mentre una saetta lo trafigge. Lazio spaventata? Macché. Pochi minuti e la meravigliosa coppia Zarate-Pandev inizia a incunearsi sempre più spesso nella difesa rossonera, oggi più attenta delle ultime uscite. Attenta ma non troppo, come quando il macedone imbecca l'argentino sul filo del fuorigioco. Stilettata rasoterra e tutto da rifare. Il Milan va in confusione per una decina di minuti che sembrano interminabili, minuti in cui la Lazio fa quello che vuole. Occorre una cannonata di Zambrotta per riportare i rossoneri in vantaggio. La ripresa si apre con un veloce uno-due Kakà-Pato che chiude i giochi. Prima Ricky si inventa una traiettoria che ricorda il suo goal di due anni fa all'Anderlecht, poi Pato in torsione la infila di testa. Seguono altre occasioni sciupate da una parte e dall'altra, ma la partita sostanzialmente si addormenta fino ai titoli di coda.

La vittoria contro la Lazio può essere secondo me raccontata attraverso quattro semplici fotografie.
i) Il bellissimo abbraccio tra Seedorf e Ancelotti, al cambio del giocatore olandese;
ii) Il recupero sulla linea di fondo di difesa da parte di Borriello, quando la partita era ancora aperta;
iii) I continui passaggi di Kakà per Ronaldinho, segno di una volontà di integrare il più possibile il nuovo arrivato;
iv) La grinta negli occhi di Gattuso in qualunque istante della partita.

Top five degli argomenti di cui discutere.
i) La strepitosa condizione di Kakà;
ii) La sicurezza che Abbiati infonde nei suoi compagni e nei tifosi;
iii) Clarence Seedorf;
iv) Ci siamo levati un ingrato (e per giunta pippa) dalle scatole per quindici milioni di euro e abbiamo comprato una gran bella punta pagandola meno di dieci milioni di euro;
v) La difesa, ancora non perfetta.

Le pagelle che non resteranno.
Abbiati - 6,5: partita molto buona, con diversi interventi degni di nota ed uno particolarmente spettacolare su Zarate nella ripresa. Finalmente abbiamo un portiere. Ed ora aiutiamo Dida a ritrovare sè stesso.
Zambrotta - 6,5: stasera ha lavorato poco, soprattutto perché la Lazio attaccava quasi esclusivamente dal centro e da destra. Finché ha deciso che a lui l'uno a uno non piaceva come punteggio e allora, da metri trentuno, ha segnato il suo personale goal dell'anno.
Maldini - 6: il Capitano gioca la sua partita, senza particolari sbavature, con qualche intervento positivo.
Kaladze - 5: il georgiano, di questi tempi, non riesce ad azzeccare una partita. Ogni rischio che corriamo, anche sul quattro a uno, scaturisce da sciocchezzuole nella sua zona di competenza.
Jankulovski - 6,5: mamma mia quanto ha corso stasera il ragazzo! Speriamo continui così, sembra essere del tutto rigenerato.
Gattuso - 7: puoi rompergli un braccio, sparargli, legarlo, ma non c'è nulla da fare. Quando Rino entra in campo lo fa per dare il sangue e così è anche stasera. Il voto è un po' alto, ma giustificato dal fatto che il povero Ringhio si è distrutto un braccio neanche due settimane fa.
Ambrosini - 6: partita scialba per il pesarese che giustamente ha bisogno di rifiatare.
Seedorf - 7: non mi sento in diritto di commentare un genio di tale caratura. Che posso dire? Standing ovation.
Kakà - 7,5: sembra essere tornato quello di due anni fa. Crea, inventa, corre, recupera, salta, dribbla, passa. Tira. Segna. Un goal strepitoso che fa impazzire lo stadio.
Pato - 6,5: goal (di difficile esecuzione) a parte, il papero ha giocato una buona partita, mostrandosi determinatissimo a convincere Ancelotti che lo scambio con Inler dell'Udinese non s'ha da fare.
Borriello - 7: strepitoso. La punta che ci mancava. Lotta, corre, recupera, soffre, fa salire la squadra, tira, ci prova, aiuta. Potrebbe diventare indispensabile se inizia pure a segnare con regolarità.
Ronaldinho - 6,5: il ragazzo, anche se solo per venti minuti, ci mette l'anima. Vuole trascinare questo Milan alla vittoria, vuole diventare parte di esso, vuole dimostrare di essere ancora lui. La sua caparbietà e grinta vanno sottolineate ed apprezzate.
Emerson - sv
Flamini - sv

5 commenti:

mavalà ha detto...

Milan che non ha incantato, ma, paradossalmente, ha meritato il 4 a 1.
In campionato si deve correre e soffrire, prima di giocare e giochicchiare, e i ragazzi, finalmente supportati da una condizione sufficiente dovuta alla possibilità, finalmente, di allenarsi con continuità, lo hanno capito. E hanno dimostrato di averlo capito (Non ci resta che piangere: "sì sì, ho capito").

Il primo mattone è stato posato, la casa manca ancora molto a finirla, ma i muratori sembrano aver voglia di mettere l'ultima tegola il prima possibile.

cuorerossonero ha detto...

Ho visto la partita fianco a fianco con un mio carissimo amico... biancoceleste.
Per cortesia ed ospitalità non ho esultato alle magnifiche realizzazioni dei miei rossoneri, ma appena se n'è andato, è iniziata la festa.
Mi sono scolato il vino rosso rimasto nella boccia e via così fino a mezzanotte.
Ci stiamo risvegliando, e il derby è dietro l'angolo.

FORZA MILAN!

ilPrigioni3ro ha detto...

Ieri ci siamo proprio divertiti: cos'altro aggiungere? Davanti siamo proprio devastanti (e non siamo certo al 100%), dietro ahimè saremo costretti a ballare la rumba almeno fino a che non rientrerà Sandro. Per il derby vi confesso che sono preoccu...Pato.
Ronaldinho deve lavorare un po' a Milanello, oggettivamente è molto indietro e la sua immensa classe non può sopperire a tutto.
E finalmente vivaddio abbiamo un centravanti vero: ciao Gila.....

The Crow ha detto...

Ancora ubriaco dalla visione del calcio champagne offerto ieri sera dai rossoneri, do il mio piccolo contributo al post capolavoro di Astoria, di cui condivido persino le virgole.
Certo, poiché la perfezione non è di questo mondo, ha ragione anche Mavalà nel dire che il Milan non ha incantato e, tale proposito, credo si debba mettere in chiaro un equivoco che temo ci porteremo dietro per tutta la stagione: la difesa. Così come è stata disegnata la squadra questa estate in sede di campagna acquisti, infatti, non v'è ombra di dubbio che il Milan abbia deciso di adottare un profilo spiccatamente offensivo, ancor più che in passato per non dire come non mai. Di conseguenza, l'equivoco a cui alludevo prima e sul quale sarà utile, se non necessario discutere, così come giustamente suggeriva Astoria, è proprio il reparto difensivo. Intendiamoci subito: da qui alla fine del campionato, in difesa balleremo SEMPRE. Perché se come diceva il più grande maestro di tutti, ovvero il Barone Nils, con la difesa "a tre" bisogna avere tre superman per rischiare il meno possibile, ebbene, la nostra difesa è praticamente "a due", dal momento che i due terzini sono più ali che difensori. In più, come detto, quest'anno è probabile che per fare spazio alle tante superstar che ci sono in attacco, si abbandoni il famoso "christmas tree" tanto caro a Carletto e si adotti uno spregiudicato 4-2-3-1, così come è già sembrato emergere, togliendo anche un incontrista a centrocampo. Ergo, saremo ancora più scoperti e di goal come quello di ieri preso in contropiede dalla Lazio temo che, purtroppo, ne vedremo ancora tanti. Sì, qualcuno potrà obiettare che però noi di goal ne abbiamo fatti quattro. Appunto: dipende dai punti di vista.
Sarà giusto? Sarà sbagliato? Adotteremo anche noi uno stile zemaniano per cui è preferibile prendere anche tanti goal a partita ma facendone sempre uno in più degli avversari? Non credo. Carletto è troppo intelligente (e non che Zeman non lo sia) per cadere nella trappola e sono certo che nel laboratorio di Milanello insieme al fido Mauro sia già stata trovata la pietra filosofale che dona equilibrio alla squadra e trasforma in oro i nostri schemi. Certo, ci vuole ancora tempo per vedere i frutti sperati, ma come ama dire l'eccelso Pellegatti si vedono già i "prodromi" dello squadrone stellare che potremo essere in un futuro, spero, non troppo lontano. Non ci vuole un cacchio nel costruire una squadra di mastini incarogniti, piuttosto che inseguire il "bello" nel calcio. Vi ripeto la domanda: ditemi, chi è il vero "special one"?

P.S. Adesso ho capito perché AMO (in senso platonico, neh?) Clarence Seedorf: sono un emotivo come lui. E quando ho visto l'abbraccio con Carlo, ho pianto.
P.P.S. Un saluto anche a Cuore e al Prigioniero, dei quali leggo sempre con grande piacere i loro commenti.

AstoriaRecords ha detto...

Mi contraddico e vado controcorrente rispetto alle mie dichiarazioni, ma c'è un ma. Siamo sicuri che la difesa del Milan sia così deprecabile? L'Inter ha subìto tre goal in tre partite. La Roma ha subìto quattro goal in tre partite. Il Milan ha subìto cinque goal in tre partite. E stiamo parlando, oggettivamente, delle tre migliori difese della serie A. Come nomi, come uomini, come numero di giocatori. Può la Juventus, dall'alto del suo unico goal subito, guardarci con spocchia? Non credo. Quanto pensate che Molinaro, Mellberg, Grygera, Legrottaglie, Zebina e De Ceglie possano aiutare il povero Chiellini?
Secondo me nel caso del Milan (e della Roma, ma non dell'Inter) il problema contro Bologna e Genoa è stato l'attacco sterile. E le gambe pesanti. E la sfiga. Ma se avessimo concretizzato metà delle palle goal avute contro i felsinei, la partita sarebbe finita 4-2. E se avessimo avuto un pochino più di culo Domenica scorsa in Liguria, avremmo pareggiato con Pato o Borriello portando probabilmente a casa un pareggio.
In sostanza, la difesa (specialmente nei primi turni di campionato) è quello che è, e ci metterà parecchio per carburare. Quello che ieri ci ha premiato e consentito di vincere è stata la bravura (e la fortuna) dei nostri uomini d'attacco. Pertanto, l'idea di inserire i soli Zambrotta e Antonini al posto di Cafu, Serginho e Simic, ma investendo tanto per puntellare l'attacco con Ronaldinho, Shevchenko e Borriello potrebbe non essere del tutto una mossa azzardata. Anzi.